Tartufini di ricotta con indivia, prugne secche e nocciole

http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

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Mai avrei immaginato che la vita da blogger potesse trasformarsi in un percorso di autoanalisi. Non ho alcuna intenzione di scivolare su terreni accidentati, ma mi chiedo se non farei bene a indagare sul perché di certe ricorrenze…

Scorrendo le mie ricette, mi sono infatti accorta che una quantità innumerevole di palline popola le pagine di questo blog. Passi per le polpette, che ci stanno pure, in una cucina che si rispetti. E vada anche per le mini-brioches sferiche, sfornate per frustrazione da mancato acquisto di palle di Natale. Ma poi ci sono palline, in versione bi– e tridimensionale, pure nelle zuppe… E adesso altre ancora, di formaggio, come aperitivo…

Certo c’è un aspetto ludico in tutto questo: modellarle mi diverte. Che siamo di pasta lievitata, morbida e setosa, o di appiccicosissimo caprino, rotolarle tra i palmi delle mani mi riporta ai tempi dell’asilo, di quando la plastilina si chiamava “cera Pongo” e a forza di fare palline tornavo a casa con delle incrostazioni colorate sotto le unghie, una sorta di variopinta French manicure che mia madre si affrettava a cancellare con furiose passate di spazzolino.

C’è poi anche una gratificazione di tipo estetico: trovo che i pois siano eleganti. Allegramente démodé, ma di tono. Morbidamente femminili. E ci dev’essere una parte del mio cervello che vaga tra le velette di Coco Chanel e le sottane di Clarabella mentre scodello certi piatti….

Infine, una strizzata d’occhio alla praticità: perché le palline vengono sempre perfette, è impossibile farle storte (o almeno, mi ci dovrei impegnare…). Ma fondamentalmente, penso che mi piacciano per lo stesso motivo per cui amo i piatti tondi: sono facili, accoglienti, da qualunque parte inizi a mangiare va sempre bene.

Comunque sia, ogni aperitivo a casa nostra ha la sua dose di palline, ogni volta diverse a seconda della stagione. Queste hanno il sapore pungente dell’indivia, mitigato dal dolce delle prugne. Sono cremose dentro e croccanti fuori. Si servono molto fredde (quasi dei cremini al formaggio) e si sciolgono in bocca. Si piluccano volentieri, meglio se in compagnia di un po’ di bollicine: che sarebbero, a ben vedere… pur sempre palline!

Buona giornata a tutti

TARTUFINI DI RICOTTA CON INDIVIA, PRUGNE SECCHE E NOCCIOLE

INGREDIENTI

ricotta: 100 gr
indivia: 1 cespo
scalogno: 1
parmigiamo grattugiato: 4 cucchiai
prugne secche denocciolate: 4-5
nocciole tostate: 50 gr
olio extra-vergine di oliva: due cucchiai
sale e pepe macinato fresco

Pulite l’indivia, sciacquatela e tagliatela a listerelle sottili. Fate andare in una padella antiaderente lo scalogno affettato sottilmente con due cucchiai d’olio; appena inizia ad imbiondire, gettatevi l’indivia e fate cuocere per 5-10 minuti mescolando spesso. Aggiungete se necessario un paio di cucchiai d’acqua, ma cercate di tenere le verdure piuttosto asciutte. Quando saranno fredde, tritatele con la mezzaluna (ma non riducetele a una poltiglia: si devono sentire i pezzettini).

Fate tostare le nocciole in una padella antiaderente a fuoco dolce per 5 minuti, muovendole spesso per non farle bruciare. Lasciatele raffreddare, mettetele tra due fogli di carta forno e pestatele con un pestacarne fino a ridurle in granella (non fate i furbi comprando la granella di nocciole già pronta, perché non è proprio la stessa cosa…).

Tagliate le prugne secche a listerelle e poi a piccoli quadratini.

Lavorate in una ciotola la ricotta con il parmigiano e l’indivia tritata e mescolate bene. Infine aggiungete le prugne (se le mettete prima si disfano), aggiustate di sale e pepe, sigillate con della pellicola e mettete in frigorifero per almeno un’ora (o in freezer per 10 minuti).

Quando l’impasto sarà sufficientemente compatto da riuscire a lavorarlo facilmente con le mani, prelevatene dei piccoli pezzi aiutandovi con un cucchiaino e ricavatene delle palline di 2 centimetri di diametro (dovrete lavorarle velocemente, per evitare che l’impasto si scaldi e si sciolga). Man mano che saranno pronte nettetele a riposare su un piatto, poi tuffatele una ad una in una ciotola (o una tazza) nella quale avrete messo le nocciole tritate: muovete la ciotola in senso circolare per far girare le palline al suo interno (avete presente la roulette? ecco, una roba del genere…), in modo tale da ricoprirle di granella e da renderle perfettamente sferiche.

Mettetele in un piatto a bordi alti (io uso una pirofila), sigillate con della pellicola e tenete in frigo fino al momento di servire. Potete anche tenerle in freezer, ma in questo caso ricordatevo di tirarle fuori con un po’ di anticipo.

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Una versione ancora più semplice
Se proprio siete di fretta, se vi siete dimenticati l’indivia, o se siete la mia amica S. (alla quale non vorrei mai passare una ricetta complicata per paura che ci provi con il bimby…), potete eliminare l’indivia e lo scalogno e procedere con il resto degli ingredienti. Siate appena più generosi di sale e pepe. E magari anche di bollicine…

Un libro sugli additivi alimentari
Non sono una talebana del cibo puro e incontaminato, né una fan del biologico a oltranza, ma mi piace sapere cosa acquisto e cosa mangio. Sono pertanto un’appassionata lettrice di etichette al supermercato, di scritte sulle cassette di frutta e verdura alle bancarelle e, quando posso, di articoli di divulgazione scientifica. Non consumo per abitudine cibi pronti, per il semplice motivo che non li trovo mai buoni, e preferisco cucinare partendo da materie prime fresche. Sono convinta che cucinare e mangiare bene sia possibile, anche senza complicarsi la vita, e che i vantaggi di una buona cucina (che assai spesso coincide con una sana alimentazione) non abbiano prezzo: soprattutto se si tratta di nutrire, e di educare al gusto, dei bambini.
Accolgo dunque volentieri l’invito di izn (Il pasto nudo) a parlare di un nuovo libro, scritto dal prof. Matteo Giannattasio (“Gli additivi alimentari: una guida”) e pubblicato pochi giorni fa dalle Edizioni L’Aratro. E’ un testo che si rivolge a tutti i consumatori, in particolare a chi cucina, fornendo dati e informazioni su sostanze ampiamente utilizzate nei prodotti alimentari e perlopiù sconosciute ai non addetti ai lavori. Non amando parlare di cose che non conosco, ho chiesto a izn una sintesi, che ho letto con curiosità: vi ho trovato conferme ad alcune mie scelte, e nozioni fondamentali per orientarmi nel panorama vastissimo dei prodotti alimentari, anche biologici. Chi volesse saperne di più, può trovare le informazioni sul sito della casa editrice.