Pasta “fluo” ai peperoni e feta

pasta "fluo" con peperoni e fetapasta "fluo" con peperoni e feta http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

pasta "fluo" ai peperoni e feta

Avete in programma una serata revival anni ’70, con decor psichedelico cibi compresi? Questa pasta fluorescente fa per voi!

Ricetta pigrissima, da giornata estiva afosa con avanzi di peperoni arrostiti del giorno prima (sennò dovete accendere il forno… e allora non sarebbe più una ricetta da giornata afosa e io dovrei riscrivere questo incipit…).

E’ una pasta che si prepara in un attimo, si può mangiare anche tiepida (quindi tenetela bene al dente), e profuma d’estate. Unico neo: non è un piatto per tutte le occasioni (il colore “fluo” mal si intona alle tavole apparecchiate in delicati colori pastello…)

Saluti e baci (fluorescenti, peperonati e psichedelici),

S.

PASTA “FLUO” AI PEPERONI E FETA

INGREDIENTI
(per 2 persone):

pasta (del formato che preferite)
peperoni rossi: 2-3
feta: 100 gr
pecorino grattugiato: 1 cucchiaio
cipollotto tritato: 1 cucchiaino
aglio: 1/2 spicchio
basilico: una decina di foglie
sale e pepe
angostura

Lavate e asciugate i peperoni e metteteli nel forno a 180° finché la pelle non si stacca. Fateli intiepidire, togliete i picciuoli e fate scolare fuori tutto il liquido (così non sembreranno lessati), e metteteli in una ciotola sigillata con la pellicola. Quando saranno freddi, spellateli (farete in un attimo), e salateli leggermente.

Pesatene circa 200 grammi, fateli a pezzi e metteteli nel bicchierone del minipimer con la feta sbriciolata, l’aglio (privato del filamento verde, se c’è) e un cucchiaino di trito finissimo di cipollotto. Riducete a crema fine, aggiustate di sale e pepe (siate generosi… ) e aggiungete il pecorino prima dell’ultimo “giro” di minipimer. Condite con qualche goccia di angostura se amate il genere.

Conditeci una pasta cotta molto al dente e guarnite con sottili striscioline di peperone e briciole di feta.

Basilico: se volete una pasta color arancio appassito con puntini verdognoli frullatelo con tutto il resto. Se invece preferite l’arancione psichedelico a effetto fluorescente (cioè come nella foto), aggiungetelo solo a cose fatte.

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La pasta nel piatto

Conduco da tempo una mia personalissima – e criticabilissima – campagna contro la diffusione dei piatti di forme improbabili.
La moda ha iniziato a prender campo qualche anno fa, con l’avvento dei piatti quadrati. Poi c’è stato l’arrivo di quelli… piatti (il concetto del piatto “piatto” andrebbe dibattuto con la meritata attenzione..) portati dal vento dell’est (sushi e giapponeserie varie).
L’ultimo anello della catena evolutiva è rappresentato dal piatto ovoidale tridimensionale, più alto a destra e inclinato a sinistra, un oggetto inquietante che sembra un uovo di struzzo decapottabile o il plastico di un progetto di Zaha Hadid. Mi ci hanno servito una zuppa di pesce in un ristorante di grido, tempo fa, ed era talmente stretto in orizzontale e così alto a destra che una persona normodotata di media educazione era impossibilitata ad usare il coltello a meno di inclinarlo paurosamente in verticale… un autentico strazio!
Ora: mi si vuol dire – di grazia – cos’hanno di sbagliato i piatti tondi, quelli che consentono un garbato e naturale uso delle posate da ambo i lati (con benefiche ricadute sullo stile dell’intero tavolo e sull’umore dei commensali) e che conservano il cibo ad una temperatura omogenea?
Mi premeva la precisazione, per spiegare che l’uso della ciotola per servire la pasta non è tra le innovazioni che mi fanno sospirare (trovo anzi che produca un effetto “pentola” per cui se non la si mangia all’istante continua a cuocere…): avrete capito che in questo caso trattasi di pura trovata scenica per “sostenere” le mie improbabili doti di fotografa…