Mini-pies di pollo e porri

http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Pies di pollo e porri,

Di solito a casa nostra la Pasqua si lascia dietro una profumata scia di cioccolato: avanzi di uova che finiscono in una serie di torte e di budini, con la scusa che bisogna smaltirlo tutto prima che il caldo lo sciolga (il quale accadimento è impossibile – non vivendo noi all’Equatore – ma tant’è…).

Quest’anno invece, di cioccolato neanche l’ombra. O meglio: nemmeno un avanzino… dev’essere che con il clima rigido, la pioggia, e i termosifoni ancora accesi, ce lo siamo fatto fuori tutto quanto. Sicché gli avanzi della mia Pasqua sono costituiti – più che da schegge profumate di cacao – da una serie di resti d’altro genere, variamente combinati. Per la precisione: pezzi di pollo e frammenti di hard-disk…

Il mio povero Mac è quasi passato a miglior vita dopo un capitombolo sul pavimento della cucina. Del resto, se una si accanisce su un mazzo di muscari e pratoline con una reflex della quale non ha ancora capito a cosa servono certi pulsanti, può succedere che nella concentrazione più assoluta si ritrovi avvinghiata al cavetto uessebì, che a sua volta è attorcigliato al tavolino sul quale poggia il computer, il quale pesa tre volte il tavolino… E allora la reazione a catena è inevitabile: il tavolino oscilla, il Mac vacilla, e sarebbe sul punto di cadere se la legittima proprietaria non l’afferrasse con l’impeto di un pompiere che salva un barboncino in caduta dal quarto piano… Peccato che i pompieri abbiano gambe scattanti e lei invece giri ancora con un ginocchio che funziona a tre cilindri.

Un tonfo sordo, seguito dalla netta sensazione che i miei ultimi dieci giorni di lavoro fossero stati inghiottiti per sempre da un mostro nascosto dietro lo schermo: così sono iniziate le mie vacanze pasquali… e debbo ancora riavermi dallo sconforto.

Mi sarebbe piaciuto rispondere ai commenti e alle vostre mail – alcune delle quali divertentissime (avvocato, lei e il suo blackberry anti-abat-jour siete fantastici!) – se solo non mi fosse apparso un irritante punto interrogativo che lampeggiava al centro dello schermo. Neppure le amorevoli cure di mio figlio – sempre sollecito al capezzale di un pc – sono servite a fargli ritrovare la memoria: pare abbia ormai solo disordinati frammenti di ricordi, accatastati in ordine sparso. Come una credenza di bicchieri, caduta senza perdere il suo carico: un armadio pieno di inservibili cocci di vetro…

Così, tutto quello che abbiamo cucinato è passato direttamente dalla cucina alla tavola, compresa una fantastica, profumatissima brioche che vi dovrò raccontare…

Il povero Mac è ancora in rianimazione, ma pare che se la caverà: gli metteranno un cuore nuovo, che spero sappia battere all’unisono col mio quando le dita scivoleranno di nuovo veloci sulla tastiera. E io ho ripreso a cucinare e fare foto solo dopo che ci hanno regalato un pollo. Un “vero” pollo, voglio dire: di quelli che hanno razzolato all’aria aperta, ignari di cos’è un mangime industriale. E’ arrivato il giorno di Pasquetta, insieme a Fernando il giardiniere. “Signora, non so se lo gradisce… è di quelli che tiro su per noi, per casa…” L’avrei baciato in fronte: lui, e il pollo spennato con due trionfali cosce d’atleta.

E’ finito in un brodo (il pollo, non Fernando il giardiniere…) che mi ha riconciliato con tutto: con la gamba incidentata, con il Mac che ha ingurgitato il mio lavoro e ne ha perduto memoria, con la siccità che ha bruciato un cipresso secolare e un paio di giovani allori, con la neve che per poco non ha fatto sprofondare un tetto… Cercate di capirmi: non è che i miei umori dipendano da un pollo, seppur dotato di vistoso corredo muscolare degno delle olimpiadi dell’aia. E’ che anche se questi non sono esattamente giorni di sfacciate fortune alla Gastone, cerco di apprezzare comunque quel che la vita passa…

E a proposito di quel che la vita ci riserva inaspettatamente – e anche di Gastone – vi annuncio un’anteprima di quelle che vi faranno fare un salto sulla sedia. Anzi, già che ci siamo, ve ne annuncio due.

La prima è che “Fragole a merenda”… trasloca! Tranquilli: stavolta niente cere e trementina, niente pennelli né operai. Solo servers, hosts, providers e tutte quelle cose per me assolutamente astruse che però servono a farmi tenere aperta questa cucina duepuntozero e a immaginarvi tutti, uno per uno, oltre lo schermo del pc.  Perciò preparatevi ad appuntarvi un indirizzo nuovo entro qualche giorno, se non volete perdervi le prossime puntate.

E arrivo alla notizia numero due (che poi sarebbe quella del salto sulla sedia, nonché la prossima puntata). Voi ve la ricordate – vero? – la storia del Manuale di Nonna Papera e di quel contest che grazie alla vostra partecipazione ha avuto un successo che mai avrei immaginato. E forse vi ricordate anche di quel post nel quale raccontavo di essermi messa alla ricerca di Nonna Papera, per scoprire chi c’era davvero dietro quelle ricette che hanno fatto sognare più di una generazione di bambini.

Beh… ci ho messo quasi un anno: ma ce l’ho fatta! E siccome vi avevo promesso che sareste stati i primi a saperlo, sarà proprio a voi che racconterò com’è finita. Perciò tenetevi forte: perché sabato prossimo, un grande quotidiano e un piccolo blog racconteranno in parallelo la vera storia del Manuale che ha iniziato alla cucina un’intera nazione di piccoli cuochi…. Come dite? … Sì, sì… avete capito bene: non saremo i soli, dopodomani, da queste parti. L’avventura di una blogger che si mette alla ricerca di Nonna Papera dopo più di quarant’anni non è passata inosservata. E nemmeno la vostra straordinaria partecipazione. Insomma, cari amici: una ricetta dopo l’altra ci siamo guadagnati la ribalta nazionale. E soprattutto siamo riusciti a riportare all’attenzione di tanti – ed è questa la cosa di cui più vado fiera – un libro per ragazzi straordinario, che meritava un compleanno speciale.

Perciò spero davvero che ci siate tutti, sabato, a festeggiare con me. E anche a darmi una mano a far gli onori di casa, perché credo che avremo un po’ di ospiti in questa piccola cucina.

E adesso, mentre provo a fare quel benedetto pdf che da sempre vi ho promesso, ripasso tutte le ricette, e le vostre storie, e i vostri nomi. E spero proprio di farcela a finirlo…

Saluti e baci,

S.

MINI-PIES DI POLLO E PORRI

INGREDIENTI

Per la pasta:
farina bianca 00: 300 gr
strutto: 75 gr
uova: 1
acqua tiepida: 100 gr
sale fino: un pizzico

Per il ripieno:
pollo: un quarto di pollo già lessato (o arrostito)
porri: 2
marsala: un bicchierino
olio extra vergine di oliva
sale e pepe

Mettete la farina e il sale in una ciotola, fate una fossetta al centro e rovesciateci lo strutto. Iniziate ad amalgamarlo alla farina con un coltello, poi quando non ce la fate più passate alle mani: dovete prendere il composto a pugni e farvelo passare tra le dita, finché non lo vedete ridotto a una specie di briciolame.

A questo punto rovesciateci l’acqua tiepida e l’uovo leggermente sbattuto (meno un cucchiaio che vi servirà per la spennellatura finale), mescolate con un cucchiaio e poi lavorate a mano sempre nella ciotola: stavolta l’impasto dev’essere morbido, come quello della pasta fatta in casa (e se non l’avete mai provata… immaginatevela!)

Lavoratelo per una decina di minuti, eseguendo le classiche “torciture” (vi ricordate? le stesse che uso per impastare il pane…), poi quando è bello liscio fatene una palla, mettetelo in una ciotola pulita, sigillate con la pellicola e tenete in frigo per una mezz’oretta (potete lasciarcelo anche un giorno, se vi fa comodo, ma non di più…)

Nel frattempo mondate e lavate bene i porri senza tagliarli per il lungo, eliminate la parte verde (ma non buttatela: fateci una frittatina, piuttosto…) e tagliate quella bianca a tocchetti di 5 cm. Fateli saltare in una padella antiaderente con un paio di cucchiai d’olio, sfumate con il marsala, salate e cuocete con il coperchio finché non sono appena teneri ma croccanti.

Mentre i porri cuociono disossate il pollo e fatelo a pezzetti di media grandezza (cioè: non riducetelo a un omogeneizzato…). Se utilizzate del pollo lessato potete farlo saltare in padella con un cucchiaio d’olio e un pizzico di sale, giusto per renderlo più “grintoso”.

Quando i porri sono pronti, unitevi il pollo e aggiustate di sale e pepe macinato al momento.
Accendete il forno a 180° e ungete con un filo di strutto (ma che sia un filo davvero…) quattro ramequins di quelli per la crème brûlée.

Tirate fuori la pasta dal frigo, infarinate appena il piano di lavoro e stendetela con il matterello in una sfoglia di circa 3 mm. Tagliate quattro cerchi – due più grandi e due più piccoli – di misura tale da poter rivestire le pirofiline e da poterle chiudere.

Rivestite i ramequins con i cerchi di pasta più grandi, lasciandone sbordare un po’, riempiteli con il composto di pollo e porri, chiudeteli con i cerchi più piccoli e sigillate i bordi pizzicandoli. Spennellate con l’uovo allungato con un cucchiaio di latte e infornate per 15-20 minuti, o finché non li vedete ben gonfi e dorati.

Mangiateli subito: riscaldati perdono tutta la loro verve.

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Pollo…
Non vi dico che se non avete un pollo ruspante, di quelli vissuti in piena felicità, non potete cimentarvi in questa preparazione. Ma una cosa è certa: un pollo triste e in più lesso non è tra le prelibatezze di questo mondo. Perciò sforzatevi di cercarne uno passabile…

… e brodo di pollo
A casa nostra è un’istituzione (e prima o poi ci farò un post anche se qualcuno dirà “Bleah!…”), soprattutto in caso d’influenza: siamo tutti sinceramente convinti che resusciti se non proprio i morti, almeno i moribondi (anche se i moribondi sarebbero per definizione impossibilitati a resuscitare, essendo ancora un po’ vivi…). Perciò quando dico “pollo lesso” non sognatevi di cuocere un rinsecchito pettino di pollo a vapore, come in certe orribili diete da signorina: prendete un pollo tutto intero (o almeno a metà), e cuocetelo con la sua pelle e tutte le verdure che avete: sedano, carote, cipolla, porro, prezzemolo… E se volete trarne la massima soddisfazione… fatevi prima venire l’influenza!

Grazie in anticipo…
… a tutti i lettori di buona volontà che mi segnaleranno se c’è qualcosa che non va, dopo questo cambio di indirizzo: malfunzionamenti, link che non rispondono, commenti… Insomma, avrete capito che il trasloco di un intero appartamento mi è assai più congeniale di quello di un blog…

Avviso ai naviganti
Causa passaggio al nuovo dominio, il box di ricerca (in alto a destra in ogni pagina) non sta funzionando. Google non è un animale facilmente addomesticabile…
Perciò, se volete ritrovare una ricetta la via più breve è entrare direttamente dal link INDICE DELLE RICETTE, immediatamente sotto.
(e per favore ditemi che tutto questo finirà e potrò tornare ad occuparmi di quello che piace a me: ne ho bisogno…)

The Nonna Papera story
Per chi si fosse perso le puntate precedenti:
Le ricette di Nonna Papera: 40 anni dopo (25 gennaio 2010)
I bignè di Nonna Papera (27 gennio 2011)