Pie di fragole

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Pie di fragole

La torta di fragole dei miei sogni era una torta di fragole che non esisteva, quand’ero bambina: non c’era nelle pasticcerie della città e non l’avevo mai vista in nessuna cucina amica.

Per la verità, esisteva un’intera categoria di dolci con le fragole che andava dalla crostata alle barchette di frolla, fino alla bavarese e alla panna cotta: tutti con fragole immancabilmente crude e spesso – con mio sommo raccapriccio – gelatinate. Così io i dolci con le fragole li lasciavo agli altri: li trovavo tutti terribilmente stucchevoli… Ma soprattutto mi ricordavano il retrogusto di un dentifricio per bambini – un’orrenda pasta fucsia che produceva una quantità di schiuma inverosimile – con il quale rischiavo un soffocamento da bolle di sapone a ogni lavata di denti…

Eppure ero certa che da qualche parte dovesse esserci quella torta tanto carina da sembrare finta: una specie di cestino, con sopra un intreccio di pasta un po’ ondulato, che lasciava presagire il ripieno di frutta e che a me – invece – pareva un plaid scozzese da picnic poggiato su un prato. Avrei dato persino i miei pastelli Giotto color legno per poter ammirare dal vivo una torta come quella: che si materializzava davanti ai miei occhi solo quando leggevo su Topolino le storie di Nonna Papera…

Ho scoperto solo da adulta – e da curiosa frequentatrice di libri e di cucine in ogni dove – che quella che per me era la “torta totem”, l’archetipo di tutte le torte alla frutta, era la classica pie americana: cioè una sorta di brisée ripiena di frutta e chiusa da un elegante intreccio. Così un bel giorno di qualche anno fa, dopo aver messo insieme e comparato non so quante ricette (tutte molto simili), mi sono lanciata nell’impresa.

Da allora questa torta di fragole figura di diritto tra i dolci più gettonati in famiglia: amatissima dai bambini, profumata di burro (ahimé, ci vuole…) e di zucchero, è semplicemente deliziosa. Riscuote molto successo anche tra le signore, letteralmente affascinate da quell’intreccio ancora poco praticato alle nostre latitudini: le più temerarie assaggiano e gradiscono, quelle perennemente a dieta s’inventano di esser già sazie e si struggono a guardarla. Perciò sia chiaro: questa non è la torta di Nonna Papera. E’ semplicemente la versione di pie di frutta in voga a casa nostra (con differenze davvero minime rispetto alle migliaia che trovate in rete).

Qualche avvertenza – dato che sono io che vi sto inducendo in tentazione – è d’obbligo.

Punto primo: la quantità di burro è quella che è, lo so bene. Ho provato varie volte a diminuirla, ma se vi dicessi che i risultati sono stati eclatanti mi spunterebbe un naso che, trapassato lo schermo del computer, rischierebbe di invadere la vostra scrivania… Perciò: non inventatevi che è dessert da tutti i giorni, ma se la fate… fatela come si deve!

Punto secondo: per farla venire proprio bene servirebbe uno stampo di quelli a bordi svasati e possibilmente dal profilo ondulato (i più temerari possono avventurarsi su eBay…).

Pie di fragole

Fine dei lati oscuri di questa torta. Che offre invece incomparabili vantaggi in termini di praticità: perché potete preparare la pasta anche con un paio di giorni d’anticipo, variare la varietà di frutta, aggiungere o togliere frutta secca e spezie (pepe, cannella, chiodi di garofano…). Dovete solo state attenti a non usare un ripieno che rilasci molti liquidi in cottura: se lo fate, create prima uno strato di frutta “assorbente” come fondo (esattamente come in questa ricetta).

Un’ultima avvertenza: va gustata tiepida. Bisogna lasciarla raffreddare un po’ prima di servirla, direttamente nel suo stampo. E dicono che messa a intiepidire su un davanzale sprigioni un profumo dai magici poteri… Se poi il vostro davanzale dà su un patio vecchio stile che si affaccia sui campi, aguzzate la vista: dovrebbe esserci un trattore che sbuffa in lontananza. Lo riconoscerete facilmente perché non è esattamente l’ultimo modello, emette graziose nuvolette di fumo e a guidarlo c’è un tipo un po’ in carne, con una buffa espressione da oca paciosa. Pare sia golosissimo: occhio alla vostra torta…

PIE DI FRAGOLE

INGREDIENTI
(per uno stampo da 24 cm di diametro)

per la crosta:
farina bianca 00: 400 gr
burro: 250 gr
zucchero di canna: 2-3 cucchiai
sale: 1 cucchiaino raso
acqua fredda: 14 cucchiai (ridete pure…)

per il ripieno:
fragole: 500 gr
mele verdi: 2

per lucidare l’intreccio:
uova: 1 (solo il tuorlo)
latte: mezzo bicchiere
zucchero di canna: qualche cucchiaio

Mettete nel mixer farina, zucchero e sale e fate andare per un attimo. Poi aggiungete il burro freddissimo tagliato a cubetti e lavorate più volte ma per pochi secondi (non dovete farlo scaldare), finché non si formano delle briciole. A questo punto aggiungete l’acqua 2-3 cucchiai alla volta, lavorando con il mixer il meno possibile: dovete ottenere un impasto che non sia perfettamente omogeneo (tanto per intenderci: se vedete dei pezzettini di burro qua e là tanto meglio…), ma che stia insieme. Regolatevi voi con l’acqua: potrebbe volercene un cucchiaio in più o uno in meno, ma l’impasto non dev’essere appiccicoso.

Dividete l’impasto in due parti uguali, fatene delle palle, appiattitele con le mani fino ad avere due frittellone di 3 cm di spessore e mettetele in due piatti fondi sigillandole con la pellicola. Tenetele in frigo per qualche ora, ma potete lasciarcele anche un paio di giorni: la vostra torta sarà migliore…

Quando deciderete di assemblare la vostra torta di fragole, accendete il forno a 180° e imburrate uno stampo. Lavate e mondate le fragole e fatele a pezzi piuttosto grandi. Lavate e sbucciate le mele e tagliatele a tocchetti.

Tirate fuori i panetti dal frigo, lasciateli dieci minuti a temperatura ambiente (ma non fateli ammorbidire troppo) e poi stendeteli in due sfoglie uguali di circa 3 mm di spessore.
Foderate lo stampo con la prima, facendo in modo di farla sbordare di un po’. Disponete le mele cercando di coprire bene il fondo del pie (dovranno assorbire il liquido delle fragole in cottura, impedendo alla crosta di rammollirsi), e poi metteteci sopra le fragole.

Tagliate la seconda sfoglia in 12 striscie e dividetela idealmente in 2 parti. Disponete le 6 striscie della prima metà sulle fragole, lasciando un po’ di spazio tra una e l’altra. Poi prendete la striscia più lunga della seconda metà e poggiatela quasi al centro, perpendicolare alle altre: sollevate le striscie sottostanti, una sì e una no, piazzate la seconda striscia e abbassate le striscie che avevate sollevato. Continuate così fino ad esaurimento delle striscie. E’ più facile di quanto sembri: guardate bene la foto (e magari tenetela a portata di mano…).

Rifilate con le forbici l’eccesso di sfoglia lungo la circonferenza dello stampo (lasciatene 2 cm), sigillate bene le estremità delle striscie e ripiegate all’interno il bordo di pasta, pizzicandolo con due dita per creare il motivo ondulato. Spennellate delicatamente con il tuorlo diluito in mezzo bicchiere di latte e spolverizzate con 2-3 cucchiai di zucchero di canna.

Cuocete per circa 45 minuti, o finché non vedete la pie appena dorata. Non sformatela: dovete servirla nello stampo. Possibilmente dopo averla fatta raffreddare sul davanzale…

POSTILLA

Raccolta per i 40 anni del Manuale di Nonna Papera…
Mi avete convinta. Nonostante inizi ad accusare la fatica dello star dietro a una raccolta, ci sono un sacco di persone che hanno voglia di partecipare ma non hanno ancora trovato il tempo di farlo. E poiché mi sento anche un po’ responsabile per aver scatenato una caccia al Manuale tra biblioteche, soffitte e mercatini, nonché per aver forse contribuito ad un’impennata delle quotazioni su Ebay, nuntio vobis gaudium magnum: i termini per la raccolta sono prorogati al 31 Maggio 2010! E poi non dite che non ho il cuore tenero…