Soda bread con farina di lino

soda bread ai semi di linosoda bread ai semi di lino http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Soda bread con farina di lino, by FRAGOLE A MERENDA

Poniamo che siate reduci da vacanze niente affatto cucinifere, per una lunga serie di motivi.
Potreste – tanto per dirne una – essere atterrati in un posto che avevate immaginato di trasformare in una gastronomia natalizia (una di quelle divertenti cucine di famiglia che sfornano esperimenti variamente commestibili in occasioni ufficiali) e di averlo trovato con i rubinetti a secco. Impossibile, dite? Beh, vi sbagliate… Certo vi servono dei vicini appassionati d’acqua minerale, disposti a docciarsi la sera a bottigliate, pur di non prendersi la briga di avvisare l’amministratore che si è scassata l’autoclave. Potreste persino trovarne qualcuno gentile, pronto a regalarvene un paio di litri (“frizzante, ma guardi che per i piedi va bene lo stesso…”). Ma se volete un consiglio, evitate ogni accenno a esigenze igieniche… ehm… per così dire “intime”: rischiate dettagliate spiegazioni.

Qualora foste scampati, con una serie di macchinazioni organizzative da sbarco in Normandia, all’incubo “casa piena di gente e bagni a secco” potreste – che so – aver dedicato ore ad arginare i propositi agresti del nuovo inquilino del sottotetto, tanto emozionato alla vista del vostro rigoglioso terrazzo, da essersi autonominato – ancor prima di traslocare – paesaggista condominiale.
Forse avete dovuto spiegargli che non è il caso di adornare un cortile buio con un ulivo e poi gli ulivi secolari vanno lasciati dove sono, se non si vuol essere dei criminali dal pollice verde. Oppure che certe piante esotiche non sono più eleganti di un cespuglio di rosmarino o di un glicine generoso che si arrampica dove gli piace (adoro i tipi scapigliati, anche se nelle loro vene scorre clorofilla…). E soprattutto che la pianta carnivora che ha visto a una mostra non è l’unico rimedio contro le mosche (credetemi, solo a vederla vi innamorereste di mosconi, zanzare e ddt…)

Infine potreste esservi talmente stufati di tutto questo manicomio da aver deciso per la fuga. Lo so, in linea di principio è una via d’uscita poco onorevole, ma i principi non bisogna sempre intenderli come rigidi paletti.

E se la vostra meta era un po’ di tranquillità – dovunque e comunque fosse disponibile – potreste essere andati a cercarvela lontano dalle folle festanti a comando a Capodanno. Magari vi siete concessi qualche ostrica in un posticino riservato, di quelli senza troppe pretese che si possono frequentare senza tacchi e con i jeans, ma con una vista che da sola vale tutti i cenoni del mondo. Potreste aver vagato per una città medioevale deserta, mentre tutti erano intenti a divertirsi, e aver deciso di suonare il campanello di quei vostri amici con una bottiglia di champagne in mano giusto qualche minuto prima della mezzanotte. Nel caso, non dovete spiegarmi nulla: so che il vostro è stato un inizio d’anno intimo e bellissimo…

Tornati a casa, in meraviglioso anticipo sul resto del mondo, potreste esservi dedicati a mettere a posto un po’ di credenze in cucina: perché anche qualche lavoretto domestico, fatto con calma e a suon di musica, può essere una piccola vacanza. Vi sarete liberati con piacere di certi intrusi dall’aria un po’ ammuffita che allignano insidiosi nelle retrovie degli scaffali: pacchi di farine troppo âgée per concorrere a una perfetta lievitazione, té orrendamente aromatizzati che sperate nessuno vi regali più, e forse anche quel paio di tisane disintossicanti che a leggere il foglietto fanno venir voglia di affezionarsil alle proprie impurità.

Soda bread con farina di lino, by FRAGOLE A MERENDA

Ecco, a questo punto vi sarete guardati attorno e vi sarete chiesti cos’è che vi mancava per sentirvi finalmente a casa. Se siete come me, avrete acceso il forno (sì, quello nuovo che ancora guardate con un po’ di diffidenza…), prima ancora di sapere cosa infilarci dentro. Un po’ di farine scampate al repulisti, un po’ di fiocchi, uno yogurt sopravvissuto in frigorifero… e un’ora dopo – voilà! – due uova fritte in compagnia di un “soda bread”!

Il quale solitamente sarebbe pane da mangiare appena fatto, e invece stavolta è durato un paio di giorni senza accusare i segni dell’età. Magia di un inizio d’anno contro ogni pronostico? O della farina di semi di lino? Non saprei.
So solo che quando me lo sono ritrovato davanti all’ora di merenda, mi sono detta che aveva una sua dignità: semplice, austero, dalla mollica insospettabilmente compatta per un soda bread. E di un bellissimo color lino… proprio come le mie tende.

lino naturale

Così mi sono ricordata che in tutto questo mio girovagare non vi avevo nemmeno fatto gli auguri, pur avendone ricevuti tanti. E allora ho deciso di affidarli (in ritardo, ma ormai mi conoscete) a questo pane semplicissimo.

Che sia, per tutti voi, un anno pieno di cose belle. Sceglietevi quelle che volete, purché ci siano anche dei sogni. Credetemi, non è necessario che si avverino per essere felici: basta inventarsene di sempre nuovi…

Saluti e baci (benaugurali e color lino),

S.

SODA BREAD CON FARINA DI LINO

INGREDIENTI

farina bianca 00: 200 g
farina integrale: 150 g
farina di semi di lino:  50 g
fiocchi d’avena: 100 g (di quelli grandi, non quelli piccoli per il porridge)
yogurt naturale intero: 250 g
latte intero: 250 ml
zucchero di canna: 2 bei cucchiai
sale fino: 1 cucchiaino da caffé
bicarbonato: 2 cucchiaini da caffé (rasi)

Accendete il forno a 180° e rivestite di carta forno uno stampo da cake (il mio è da 25 x 10 cm).

Mettete in una ciotola le farine,  i fiocchi d’avena, lo zucchero, il sale e il bicarbonato setacciato e mescolate con una frusta a mano, cercando di incorporare più aria possibile con movimenti ampi (se la frusta non figura tra i vostri utensili potete utilizzare un cucchiaio, ma vedete di comprarvene una al più presto: serve).

Diluite lo yogurt con il latte e versatelo nella ciotola con gli ingredienti “asciutti”.

Mescolate rapidamente con un cucchiaio. Non c’è bisogno che lavoriate troppo a lungo (anzi, siate rapidi perché il bicarbonato inizia ad agire appena entra in contatto con lo yogurt), fermatevi appena vedete che la farina è bene incorporata nell’impasto, che dev’essere appiccicoso ma non troppo molle (solita regola: più sodo di quello di una torta, più molle di quello del pane).

Rovesciate nello stampo e livellate senza troppa precisione (non schiacciatelo); con un coltello fate un’incisione nel senso della lunghezza e infornate.

Cuocete per 50 minuti con lo stampo e 10-15 minuti senza (cioè estraete il pane dal forno e, aiutandovi con guanto e presine, toglietelo dallo stampo e rimettetelo in forno per altri 10 minuti).

Sfornatelo, e lasciatelo intiepidire prima di affettarlo (sennò si sbriciola). E’ buono anche il giorno dopo, e persino quello dopo e quello dopo ancora…