Il pane con le mele

http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

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Dichiarazione introduttiva: questo è il mio primo post d’autunno. Perché hai voglia a dire che è ancora ufficialmente estate: qua piove a catinelle, ci siamo persi dodici gradi dodici! in un giorno solo e fuori dalla finestra il grigio la fa da padrone. Ce n’è abbastanza per essere incavolata nera (anzi, grigia) e decidere di passare ad altre nuances. Anche in cucina.

Cambio di stagione nell’armadio e in dispensa: fuori l’arancio peperone, il rosso pomodoro, il viola melanzana; dentro l’arancio zucca, il rosso mela. il viola delle rape. Il verde cavolo al posto del verde pisello. E via di seguito…

Un solo colore, a casa mia, attraversa indenne tutte le stagioni: quello della farina. Anzi per meglio dire: tutte le sfumature – dal bianco al nocciola – di tutte le possibili farine. Che compro, provo, mischio e rimischio in un turbinio di infornate da dodici mesi l’anno (agosto compreso).

La panificazione casalinga – ormai una dipendenza conclamata che si aggiunge a quelle da caffè, da scarpe e da mercati delle pulci – mi gratifica a tal punto che non possiedo neppure una macchina del pane: impasto a mano e ne sono felice.

Questa ricetta è fresc.. oops! … calda di forno (ma allora perché si dice “pane fresco”?). Farina integrale e mele. Un pane semplice, leggero, che va bene con gli affettati o con la marmellata. Quello che avanza si surgela a fette, e si tira fuori quando si va di fretta. Quando il tempo è solo quello di un rapido passaggio nel tostapane o sotto il grill. Non oggi.

 

IL PANE CON LE MELE

INGREDIENTI

farina Manitoba: 250 gr
farina integrale: 200 gr
farina 00: 200 gr
latte: 100 ml
acqua: 200 ml (circa)
mele: 2
zucchero: 1 cucchiaio
sale fino: 1/2 cucchiaino
lievito di birra disidratato: 1 bustina

Grattugiate le mele (non troppo finemente). Fate intiepidire il latte e l’acqua.

Setacciate le farine e miscelatele bene in una grossa ciotola con lo zucchero, il sale e il lievito. Fate una fontana al centro e versatevi il latte, l’acqua e le mele grattugiate (poiché la quantità d’acqua dipende anche da quanto sono succose, tenetene da parte circa 1/3 e vedete voi quanta aggiungerne).

Continuate a lavorare nella ciotola finché non avrete un impasto sodo e compatto (non dev’essere troppo molle) che riuscite a manipolare senza che vi resti attaccato alle dita. A questo punto rovesciatelo sul piano di lavoro, fate 7-8 torciture (prima o poi lo farò un post per chi non ha la macchina del pane… ) e poi mettetelo a riposare nella ciotola pulita, unto appena con un cucchiaino d’olio (per non farlo seccare) e sigillato con la pellicola.

Fate lievitare finché l’impasto non raddoppia di volume (ci vorrà almeno un’ora, ma dipende dalla temperatura del locale).

Accendete il forno a 240°. Rovesciate l’impasto sul piano di lavoro, sgonfiatelo (non occorre rilavorarlo), dividetelo in tre parti e ricavatene una treccia. Spolverizzatela di farina e mettetela in uno stampo (io ho usato quello classico da cake) foderato di carta forno e fate lievitare ancora per una quarantina di minuti (o finché la treccia non sborda abbondantemente dallo stampo).

Cuocete per circa 30 minuti con lo stampo e poi per altri 10 senza (magari abbassate un po’ la temperatura del forno, diciamo a 200-220°).

Questo pane si mantiene benissimo per un paio di giorni a testa in giù su un piattino (cioé con la parte tagliata in basso…). Se volete potete affettarlo e surgelarlo per un mese.

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C’è lievito e lievito…
…lo so. Leggo delle vostre panificazioni casalinghe con pasta madre e muoio dalla voglia di provarci anch’io. Ma poi mi chiedo: e se una è sempre in giro come me? Chi gliela rinfresca ‘sta benedetta pasta madre?
Certo, se ne potrebbe portare un po’ in aereo (non più dell’equivalente di 100 ml, però, per non incappare nei controlli anti-terrorismo e rischiarne il sequestro) e poi rinfrescarla qua e là, dove capita… Ma ci vuole pure la farina!
Dovìè il problema? Provate a immaginare la scena al controllo bagagli dell’aeroporto: una signora che viaggia con un pasticcio molle in un vasetto (e fin qui potrei sempre dichiarare che è l’ultimo ritrovato ayurvedico antirughe…) e … un sacchettino di polvere bianca per uso personale.
Voi me le portereste le arance in carcere?