Melanzane al limone, miele e curry

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Melanzane al limone, miele e curry

Trentasei gradi e l’asfalto che si scioglie. Il primo tassista della fila sbuffa col gomito fuori dal finestrino. “Posso?” gli faccio mentre apro la portiera. Mi risponde con un grugnito e sgomma prima che abbia chiuso lo sportello.

Non faccio neanche in tempo a dirgli dove vorrei essere portata, che mi scruta col sopracciglio alzato dallo specchietto: “Lei è una di quelle che vanno contromano col cellulare?”
“Io?!? Ma… veramente vado quasi sempre a piedi. E adesso dovrei andare…”
“Scusi sa, ma era per avvertirla: perché io suono il clacson alle donne che vanno contromano e parlano al cellulare” e dribbla con una sbandata un furgoncino.
Mi chiedo se non esistano anche degli uomini che guidano contromano mentre parlano al cellulare: ma evidentemente non ne so abbastanza delle mode del momento.

Superiamo un signore in bicicletta, con due strombazzate che manderebbero fuori strada un tir. “L’ha visto quello lì?” impreca. “Fanno i ciclisti e poi si lamentano che li investi!” e gli fa pure le corna. Riesco a malapena a comunicargli l’indirizzo del mio appuntamento, tra uno stridio di freni e una sbandata per evitare una signora con passeggino.

Nel giro di tre semafori mi informa sulle altre categorie a suo avviso meritevoli di essere investite: coppiette che si tengono per mano, anziani col cane al guinzaglio, vigili urbani d’ambo i sessi, ragazze in motorino col casco rosa, e signore con sacchetti (tutte comprese nella macrocategoria “vecchie con la spesa”). Ci sarebbe da rispondergli per le rime, ma fa una tale afa che mi limito a dei laconici “Ah…” sperando di arrivare a destinazione quanto prima.

Finché a un certo punto, costeggiando un Pronto Soccorso mi dice: “Lo vede quello? E’ il posto più bello della città! Ci sono stato benissimo…” e inchioda a mezzo metro da un’ambulanza. Temendo che voglia fare di tutto per tornarci, stavolta in mia compagnia, mi decido a distrarlo con qualche domanda.
“Le hanno salvato la vita?” gli chiedo, fingendo un certo interesse.
Lui prende una lunga pausa da oratore, sospira, e inizia il suo racconto da un significativo antefatto.

“Signora, io verso le quattro del mattino mi sveglio sempre per fare un goccio d’acqua…” Mi copro istintivamente naso e bocca con la mano e cerco di concentrarmi sul tram che passa per evitare di immaginarmelo all’opera.
“Ma quella notte c’era un caldo… Ma un caaaldo!” e ri-sbanda perché si volta verso di me roteando il braccio. “Allora sa che ho fatto?”
“Una doccia?” azzardo, mentre ripasso la mappa delle sue chiazze di sudore.
“Nooo! Ho aperto il frigo e ci ho trovato due mozzarelle ghiacciate: e l’ho mangiate. Poi ho trovato un’aranciata ghiacciata: e l’ho bevuta. E poi…” – pausa di suspance e sguardo dallo specchietto per vedere se sono attenta – “…sono crollato a terra! Sve-nu-to!”

“Caspita!” rispondo con una certa enfasi, per dargli soddisfazione.
“Mi hanno portato in ambulanza, signora: ero mor-to! Con-ge-stio-ne! In rianimazione mi sono risvegliato…”
“Chissà che paura, sua moglie” gli dico, per salvare da investimento certo un’ignara ragazza che attraversa.
“Ma che paura e paura, signora! Ci siamo inc…… neri!” e gesticola tutto sudato verso di me. “Non m’hanno dato da mangiare per ventiquattr’ore! E impedivano pure a mia moglie di portarmi qualcosa da casa!”
Me lo immagino in rianimazione causa congestione che mangia gnocchi con la salsiccia di soppiatto.

“Ma il colmo è stato quando mi sono venuti a chiedere chi volevo vedere: mia moglie o mia madre. Ma sono domande da fare, dico io? Mia moglie l’ho sposata, mia madre mi ha messo al mondo: tutte e due, gli facevo… E quelli non volevano, ‘sti st…..! Una soltanto, mi dicevano…”
“Ah… E come avete fatto?”
“Come abbiamo fatto?!? Un casino abbiamo fatto, che ancora se lo ricordano, signora!” e riparte a razzo all’ultimo semaforo. “Perché a quel punto sono arrivati due zii, tre cugini con le mogli e pure mio nipote…” e chiude con una frenata e un ultimo florilegio di improperi.

Pago la corsa e aspetto il resto, perché a uno così non lascio nemmeno cinquanta centesimi. Mentre scendo si protende tutto verso il sedile posteriore e con un’impennata del tono di voce mi dice: “Ma le pare signora, che ci si comporta così?!? Lei al posto dei medici cosa avrebbe fatto?” e rimane a fissarmi con un’espressione ebete e tracotante.

La via non è trafficata, ma è a senso unico: e ci sono un paio di macchine che stanno arrivando… Calcolo rapidamente le distanze e mi chino appena verso la macchina: “Io? Mozzarelle ghiacciate per tutta la famiglia! Arrivederci…” e m’infilo a passo svelto nell’androne del vecchio palazzo.

Un’ora dopo, mentre tornavo a piedi verso casa con tanti pensieri positivi nella testa, uno stridìo di freni mi ha riportato bruscamente alla realtà. “E’ lui – mi sono detta – mi ha seguita e adesso m’investe.” Invece era un cane ad aver rischiato d’essere messo sotto. E non da quel tassista: ma da un ossesso di donna che guidava mentre urlava al cellulare. Però non era contromano…

MELANZANE AL LIMONE, MIELE E CURRY

INGREDIENTI
(per 4 persone)

melanzane lunghe: 2
limone: 1 (non trattato, vi servono succo e buccia)
miele: 1 cucchiaio
olio extra-vergine di oliva: 3 cucchiai
aglio: 1 grosso spicchio
curry: un cucchiaino circa
sale e pepe macinato fresco

Accendete il forno a 180°.

Lavate le melanzane, asciugatele, privatele del picciuolo e tagliatele in quattro spicchi nel senso della lunghezza. Disponetele in una pirofila con la parte tagliata verso l’alto, salatele (con misura) e pepatele (abbondantemente).

Lavate bene il limone, asciugatelo, grattugiate tutta la buccia e tenetela da parte. Poi spremete il succo.

Raccogliete in una ciotola l’olio, il succo e la buccia grattugiata del limone, il miele e tre cucchiai d’acqua: sbattete con una forchetta finché non ottenete una salsa omogenea. Versatela sulle melanzane cercando di farla aderire alla loro superficie (col dorso di un cucchiaio o un pennello).

Pulite lo spichio d’aglio, tagliatelo a fettine sottilissime, e distribuitelo sulle melanzane. Spolverizzate di curry e infornate.

Abbassate la temperatura (a circa 150°) dopo una decina di minuti e continuate la cottura finché le melanzane non saranno tenere (ci vorranno circa 45-60 minuti). Irroratele spesso con il fondo di cottura per evitare che si asciughino e nel caso aggiungete qualche altro cucchiaio d’acqua.

Mangiatele tiepide o fredde. Sono buonissime anche il giorno dopo.

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Grazie a…
Gontran Cherrier e alla sua ricetta di melanzane al miele e curry pubblicata su Elle à table. Io l’ho realizzata con qualche piccolissima modifica rispetto all’originale (lievi differenze nelle dosi degli ingredienti, e quell’aggiunta di acqua che mi serve a limitare la quantità d’olio). Se non avete in casa il miele, potete sostituirlo con altrettanto malto d’orzo. Funziona: ma sappiate che questa è una variazione in puro stile d’Aubergine…