La torta morbida al cioccolato

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Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
Io e i compleanni non siamo buoni amici, nel senso che me li dimentico regolarmente. Sarebbe accaduto anche stavolta se non fosse che i compleanni sono due e, proprio come succede alle ciliegie, uno ha tirato l’altro. Così mi trovo a scrivervi una storia che nemmeno se l’avessi inventata sarebbe tanto bella. Ci penso e ci ripenso, e se non fosse che è successa proprio a me avrei qualche sospetto sulla sua dimensione: cioè avrei la ragionevole certezza che non appartenga al mondo reale ma a quello, infinitamente più bizzarro, della fantasia. Anche se, a ben vedere, i due mondi non andrebbero considerati come rette parallele… perché può capitare che s’incontrino.

“Una bambina che amava le librerie più dei negozi di giocattoli s’innamorò di un libro…”: potrebbe iniziare così la nostra storia. Il libro in questione era un manuale di cucina, e fa niente se quella piccola lettrice ci mise poi vent’anni a imparare a cucinare. Nel tempo quel ricettario la tenne avvinta a sé, perché era bello e la faceva sognare: il che, del resto, era quel che le capitava sempre con i libri, di qualunque argomento si trattasse. Persino il suo rapporto con la cucina, fattasi adulta, finì per esser funestato dal quel folle amore per la lettura: poteva capitare che attaccasse la pasta restando in piedi davanti alla pentola che bolliva, perché aveva un libro in mano. O che, seduta di fronte al forno acceso, non accorresse in soccorso dell’arrosto di Natale, finché non era ridotto a carbone della Befana. Una ricca aneddotica familiare deponeva a suo sfavore, come cuoca: nessuno, in casa sua, avrebbe scommesso un soldo bucato che sarebbe mai stata capace di mettersi ai fornelli senza nefasti effetti collaterali.

la piccola cucina di Sabrine d'Aubergine
Eppure quel vecchio ricettario non smise di seguirla, ovunque andasse. Anche quando sugli scaffali della libreria di turno si accumulavano pile in doppia fila, un posto per lui c’era sempre, e non è detto che fosse in cucina. Perché tra quelle pagine, storie e ricette vivevano in gioiosa armonia: dunque, non era necessario mettersi ai fornelli per godere della loro compagnia.

E adesso mi scuserete, ma devo farvi fare un salto impegnativo, diciamo qualche decennio. Non è un salto nel buio, di quelli pericolosi… a meno che non decidiate di atterrare sulla pentola della pasta con l’acqua che bolle! Perché – sappiatelo – non avrei modo di avvertirvi: ho imparato così bene a non scuocerla, che posso andare a controllarla solo di tanto in tanto. E quando tra il primo e il secondo tanto passa troppo tempo (va be’, capita raramente ma succede: mi metto ancora a leggere…) è Monsieur che controlla la cottura, ed è così attento che non si accorgerebbe di voi… non prima di avervi scolato – perfettamente al dente – assieme ai suoi adorati vermicelli, voglio dire.

Dunque, siete atterrati in questa piccola cucina. Una cucina piena di luce, con tanti amici, un po’ di confusione, e un vecchio tavolino da bistrot ormai rassegnato a vederne di tutti i colori. Oggi, per esempio, è una giornata color cioccolato, che alternato al color panna non ha eguali: un tandem irresistibile e gioioso di portata planetaria (conoscete qualcuno sano di mente che non abbia un sussulto di piacere, davanti a una torta al cioccolato?)
Ora, mi rendo perfettamente conto della situazione: non è che uno possa scomparire dopo una rocambolesca pesca di mutande e ripresentarsi come niente fosse cinque mesi più tardi, con la faccia tosta e una torta al cioccolato. Ma a me la torta serve a raccontarvi il seguito di quella storia iniziata davanti alla vetrina di un libraio, tanti anni fa (beh, tanti… diciamo un po’…).

Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
Forse era scritto nelle stelle che, nonostante le infauste premesse culinarie, quella bambina dovesse finire per riappacificarsi con mestoli e padelle: la sfida vera era farlo senza rinunciare ai suoi adorati libri. Cominciò ad appuntarsi le ricette – quelle a prova di distrazione che le riuscivano sempre – e anche le storie che si intrecciavano nella sua cucina. Non sempre avevano profumi da far venire l’acquolina (una vita logisticamente effervescente faceva sì che bande di operai, effluvi di pitture e sbuffi di polvere aleggiassero di frequente per le sue stanze), ma riuscivano sempre a farla sorridere. Poco alla volta quella cucina si riempì di amici, e per fortuna nel frattempo avevano inventato i blog altrimenti sarebbe stato impossibile farceli stare tutti… Il blog è uno strumento bellissimo: trasmettere parole, suoni, colori, e perfino profumi se uno ha la ricetta giusta. Ma il profumo della carta solo i libri ce l’hanno. E così, quella che nel frattempo era diventata una vecchia ragazza gettò il cuore oltre l’ostacolo, e accettò la sfida di un ennesimo trasloco: stavolta non tra quattro mura, ma tra due copertine di cartone. La sua piccola cucina si trasformò in un libro, ma non smise di essere una cucina vera…

Non so se ve ne siete accorti, ma siamo arrivati – passo dopo passo – a un anno fa. Trecentosessantacinque giorni esatti dalla mattina in cui, con gli occhi un po’ più luccicanti del solito, vi raccontai che “Fragole a merenda” era in libreria. Ci avevo messo tanto tempo, tanto lavoro, tanta passione. E nessuna certezza che qualcuno si sarebbe mai accorto di dettagli che solo a un’attenta lettura si potevano cogliere. “Chi vuoi che se ne accorga, è un libro di cucina…” mi dicevano, mentre contavo le albe e gli sbadigli. “Appunto: è un libro” pensavo io. E il ricordo andava alla piacevole lettura di quel vecchio manuale, che nel frattempo – per una serie di imprevedibili e avventurose circostanze – proprio grazie a questo blog avevamo salvato dall’oblio. Mi dicevo che un libro di cucina non deve necessariamente essere solo un elenco di ricette, da tirar fuori alla bisogna quando si accendono i fornelli. Per me cucinare è una delle attività più creative, divertenti e liberatorie che ci siano: volevo fare un libro che fosse capace di far sorridere, di fare compagnia ai suoi lettori, di farli sentire bene… non solo in cucina.

Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
Torta morbida al cioccolato, ricetta di FRAGOLE A MERENDA
E’ stato stato un anno indimenticabile. L’algoritmo di Amazon colto di sorpresa nelle prime settimane (anche gli algoritmi hanno i loro pregiudizi, pensano che i principianti siano sempre delle schiappe…), la ristampa in pochi mesi. E quanto agli infinitesimi dettagli, lasciatevi dire che siete bravissimi: non ve ne è sfuggito uno! Ma la mia soddisfazione più grande è leggere le vostre mail, guardare le foto dalle vostre case, vedere il libro che per trenta mesi è stato sulla mia scrivania aprirsi e trasformarsi ogni volta in una ricetta nuova: la vostra. Conservo le mail in una cartella, perché vorrei riuscire a rispondere a tutti, e vi prego di scusarmi se non ce l’ho ancora fatta: sappiate che le leggo e le apprezzo tanto. Lo stesso vale per le foto: la board su Pinterest ne ha centinaia, e altrettante sono in attesa di finirci, ma mi piace che ognuna abbia la sua didascalia, che racconti quello che voi mi avete raccontato. Ci sono bambini che fanno i compiti oppure fanno biscotti e ghiaccioli con mamme e papà, signore con la collana di perle e signori in blazer blu, ragazze in pantofole e nonne elegantissime (evviva la nonna di Benedetta!), cani, gatti e pesci rossi. Alberi di Natale, costumi di Carnevale, tavole di Pasqua e terrazze d’estate. Molte librerie, mercati e negozi vari, e persino… una parrucchieria! Avete letto bene: pare che in un paese della Toscana che si chiama Larciano le signore leggano “Fragole a merenda” mentre si fanno i colpi di sole. E poi ditemi se questa non è una storia divertente…

Ce ne sarebbe più che abbastanza per essere felici, ma una bella storia che si rispetti non è fatta solo di soddisfazioni, di amicizia e di risate. Ci vuole anche un tocco di magia… Vi ricordate l’avventura del piccolo blog, del manuale perduto e della Nonna Papera ritrovata? L’avevo archiviata dopo quella che pensavo essere l’ultima puntata e mi sembrava che nulla di più potesse accadere. Beh, mi sbagliavo. C’è stata una puntata supplementare, e guarda caso si è svolta in libreria: perché quel ricettario, che dopo aver fatto innamorare tanti bambini era scomparso dalla circolazione, è stato appena ristampato, a cinque anni dal quel post. A forza di raccontare in giro che era bello, è finita che qualcuno ci ha creduto.

FRAGOLE A MERENDA libro di Sabrine d'Aubergine, Guido Tommasi Editore
Quanto alla piccola lettrice, non ha mai smesso di perdersi tra le pagine di ogni ordine e grado: continua ad amare le librerie più dei negozi di giocattoli (che alla sua età si chiamano boutiques). Solo che adesso, tra gli scaffali dei libri di cucina ne trova uno che riconosce da lontano: ha in copertina una ciotola di latte e una tartelletta che pare uscita da quel vecchio manuale. Il libro letto da bambina e il libro scritto da grande, tenuti assieme da una stessa idea giocosa di cucina. E da una leggerezza che andrebbe riservata ad ogni cosa della vita: per poter vivere…

Adesso capite perché mi serviva una torta al cioccolato: questo è un giorno speciale. Un giorno magico, che da piccola avrei potuto immaginare solo in una storia a fumetti. E invece ci sono quei due libri, fianco a fianco come due vecchi amici sullo scaffale della mia cucina, a ricordarmi che questa è una storia vera. Li guardo e penso che non bisogna mai smettere di sognare, e che sognare sui libri è un gioco che fa bene ad ogni età. E mentre scatto una foto soprappensiero, finisce che resto impigliata nella cornice di Joann (ebbene sì, quella specie di ectoplasma sono io, non Agostino che è un fantasma vero..): non sarà mica che i pensieri, come i sogni, lasciano un segno? Perché il mio pensiero di quell’istante si legge benissimo: “Perbacco che avventura!”

La piccola cucina di Sabrine d'Aubergine (FRAGOLE A MERENDA)
La piccola cucina di Sabrine d'Aubergine (FRAGOLE A MERENDA)
E adesso il gran finale, riservato a tutti quelli senza i quali questa sogno sarebbe rimasto relegato al mondo della fantasia… non fate finta di non aver capito, lo sapete benissimo che siete voi. Ve l’ho già detto, siete i miei compagni di viaggio preferiti e i soli distributori di energia sui quali possa contare. E anche se ormai le pagine di “Fragole a merenda” sono affollatissime, nessuno si è ancora lamentato per la gioiosa confusione: Delfina dalle gambe pelose, Artemio con lo schioppo, la signora Maria col “coliè” e le “galine”, le suore dell’asilo Montessori… tutti felicissimi! Persino i pesci glitterati guizzano vispi come non mai in Paradiso (dove il Padreterno ha bandito la porporina).

Io vi ho preso dei fiori (e ho fatto in modo che non li vedesse la portinaia, perché stavolta non avrei potuto raccontarle per chi erano). Stavo per attaccarci un biglietto come faccio sempre, ma all’ultimo momento mi sono ricordata che un anno fa era da questo tavolo che tutto era iniziato. Così l’ho apparecchiato come nella foto di copertina. E quando mi sono seduta davanti a quella ciotola ho pensato che è proprio quel che vedete voi, quando da casa vostra prendete il libro in mano: siamo allo stesso tavolo, insieme. Allora ho preso una delle mie mollette, e ho attaccato il mio grazie ad una pagina…

Saluti e baci (emozionati e polverosi di polline e cacao),

S.

FRAGOLE A MERENDA libro di Sabrine d'Aubergine, Tommasi Editore

LA TORTA MORBIDA AL CIOCCOLATO

INGREDIENTI

per la torta:
uova: 3 (grandi)
zucchero di canna: 160 gr
latte: 130 ml
olio di semi di girasole: 130 ml
cacao amaro: 40-50 gr
farina 00: 180 gr
lievito pre torte: 1 bustina

per la farcitura
panna fresca da montare: 250 ml
latte: 750 ml (250 per inzuppare la torta, 500 per la salsa)
cacao: 65 gr
zucchero di canna: 1 cucchiaio

Accendete il forno a 180° e imburrate generosamente uno stampo dai bordi non troppo bassi (va bene una tortiera di pyrex, la pirofila delle lasagne o un piatto di latta smaltata, purché non abbia il fondo amovibile).

Sgusciate le uova in una ciotola capiente, aggiungete lo zucchero e lavorate con le fruste elettriche finché non sono gonfie, spumose e molto chiare. Lo zucchero di canna ci mette un po’ di più di quello semolato a fidanzarsi con le uova, e non si dissolve mai completamente: voi lavorate per un paio di minuti a bassa velocità e poi fermatevi una trentina di secondi, prima di riprendere a velocità media.

Aggiungete il latte e l’olio di girasole, e poi il cacao e la farina (setacciateli, sennò dovete rincorrere i grumi, e aggiungeteli poco alla volta, se non volete ritrovarvi un fungo atomico che si espande per la cucina). Quando il composto è perfettamente omogeneo aggiungete il lievito setacciato e rovesciate nel contenitore prescelto.

Cuocete la torta per 20-25 minuti: non fatela asciugare troppo, deve essere morbida e appena gommosa al tatto. Estraetela dal forno e – senza toglierla dallo stampo – bucherellatela con una forchetta. Siate precisi: buchi a file regolari, non troppo distanti tra loro, che arrivino fino alla base (non dimenticatevi i bordi!)

Rovesciate 250 ml di latte sulla torta, facendo in modo che si inzuppi bene dappertutto (potete aiutarvi con un cucchiaio o meglio ancora con un pennello), poi sigillatela con la pellicola e parcheggiatela in frigorifero per un paio d’ore. Non fatevi venire in mente di risparmiare sulla pellicola, se non volete una torta che sappia d’aglio e cipolle e sia secca in superficie…)

Preparate la salsa al cioccolato, mettendo in un pentolino 500 ml di latte, il cacao e lo zucchero di canna. Sbattete con una frusta per eliminare i grumi e non smettete di mescolare finché la crema non inizia ad addensarsi (ci vorranno 5-10 minuti). Dev’essere densa, ma non come una crema: diciamo che deve scorrere come uno di quegli orrendi sbrodolamenti che certi ristoranti vi mettono sul dessert, ma questo – fidatevi – è molto, molto più buono…

Montate la panna (e mentre lo fate, mescolate spesso la salsa al cioccolato, per evitare che si formi la pellicina). Stendete la panna su tutta la superficie della torta e poi rovesciatevi sopra la salsa al cioccolato. Verificate che non sia calda (un leggero tepore è il massimo che la panna montata possa tollerare), iniziate dal centro e poi, a cucchiaiate, arrivate in ogni più recondito angolino. Non fatevi venire in mente di stenderla usando la spatola (o il cucchiaio a mo’ di spatola), perché otterreste un effetto marmorizzato che qui non va bene…

Rimettetela in frigo (ricordandovi sempre della pellicola) e tiratela fuori solo al momento di servire. Dura anche tre giorni, e con il tempo diventa più buona. Dà assuefazione… proprio come le belle storie.

POSTILLE

VIDEO – Visto che questa è una festa, celebriamoci un po’! Forse a qualcuno farà piacere rivedere il video che racconta, insieme al libro, la mia piccola cucina:

“FRAGOLE A MERENDA” (Guido Tommasi Editore) continua ad essere disponibile in libreria, su Amazon, e dovunque si vendano bei libri. Desidero ringraziare tutti i librai, che fanno un lavoro appassionante e coraggioso, e scusarmi con tutti quelli che mi hanno invitato a fare una presentazione nel loro negozio (ma anche scuole, biblioteche, centri culturali): sono stati mesi molto intensi, e ho deciso di impiegare il poco tempo disponibile a tenere un rapporto stretto con i miei amici lettori. Troveremo il modo di recuperare…
Grazie a tutti coloro che hanno scritto una recensione: ne ho lette di bellissime! Sappiate che quelle dei lettori – nessun giornalista si offenda – sono le mie preferite.
Grazie a tutti coloro che hanno deciso di ospitare una copia di “Fragole a merenda” in casa loro, e a quelli che ne hanno fatto dono a una persona cara: l’idea che il mio libro possa trasformarsi in un messaggero d’amicizia o d’amore mi inorgoglisce.

LA RICETTA è una ricetta turca, scovata in rete su vari blog e video… in turco! E’ stato divertente cercare di tradurre, ma l’unica cosa veramente complicata è stato spiegare a Monsieur d’Aubergine di chi erano le voci che nottetempo mi parlavano dal video in quell’idioma tanto esotico. E’ una ricetta facilissima, a patto di rispettare alcune condizioni.
Contenitore: scegliete quello che più vi fa comodo, tenendo presente che lo spessore dell’impasto una volta nello stampo dev’essere tra 1,5 e 2,5 centimetri. Non è una roba da maniaci, ma se la fate più alta diventa una tortona di quelle normali, mentre questa deve rimanere più bassa (non una sottiletta, però!). Perciò procuratevi delle cavie e fate più di una prova. E soprattutto: usate il righello! Con queste dosi io riempio una pirofila rettangolare da  20 x 30 cm (più un avanzino) o due stampi tondi da 20 e 22 cm di diametro: nel primo caso la torta viene un filo più alta, nel secondo (quello della foto) un filo più bassa del dovuto, in entrambi i casi buonissima. Calcolate sempre che la torta deve poter stare nello stampo una volta farcita ed essere sigillata senza che la pellicola tocchi la superficie.
Tempi di cottura: quelli che vi ho dato sono indicativi: maggiore lo spessore dell’impasto, più lunghi i tempi di cottura. Dopo il primo quarto d’ora, potete aprire lentamente il forno e tastare la superficie. Ma farla seccare è un delitto…
Farcitura: va da sè che se scegliete uno stampo più piccolo la superficie da farcire con panna e cioccolato sarà minore. Magari avanzeranno, ma sono certa che non avete bisogno di consigli per farne buon uso…
Zucchero: la salsa al cioccolato è amara. Io trovo che il contrasto con il resto sia molto piacevole, ma qualora foste degli amanti della dolcezza assoluta, nulla vieta che aumentiate la dose di zucchero.