Una piccola storia di Natale
Tutto ebbe inizio un pomeriggio d’ottobre. La luce allungava ombre morbide sulla mia scrivania, attraversava il vasetto degli omogeneizzati di Polpetta che ospitava un tralcio di piccole mele rosse, e rimbalzava sulla tastiera. Io la rincorrevo tra i tasti – tic, tic, ti-tac… – una parola dietro l’altra, mentre mi concentravo su quel lavoro che si trascinava da tempo e che finalmente ero a un passo dal concludere. Pregustavo già il piano libero dai fogli, gli archivi in cartelle ordinate, e all’orizzonte un piccolo corteo di settimane che avanzava al mio indirizzo sventolando cartelli con scritte incoraggianti: “Tempo disponibile in vista”, “Giornata pigra a disposizione”, “Pomeriggio di libertà”… Wow!
Sarei così riuscita a dedicarmi al nuovo progetto che mi stava tanto a cuore, e che al momento aveva misere sembianze di appunti scribacchiati, ritagli di giornale, e libri pieni di note e di post-it. Ci sarei riuscita prima che un nuovo anno – con una nuova agenda – avesse inizio, e prima che la meravigliosa confusione delle feste scompigliasse ogni programma di attività extra-familiare. “In fondo, mancano ancora due mesi a Natale..” mi ritrovai a pensare.
Mai affezionarsi anzitempo all’idea di un progetto, dovrei saperlo… E infatti quello durò giusto un istante, uno di quegli istanti che ci paiono lunghissimi solo perché riusciamo a riempirli di grandi aspettative.
Driiin, driiin! fece il telefono, e il ticchettio dei tasti si arrestò. La voce proveniva da una stanza che ormai conosco bene: pare una caverna scavata nei libri, e io mi ci sento come a casa, anche se la luce non è proprio la stessa e si rischia di esser travolti da valanghe di volumi ad ogni passo.
Ma si dà il caso che io sia una sensibile al profumo della carta, almeno quanto al profumo di brioches. E fu così che il gioioso corteo di settimane libere cambiò senso di marcia e – per la stessa legge per cui certi istanti ci paiono infiniti – il tempo all’improvviso accelerò: l’autunno si tramutò in inverno, ghirlande di lucine si accesero nella mia testa, e il cespuglio di viburno della terrazza di fronte si travestì da abete.
“E poi sarebbe una bella sfida – concluse la voce all’altro capo del filo – visto che i libri di Natale non li vuol fare mai nessuno: stanno in libreria solo un paio di mesi e molti autori li considerano un rischio…”.
Ora, non so se ve ne siete accorti, ma a me le sfide piacciono. E poi, questa storia del Natale ridotto a evento “rischioso” non mi andava proprio giù. Mi pareva perfino irriguardosa… “Ma come, – mi dicevo – una festa che da sempre rende felici i bambini di ogni età, la vogliamo ridurre a un rischio?” E concludevo che, nel caso, sarebbe comunque stato un rischio emozionante e bellissimo.
Due settimane dopo la scrivania era finalmente libera, pronta a ospitare montagne di nuovi appunti, e fogli, e quaderni pieni di post-it. La mia agenda era stata stravolta, previa riunione di famiglia da cui era emerso che saremmo riusciti a sopravvivere anche a questa emergenza, e io mi ero gettata a capofitto nella nuova avventura: raccontare il Natale in cucina, a modo mio.
Io credo che il Natale ci sia necessario, indipendentemente dalla nostra tribù di appartenenza, e se così non fosse non si capisce bene come avrebbe potuto reggere al logorio del tempo. Perché quando dicembre bussa alla porta – mentre la casa prende a danzare a un ritmo inconfondibile e gioioso e un’atmosfera di attesa la pervade – persino quelli con la scorza più dura decidono che è arrivato il momento di deporre la corazza e di tornare un po’ bambini. Lo spirito natalizio è per sua intima natura un tantino regressivo: ci si ritrova, senza neanche accorgersene, a credere alla Befana, a guardare una tazza di cioccolata senza retropensieri dietetici, e a trovare frequentabili film e canzoni a tema, e perfino certi maglioni jacquard sferruzzati da vecchie zie, altrimenti destinati alla naftalina tra i cimeli di famiglia. Ma pensateci bene: non credete sia il caso di arrendersi, e di accogliere a braccia aperte Babbo Natale, perché una piccola regressione ci vuole – una volta l’anno – per riequilibrare undici mesi di severa vita da adulti?
Perciò questo è il racconto di una piccola cucina – una cucina vera, proprio come la vostra – che si anima di avventure dagli esiti commestibili, aspettando il Natale. E se ingredienti e personaggi s’intrecciano, e storie e ricette si alternano, è semplicemente perché è così che la vita funziona per davvero e non saprei raccontarvela in un altro modo… Così ritroverete tra le pagine Delfina (sì proprio lei, quella con i ciabattoni da uomo e le gambe pelose) e il Gambucci, Brenda (stavolta alle prese con un caso di spezie indiane e reggipetti… oh-oh!), le suore dell’asilo Montessori, e una certa elegante signora che girava con una Cinquecento stipata di bambini (con strapuntini, all’occorrenza, anche per capponi e alberi di Natale…).
Ma per raccontarvi il guancino e il petto d’anatra ho dovuto invitare anche il signor Vittorio, che di mestiere è macellaio ma è talmente divertente che piace anche ai vegani. E quanto ai portentosi effetti del cioccolato, la signorina Beneduce è la prova vivente che non sono una pretestuosa invenzione dei golosi. Ma poiché Natale è in fondo pur sempre una storia del popolarissimo genere “due cuori e una capanna”, ci sono anche Lino e Carmen, che la loro capanna l’hanno trovata in libreria…
E poi, naturalmente, ci sono le ricette: i regali golosi che finiranno sotto l’albero, e le preparazioni che con pochi passaggi aggiuntivi daranno vita a improvvisati spuntini tra amici o arricchiranno le tradizionali cene di famiglia. Brioches per gli amanti degli intrecci, biscotti per chi ha scatole di latta da riempire, un toffee per principianti e un torrone che va fatto a quattro mani (approfittatene, è un’ottima scusa per riallacciare storie d’amore sfilacciate…), croccanterie da piluccare mentre si gioca a tombola, e cicchetti più o meno innocui per farsi girare un po’ la testa (avete un’ampia gamma di sfumature alcoliche a disposizione), ghirlande di cracker e di panini, qualche piatto di carne (perché esiste anche la tradizione), insalate in barattolo da preparare in anticipo (perché è il bello della contaminazione), vellutate e soufflé di verdure…. e persino un pot pourri da mettere in pentola!
Avete capito bene: io sarei andata avanti ancora per un po’. Ma stavolta mi sono dovuta fermare prima che il tomo raggiungesse la taglia extra-large di “Fragole a merenda”: pare che i librai, a Natale, non abbiano posto per libri da un chilo e mezzo ciascuno. Così ci siamo fermati a 850 grammi. Ma siccome abbiamo un Editore che quando vede un’autrice senza più fogli disponibili e la penna sospesa a mezz’aria s’intenerisce, siamo riusciti a portare a casa ben due sedicesimi più del previsto: 32 pagine che non ci dovevano essere, e invece ci sono, perché sennò ditemi voi… che Natale sarebbe, senza un po’ di magia?
Per restare in tema di magie, sappiate che ce n’è stata più d’una lungo questo percorso. Agostino e Babbo Natale mi hanno accompagnata per tutto il tempo: alternandosi però… Mi sono ritrovata con un braccio al collo venti giorni dopo avere iniziato, e Polpetta ha cancellato in un colpo solo un intero capitolo, ma sono sempre riuscita a cavarmela. Ho persino trovato un abete a gennaio, e una fornitura costante di rami di pungitopo fino a maggio, che mi è valsa la fama di appassionata di foglie con aculei nel quartiere. Se non ci credete, provate ad avvicinarvi al banchetto di Abu, all’angolo della via, quando lo vado a trovare: “Seniora biasce bingitopi? Abu bende bingitopi!”, e fa niente se io sono lì per un mazzo di violette.
Naturalmente – ectoplasmi, personaggi mitologici e fiorai strampalati a parte – non avrei potuto farcela da sola. Sappiatelo: anche stavolta siete voi i primi della lista, nella pagina dei ringraziamenti. E se nessun altro si offende è perché tutti sanno che il vostro podio è meritato. Siete presenti ma discreti, affettuosi ma mai sopra le righe, emozionati ed emozionanti (conservo tutte le vostre mail: sono bellissime), mai scontati e… divertenti!
Non ce l’avrei fatta senza Alessandra Costa: era lei al telefono, quel pomeriggio d’ottobre, e da allora non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno, anche a costo di qualche performance da equilibrista. E se vi capitasse di accettare un passaggio sul sellino posteriore della sua Vespa, sapreste che per lei l’equilibrismo è una cosa molto seria…
Guido Tommasi viene subito dopo, ma è solo perché le parole devono trovare un ordine sul foglio, e non è necessariamente una classifica. Mi ha concesso il privilegio raro di poter seguire il mio lavoro in ogni sua fase, ben sapendo quanto sia importante per me, e gliene sono molto grata. Troverò il modo di fargli avere il Montebianco che non sono riuscita a mettere al capitolo 7, causa indisponibilità di castagne all’altezza (era ormai primavera inoltrata).
Anita Ravasio ha magistralmente condotto la nave in porto, e non era affatto scontato che certe manovre riuscissero a perfezione. Ad ogni incidente di percorso che scombinava il suo programma, rivedeva pazientemente i suoi fogli di calcolo, ben sapendo che non li avrei mai capiti ma avrei fatto di tutto per rispettarli. E poi ci sono Carolina, Anna e Giusy, che hanno impaginato e riletto i miei testi con grande rispetto e altrettanta passione.
Quanto al versante familiare, mia madre si è fatta promettere che non scriverò più libri in vita mia (“Dillo chiaramente: tu hai deciso di suicidarti!” tuonava alla fine di ogni nostra conversazione telefonica, preoccupata per la mia stanchezza. Ma sono certa che quando leggerà la storia del cappone volante tirerà fuori quel suo sorriso inimitabile… (e voi vedete di non dirle che ogni mia promessa via cavo era accompagnata da un incrocio di dita dietro la schiena).
I miei figli hanno eletto a sede per il pranzo della domenica l’indiano sotto casa, perché per mesi il nostro tavolo è rimasto in modalità “scrivania di Babbo Natale”: impraticabile, causa presenze decorative e commestibili destinate alle mie pagine. Polpetta si è ciucciata di nascosto un’abbondante mezza sfornata di biscotti alle spezie e cacao, ben prima che la pediatra la autorizzasse a sostituire i biscotti da biberon con quelli di sua nonna. L’abbiamo trovata sotto il tavolo, con un abete in una mano e una stella cometa nell’altra, felice come una Pasqua, anche se erano biscotti di Natale.
E infine – notiziona! – Monsieur è diventato un portento con i vermicelli cacio e pepe, l’unica garanzia di sopravvivenza in caso di pasto serale affidato alle sue cure. E’ anche diventato spiritoso, al punto da riuscire a convivere per mesi con ben due alberi di Natale. E ha fatto amicizia col droghiere… A forza di andarmi a comprare le spezie – per evitare che quello gli chieda cosa ci fa con tutto quell’anice stellato, i chiodi di garofano e i bastoncini di cannella – si fa consigliare dei vini eccellenti. Così le nostre cene iniziano sempre con un brindisi: “A noi e alla vita!”.
Ho visto le stelle accendersi una a una, e le luci spegnersi nel quartiere, stanotte, finché a restare accesa non è rimasta solo la mia. E’ stata una notte piena di emozione, di ricordi, e di pensieri bellissimi. E adesso che è l’alba, faccio ancora fatica a credere che le pile di fogli che per mesi ho avuto sulla scrivania siano finite tutte dietro quella copertina. E siano diventate un libro.
Ho nuovi tralci di piccole mele nel barattolo di vetro, e la stilografica a portata di mano, però stavolta non la userò per scribacchiare i miei appunti o correggere le bozze: ma per scrivervi una dedica. Prima che sia “Finalmente Natale!”…
Saluti e baci (festanti e molto emozionati),
S.
POSTILLE
“Finalmente Natale!” è da oggi in tutte le librerie d’Italia, su Amazon, presso la Guido Tommasi Editore e ovunque si vendano bei libri.
E siccome è un libro di Natale, e in quanto tale vorrei che fosse un dispensatore di amicizia, di affetto e – perché no? – anche di un po’ di magia, sappiate che uno stuolo di aiutanti di Babbo Natale sta organizzando il “servizio dediche”: dal vivo o per corrispondenza, stavolta ce la farò a scriverle una ad una con la mia stilografica. Del resto, ve l’avevo promesso…
Che bello, Sabrine ! Se il nuovo libro assomiglia anche solo un po’ a Fragole a merenda, è sicuramente bellissimo. Non vedo l’ora di vederlo, magari accanto al precedente su una mensola della mia cucina…Complimenti davvero e grazie per il tempo che hai dedicato a questo nuovo progetto. Claudiag
Cara Claudia,
mi rendo conto che rispondere a una settimana di distanza non sia il massimo del garbo… è che io mi ostino a considerare il fattore tempo come qualcosa che può anche contar poco, in questo blog, nel senso che voglio avere tutto quello che mi serve per leggere e rileggere i commenti degli amici, e scrivere con calma, seduta alla scrivania. I bello di un blog è che non è “volatile” come certi social, qui le cose scritte resistono più a lungo, proprio come sulle pagine di un libro: dunque i vostri commenti li posso ritrovare facilmente, anche dopo un po’.
Mentre lo mettevo assieme, non pensavo che “Finalmente Natale!” fosse tanto somigliante a “Fragole a merenda”. Me ne accorgo ora, a distanza di una settimana, perché lo leggo dai commenti dei lettori. Del resto, se ci penso, sono entrambi nati nella mia cucina, cresciuti pagina dopo pagina sulla mia scrivania, finché le montagne di fogli non sono diventate libri.
L’emozione di vederli in tante case diverse, è sempre la stessa: grande ogni volta, come se fosse la prima. E siccome certi amici cari di questa piccola cucina mi sembra ormai di conoscerli da sempre, scoprire i miei libri su certe mensole conta davvero tanto per me. E’ il segno di un legame – un misto di simpatia, di affetto e di amicizia – che non cessa di esistere… e di stupirmi! Un abbraccio! E grazie di cuore per quel che hai scritto…
Meraviglioso! tutto meraviglioso…il libro, il tuo post, come scrivi, come fai sognare….lieve e dolce come la neve!…..ho abbandonato il computer e i disegni che sto finendo per leggermi questa cosa bellissima. Grazie Sabrine!
Cara Francesca,
a una settimana di distanza i tuoi disegni saranno certamente arrivati a compimento, il computer l’avrai riacceso e spento chissà quante volte, e ti sarai ridestata dal sogno indotto dalla lettura del post di cui sopra. Detto in maniera più sintetica: mi scuso per il ritardo nella risposta! Ma non voglio rinunciare a dirti grazie per l’entusiasmo, le bellissime parole, e… quell’idea – solo l’idea, data la stagione – di neve: che ci vuole, a Natale… Un abbraccio!
Che gioia! Quanto l’ho aspettato!
Sono sicura che dentro ci sarà finita tutta la magia di questi nuovi ricordi, di un altro anno intenso e di un’altra avventura in pieno stile d’Aubergine 🙂 Grazie per la sbirciatina dietro le quinte che ci hai fatto dare con questo post! (Una parte di me ti immagina lontanissima, in una cittadina elegante e immaginaria o forse a Torino dove vivono tutti gli “intellettuali del web” che seguo con interesse, un’altra parte di me fantastica che “l’indiano sotto casa” sia poco distante dal nostro indiano sotto casa e che magari quella cascio e pepe tradisca ambientazioni Romane… in ogni caso… saluti e baci!)
Cara Chiara,
tra suggestioni torinesi, indiani romani, e vermicelli cacio & pepe “à la Monsieur d’Aubergine” ti posso assicurare che questa mia cucina non è affatto distante dalla tua, anzi: è vicinissima! Perché è proprio questa la magia di un blog: riuscire a farci stare tutti – e ti assicuro che siamo proprio ma proprio tanti – in una cucina così piccola. E fa niente se dalla sua finestra si vedono i tetti di Roma, quelli di Torino o quelli di chissà quale altra città… le cucine – quelle di tutto il mondo – hanno in comune molto più di quanto le divida… Un caro saluto! E grazie di cuore per le tue parole…
tu lo sai, vero, che quando non riesco a parlare è perché le parole sono troppe, e tutte tremolanti come le stelle?
Pao,
apprezzo molto chi ha il dono della sintesi. Grazie per l’immagine bellissima: le tue “parole tremolanti come le stelle” mi accompagnano da giorni! E ho l’impressione che continueranno a farlo per molto tempo ancora. Ti abbraccio!
Che bella notizia !!! Io ho comprato Fragole a merenda solo pochi mesi fa … meraviglia !!! Poi ti ho cercato su Instagram sul tuo blog ….niente … ultima ricetta dicembre 2015 … poi però sei riapparsa con questa bella novità !!!! Corro su IBS ad ordinarlo …. Complimenti !!! Veronica
Cara Veronica,
nove mesi senza scrivere un post sono stati lunghi anche per me! Ma non essendo una blogger a tempo pieno, quando la vita al di qua dello schermo chiama non posso mica non rispondere! E poi, scrivere tanto per scrivere, non lo so fare: mi sembrerebbe persino poco rispettoso verso i tanti amici di questa piccola cucina. I quali, conoscendomi ormai bene, mi perdonano anche certi ritmi bizzarri e un tantino scombinati. Dunque grazie anche a te, per la pazienza (sei venuta addirittura a cercarmi!) e per aver deciso di ospitare i miei libri in casa tua: spero ti facciano leggere e cucinare con spensieratezza, e possano tenerti compagnia… non solo in cucina. Un caro saluto!
Che emozione! Fragole a merenda è delizioso, il tuo stile è delicato e soave. Corro a comprarlo. Grazie per questa nuova emozione.
Cara Cristina,
a undici giorni di distanza… non so se questo libro sarà già arrivato in casa tua! Il tempo funziona a fisarmonica, in questo piccolo blog: ci sono momenti in cui si comprime, imprigionando anche i commenti degli amici. Ma per me è sempre un’emozione ritrovarli e, con calma, riuscire a rispondere. Anche solo per dire: grazie… Un abbraccio!
Non vedo l’ora di averlo! Adoro il Natale e i libri s u l Natale! Altro che due mesi, io li sfoglio sempre!!!
Cara Maria Antonietta,
grazie! Felice di sapere che il Natale in casa tua… dura tanto a lungo! E comunque, comprendo: ci sono ricette natalizie che vanno bene per tutto l’inverno. L’atmosfera, quella invece bisogna farla durare solo il tempo necessario: altrimenti la magia del Natale si diluisce… e se ne va! Se il libro dovesse arrivare anche da te, fatti sentire: abbiamo una board Pinterest che diventerà il nostro album dei ricordi. Ciao!
Grazie Sabrine, per dedicarci le tue ricette, il tuo tempo ed i tuoi post con poesia. Attendo per domani il mio “Finalmente Natale” e sono incuriosita dal nuovo “servizio dediche”!
Evviva è già Natale!!! Non vedo l’ora di averlo tra le mani ed entrare nell’atmosfera magica della tua cucina vestita a festa!
Complimenti per questa tua nuova creatura, so già che mi terrà compagnia per molto tempo, anche dopo le feste, come del resto Fragole a Merenda che continua ad essere una presenza fissa tra il divano di casa ed il comodino…non solo in cucina quondi!
Un abbraccio
Federica
Sabrina mi hai emozionata ancora! È tutto meraviglioso, queste tue parole….magiche…ed io non vedo l’ora di averlo tra le mani.
In fondo 850 grammi di puo’fare! Ah ah!
Un caro abbraccio e spero ci sia il modo di incontrarti in libreria… Con affetto Mary
Instagram mary_micucinounlibro
Questa stupida influenza mi blocca in casa altrimenti sarei già in libreria…grazie per questo regalo anticipato di Natale, sono sicura che sarà un altro capolavoro. sarebbe bello incontrarti..buona serata e congratulazioni
!
Lo sapevo che sarebbe arrivato un secondo libro. Lo aspettavo con gioiosa ansietà, ma il tuo descriverlo mi ha entusiasmato ancora di più. Grazie per le belle cose che ci troverò. Sono sicura che mi faranno stare bene come le tue ” Fragole a merenda”.
Che bello! ho letto da poco il tuo primo libro e devo dire che mi è rimasto nel cuore. Non vedo l’ora di avere tra le mani pure questo e così di potermi immergere nell’atmosfera natalizia. 🙂
Questo post è bellissimo, da occhi lucidi, Grazie per essere così.
Daniela
Quello che mi è piaciuto all’infinito di “Fragole a merenda” sono state le storie che hanno accompagnato le varie ricette, E sapere che anche in questo nuovo ce ne saranno altre è motivo in più per affrettarmi ad acquistarlo. Grazie Sabrine!
E adesso che ho letto queste tue parole, mica lo so se resisterò fino al giorno di Natale per trovare il tuo libro sotto l’albero… temo arriverà magari una settimana prima, per il mio compleanno, o forse… siamo solo ad ottobre… un’occasione per regalarmelo in tempi brevi sicuramente la scoverò 😉
Cara Sabrine, sei bravissima,anche per me il Natale è un momento speciale… da anni la famiglia festeggia da noi perciò il tuo libro sarà per me molto utile per rinnovare la festa con le tue ricette magiche so già che sarà pieno di ispirazioni e di golosità irresistibili, non vedo l’ora di sfogliarlo un caro saluto
Leggere, osservare, apprezzare…..Nulla è banale in questo post! La foto con la sedia è la mia preferita 😉
Sabrine dolcissima, ho finito per acquistarlo in internet anzichè concedermi la gioia dell’acquisto in libreria perche non mi avanzavo di andare in città (vivo in campagna…) e ne ho acquistate più copie da regalare a… Natale! Ho visto qui, sul blog, l’anteprima di alcune pagine del libro e devo dirti un enorme Grazie per il regalo che costituisce. Ora, non resta che aspettare il corriere e procedere poi alla foto di rito nella mia cucina, dove tu prenderai posto. Grazie, dolcissima amica mia,,,
Fino a qualche giorno fa mi sarebbe parso impensabile avere te, Sabrine, e…Natale…insieme…
Ora, invece, i bambini a letto, il mio piumone, una tisana bollente…e Finalmente Natale!
Piccole, meravigliose cose felici che rallentano il cuore.
Grazie.
Buongiorno Sabrine,
Le scrivo per conto dell’associazione di cui faccio parte animarte. ..ci trova su Facebook come Animarte AV
Siamo circa 300 iscritti prevalenti donne e organizziamo ad Avellino eventi e workshop per la promozione della cultura , dell’arte e artigianato
Io personalmente mi occupo di decorazione di ogni genere …riciclo creativo.
Ho letto del suo libro, e poiché sono “un’innamorata del Natale” … ovviamente mi piacerebbe acquistarlo, ma le scrivo per proporle di promuovere il suo libro presso la ns associazione
Avremo il piacere di ospitarla. ..passare qualche ora insieme e invitare soci e amici.
Io so che potrebbe essere complicato …
Resto in attesa e la saluto
Compratooooo!! <3<3<3
Carissima Sabrine,
ti ho scoperta per caso ieri pomeriggio, mentre la febbre cresceva in me e io continuavo a ripetermi “è solo stanchezza” e invece era 38.5…
Gironzolando su Instagram una pagina che seguo (forse tua amica?) ha pubblicato la foto del tuo libro, ho letto “Natale” e sono saltata dalla poltrona!
Il Natale è il mio rifugio, lo amo e lo odio. Comunque vada non rinuncio a decorare la casa, sfornare biscotti alla cannella, appendere le lucine in giardino. Il Natale è per me una sfida alle avversità e conforto nel periodo dell’anno dove si fanno troppi buoni propositi e fioretti.
Quindi ti ho immediatamente cercata ovunque, fb, instagram, blog…. trovo i tuoi racconti adorabili!
Per cominciare mi sono buttata su diversi soda bread, li ho stampati e un fine settimana dopo l’altro li proverò!
I tuoi libri di sono nella wish list Amazon che a sua volta è stata inviata a moroso e parenti (capiranno il messaggio subliminale?!)
Beh, ora hai una nuova fan!
Ti auguro una splendida giornata, a presto!
Io sono quella del libro “in transito”….ebbene, il transito è finito da un bel po’ e solo adesso ho trovato il tempo di rileggere il post e poterti lasciare un piccolo pensiero. Sono pienamente d’accordo con ogni tua parola di inizio post.
E’ davvero “il caso di arrendersi, e di accogliere a braccia aperte Babbo Natale”, ci vuole, è bello e necessario. E’ rigenerante! Io poi sono nata il 26 dicembre e ho sempre vissuto il Natale come il più bel periodo dell’anno. Quindi come non comprare il tuo libro? Ho già messo le lucine in casa… 😛 COMPLIMENTI SABRINE!
Bellissima idea il libro. Il Natale è un momento magico, che scalda il cuore. In più ,per me, è legato alla nascita di mia figlia che abbiamo portato a casa proprio il 24 dicembre.
Si è sempre molto indaffarate a Natale ma il giorno dopo già lo si rimpiange.
Grazie e….spero di poter essere a Milano il 27 novembre.
mi piaci il racconto di ottobre. bene, ecco il mio miglior blog su cucina 2020
https://www.shekitchen.com/kitchen-appliances/