Zuppa d’orzo con la zucca

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zuppa d'orzo con la zucca

A furia di viaggiare solo con il bagaglio a mano sto diventando meteorologicamente fatalista. Inutile leggere le previsioni – mi dico – se tanto il posto per un cambio in più nella sacca non ce l’ho. Meglio convincersi che è impossibile far fronte a ogni evenienza della vita, a cominciare da quelle climatiche.

Ne consegue che l’impegno che distolgo dal preparare i bagagli finisco per profonderlo nell’accettare quelli che un tempo si chiamavano “imprevisti”.

L’ultimo mio arrivo in città è stato come uno sbarco su Marte: mentre affondavo le infradito nelle pozzanghere cercando di darmi un tono disinvolto, i miei pantaloni bianchi diventavano a ramages color pantano (sempre più fitti a ogni suv che incrociavo per strada) e più d’uno si voltava a guardarmi. Non è che avessero proprio tutti i torti: questa è una città che ama giocare d’anticipo, qui accendono le luci di Natale a novembre, vendono i costumi da bagno a Carnevale e al primo accenno di pioggia – foss’anche un acquazzone d’agosto – tirano già fuori gli stivali di gomma. Insomma: si portano avanti…

Un re africano ammantato in una pelle di leopardo sarebbe passato inosservato: l’avrebbero al massimo preso per un nuovo stilista emergente. Ma la mia mariniére a righe bianche e blu, senza nemmeno una giacchetta, risultava colpevolmente sfasata: “fuori tempo” e in censurabile ritardo.

Così ho girato la chiave nella toppa con la fastidiosa sensazione di essere indietro prima ancora di cominciare. E nonostante i miei sforzi, tutto procede al passo un po’ affannato del ritardatario: la casa bisognosa di attenzioni, l’agenda “selvaggia”, la quotidianità che fatica a ritrovare il ritmo. Manca un po’ d’ordine, in questa mia ripresa d’autunno…

Perciò mi sono data un punto fermo, anche se non proprio di primissima scelta: un punto di partenza, nella momentanea difficoltà di stabilirne uno di arrivo. Da qualche parte bisogna pur ricominciare e “qualcosa” è sempre meglio di “niente”: questo è il mio mantra in simili frangenti.

E ho iniziato spalancando le credenze di cucina.
Due giorni passati a ricomporre ordinate file di utensili, a impilare pirofile e stampi, a rimettere i tagliabiscotti in un’unica scatola di latta (forse il prossimo passo verso la saggezza è smettere di comprarne…).
Ho sedato liti tra pacchetti di farina organizzati per clan, per un posto in prima fila sullo scaffale: quelle di grano  (otto diverse…) contro tutte le altre (una lista senza fine, da quella di castagne a quella di semi di lino). Ho arginato sconfinamenti tra pacchetti di cereali in fiocchi e quelli di cereali soffiati (altra mania della sottoscritta).
E infine – come ogni anno – ho costretto i doppioni a sedere fianco a fianco: tre pacchetti dello stesso cacao (mi sono sentita moltissimo equo-solidale), sei tavolette di cioccolato amaro (ci sarà un post “energetico” a breve…), due confezioni di riso selvaggio, tre di miglio integrale e due di orzo perlato. Due barattoli di golden syrup (ci metterò un po’ a smaltirlo), e tre di malto d’orzo (finiranno in un attimo, se ricomincio a panificare).

Perciò adesso non c’è ordine solo nelle credenze: sono gli archivi che ho in testa che hanno ripreso a funzionare. Almeno quelli della sezione “cucina”.

Per gli altri ci sono le prossime settimane (adesso sono alle prese con la sezione “progetti di lavoro” e due giorni non mi bastano…). Mi sento come davanti a una catena di montagne e devo trovare il modo di arrivare dall’altra parte: non è impossibile, devo solo individuare il passo alla mia portata. Ce la posso fare. Soprattutto perché ho messo via i sandali, anche se qualche maglietta a righe ancora me la infilo (sotto il maglione, però…)

Così l’altro giorno, tornando dal mercato, evitavo le pozzanghere con le ballerine e i suv li anticipavo attraversando la strada: non ero fuori tempo. E avevo la prima zucca di stagione nel sacchetto, di un meraviglioso color d’autunno…

 

ZUPPA D’ORZO CON LA ZUCCA

INGREDIENTI

orzo perlato: 200 gr
zucca: 300 gr (già pulita)
scalogni: 100 gr (puliti pure questi…)
timo, maggiorana, rosmarino (freschi, anzi freschissimi)
olio extra vergine di oliva: 2 cucchiai
zucchero di canna: 1 cucchiaio
sale
pepe nero macinato fresco
granulare vegetale

Accendete il forno a 200°.

Mondate la zucca, sciacquatela, asciugatela e tagliatela a fettine di qualche millimetro. Mondate gli scalogni e tagliateli a quarti. Sciacquate e asciugate le erbe aromatiche.

Ungete con l’olio una pirofila, disponetevi la zucca, gli scalogni, e le erbe aromatiche suddivise a rametti. Salate, spolverizzate con lo zucchero di canna e con una bella macinata di pepe nero, e cuocete per mezz’ora (o finché la zucca non è tenera).

Nel frattempo sciacquate abbondantemente l’orzo perlato in acqua fredda, poi gettatelo in una pentola d’acqua bollente con un po’ di granulare (siate parchi) e fatelo cuocere per una ventina di minuti: dev’essere al dente (niente spappolamenti, per favore…). Lasciatelo intiepidire nella sua acqua.

Quando la zucca sarà pronta, eliminate i rametti di erbe aromatiche e riducetela in crema con il minipimer, aggiungendo un po’ d’acqua di cottura dell’orzo.

Unite il passato di zucca all’orzo lessato, aggiustate di sale e pepe e fate riposare un po’ (meglio se qualche ora) per far “assestare” i sapori.

Servite la zuppa ben calda, condita con un filo d’olio e un rametto di maggiorana. E brindate all’autunno con un buon bicchiere di vino rosso…

POSTILLE

C’è zucca e zucca
Le zucche non sono tutte uguali: esattamente come le ragazze.
Prendete quelle di Mantova e dintorni, per esempio: hanno una classe che le rende inimitabili. Preparatevi a un lungo corteggiamento, se volete arrivare al loro cuore: hanno la scorza dura. Ma se non vi arrendete al primo tentativo (cosa che caldamente vi consiglio), scoprirete una consistenza fine, cremosa e dolce: senza mai essere stucchevole. La quintessenza della femminilità fatta ortaggio…
Quelle napoletane invece, pur di non trascurabile valore, servono ad altro: non hanno la classe per reggere da sole un piatto principale. Si concedono facilmente, nel senso che la buccia viene via in un attimo. Ma la polpa è sempre lievemente filacciosa, la consistenza un po’ grumosa, e l’apparente dolcezza ha sempre un retrogusto un poco acido.
Perciò mettetevi d’impegno: non lasciate nulla d’intentato per portarvi a casa la zucca giusta.
Quanto invece alle ragazze, rilassatevi: quelle toste (non solo di buccia…) il padreterno le ha distribuite più equamente delle zucche. Si trovano a Napoli come a Mantova, e nei dintorni dell’intero mondo…

Zucca mon amour
Se anche voi, come me, fate parte del club degli adoratori della zucca, e cercate ogni occasione per incontri ravvicinati, sappiate che ci sono un po’ di altre ricette che fanno al caso vostro in questo blog:
brioche speziata alla zucca
biscotti speziati alla zucca
pane soffice alla zucca e gorgonzola
muffins alla zucca con cipollotti
vellutata di zucca a pois di porri

Infine, su “Dolci Tentazioni” di Settembre…
… si parla anche di una certa ragazza che cucina. Magari la conoscete già: non è di Mantova né di Napoli, ma cittadina del mondo. E adesso sta pensando a come può venire una panna cotta con la zucca…
dolcitentazioni450