“La vie en rose” dip

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Barbabietola dip, by FRAGOLE A MERENDA

“Signora, lei è la prima persona che mi sorride stamattina. Sarà che sono tutti arrabbiati perché è lunedì!”. La giornalaia ha una di quelle facce paciose che sono sempre più rare in questa città: i clienti che mi hanno preceduto non potevano avercela con lei. “Avranno avuto dei problemi…” le rispondo, nel tentativo di risollevarle il morale. “Ma signora: i problemi li abbiamo tutti!”.

Rifletto su questa pillola di saggezza popolare mentre attraverso la strada e vengo quasi investita da un suv: al volante un’ossessa, che guida con una mano e gesticola con l’altra intanto che parla al telefonino. Una frenata che fa uscire persino il portinaio, e lei?… nemmeno scusa. Dev’essere un’altra con la sindrome del lunedì.

Nell’androne il postino di turno ha appena gettato a terra due pacchi di posta e sta scappando. “Scusi, ci sono le cassette…” provo a protestare, ma si è già dileguato: non senza aver emesso un grugnito al mio indirizzo. Che abbia anche lui il lunedì di traverso?

Così a pranzo, mentre intingo asparagi e ravanelli nella mia crema di barbabietole, mi chiedo se esista veramente una sindrome da lunedì. O se non siamo invece noi ad essercela inventata: per giustificare – almeno un giorno a settimana – quel senso di noia, di insoddisfazione per ogni cosa, che contraddistingue chi vede sempre nero a oltranza. Una specie di piagnisteo socio-filosofico, terribilmente contagiosiso, che ci fa lamentare di tutto e di tutti: persino di chi non c’entra niente, come il povero lunedì.

Ora mi si dica – di grazia – di cosa ci si dovrebbe lagnare il primo giorno della settimana: di esser tornati al lavoro? Magari chi un lavoro non ce l’ha sarebbe disposto ad essere felice anche il lunedì…

La smetto qui: non ho intenzione di tediare nessuno con l’elogio della normalità (anch’essa, peraltro, non priva di insidie). Ma se siete di quelli che si ostinano a vedere il bicchiere mezzo pieno, se siete capaci di distinguere la peste da un mal di denti e non scambiate una pozzanghera al parco per il Diluvio Universale … beh, permettetemi di dedicarvi almeno una crema di rape rosse: questa.

Perché sono così anch’io: innamorata della vita al punto da apprezzare perfino quella miriade di piccole cose che vanno storte e che sommate tutte assieme non fanno comunque una tragedia.

Perciò, se l’unica calamità che oggi si è abbattuta su di voi è la scoperta di una nuova ruga o giù di lì, provate a riderci su. Concentratevi sul colorino pastello di questo mio omaggio mentre ascoltate Edith Piaf: a volte, per vedere la vie en rose anche una crema di rape rosse può bastare…

Saluti e baci (rosa… anzi: “en rose”),

S.

“LA VIE EN ROSE” DIP

INGREDIENTI

barbabietole al vapore: 100 gr (quelle sottovuoto del supermercato)
ricotta: 200 gr
aceto balsamico: 1/2 cucchiaino (di quello denso, buono…)
sale

Fate a pezzi le barbabietole, mettetele nel bicchierone del minipimer e riducetele in crema. Aggiungete la ricotta e lavorate quel tanto che basta a rendere il composto omogeneo.

Aggiustate di aceto balsamico e di sale (nell’ordine indicato…), poco alla volta e secondo i vostri gusti: nessuno potrà scegliere al posto vostro qual è il punto di equilibrio tra il dolce della barbabietola e il salato che il dip deve avere…

Conservate la crema in frigo – perfettamente sigillata – fino al momento di servirla: con foglie di indivia e di radicchio, finocchi, ravanelli, cimette di cavolfiore crude, bastoncini di pecorino piccante… o quel che piace a voi.

Si mantiene bene in frigo un giorno o due: dopodiché, oltre al dolce e al salato inizierete a sentire anche l’acido… della ricotta andata a male.

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Se non avete paura delle rape rosse…
vellutata di rape rosse e mela verde