Pane dolce alla birra con malto e prugne secche

Pandolce alla birra con malto e prugne secchePandolce alla birra con malto e prugne secche http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Pandolce alla birra

“Signora mia, la prossima volta che si fa mettere dei punti si ricordi di farseli togliere per tempo… ancora un po’ e rischiava una reazione da corpo estraneo!” mi ha detto stamattina il dottore mentre a fatica estraeva l’ultimo pezzetto di sutura dal mio ginocchio.

No, no… non sono finita sotto un tram: non è questa la ragione per cui non mi sono fatta sentire. E’ solo che ho avuto così tante cose da fare che sono stata capace persino di andarmene in giro con quattro punti in una gamba ben oltre il tempo consentito. Pareva che tutti avessero bisogno di me. E non potendo moltiplicare le ore disponibili ho dovuto “liberare” quelle solitamente dedicate al blog: cioè quelle notturne. Non esattamente le più adatte a farsi ricevere da un medico…

Comunque sono viva, e questo è già un risultato. Sopravvissuta a un paio di trasferte, a un’agenda implacabile, e a un’orda di picconatori che nel breve volgere di qualche ora ha aperto una breccia nel muro di casa per regalarci l’emozione di un nuovo cantiere.

Tranquilli: non avete sbagliato post. Non è uno di quei racconti al profumo di trementina che vi ho inflitto nei mesi scorsi… quello era “solo” un trasloco: acqua passata, se vogliamo chiudere un occhio su certe porte che mi rimangono ancora da smaltare e su una montagna di pacchi di biancheria tutt’ora in cerca di un armadio. Qui si parla invece di muratori veri, con tanto di mattoni, sacchi di calce e cantiere al seguito. Mi rendo conto che certi dettagli di questa mia esistenza logisticamente effervescente possano rischiare di annoiarvi. Oppure di farvi girare la testa… Ma questa è la mia vita, e davvero non saprei come raccontarvene un’altra. E se un po’ mi conoscete, avrete anche capito che quel velo lieve di riservatezza – che mi ostino a tirarmi dietro nemmeno fosse un foulard alla moda – è tutt’altro che un filtro: diciamo che è la tenda leggera che mi consente di tenere aperta la finestra…

Perciò scusate la parentesi, ma mi pareva doveroso spiegarvi perché negli ultimi mesi da queste parti si cucinano cose un po’ strampalate, frettolose, fuori stagione. Perché si pubblica pochino e a orari improbabili, e quel famoso pdf con le ricette di Nonna Papera non prende ancora forma. Perché non si riesce sempre a rispondere ai commenti e alle mail. Insomma, la vita oltre il blog chiama a gran voce: e non gliene importa un bel niente se proprio in quel momento io sto scrivendo un post.

Eppure, anche in questo quotidiano e rigoroso esercizio di equilibrismo voglio trovare uno spazio creativo in cui muovermi senza il rischio di cadere: un piccolo recinto in cui fare capriole (anche se le capriole in uno spazio chiuso sembrano una contraddizione in termini…) A far da paletti di confine, quei pochi ingredienti sicuri che nella mia dispensa non mancano mai.

E allora posso anche sfornare una specie di pane senza avere un grammo di lievito vero, o una specie di torta senza nemmeno un uovo: basta tirar fuori una ricetta di quelle che non vi sareste mai aspettati in questa stagione. E pazienza se a giugno ci starebbe meglio una torta di frutta fresca in un blog che si rispetti. Tanto anche oggi c’è un cielo color temporale. E poi non vi ho mai detto che questo è un blog rispettabile…

Saluti e baci (bagnati di pioggia)

S.

PANE DOLCE ALLA BIRRA CON MALTO E PRUGNE SECCHE

INGREDIENTI

farina bianca 00: 250 gr
farina di grano integrale: 100 gr
prugne secche: 150 gr (al netto dei noccioli)
miele: 100 gr
burro: 70 gr
birra scura: 75 ml
malto da panettiere: 10 gr
uova: 1
cannella in polvere: 1/2 cucchiaino da caffé
chiodi di garofano in polvere: 1/2 cucchiaino da caffé
lievito per torte salate: 1 bustina
sale fino: un pizzico
fiocchi d’avena: due cucchiai

Accendete il forno a 180°. Imburrate uno stampo da cake, metteteci due cucchiaiate di fiocchi d’avena e scuotetelo per farli aderire a tutte le pareti.

Mescolate in una ciotola le farine, il sale, il lievito setacciato, la cannella e i chiodi di garofano in polvere.

Tagliate a pezzi le prugne secche (dovete dividerle in quatto, più o meno…) e gettatele nella ciotola con gli ingredienti secchi, cercando di distribuirle (cioé, evitate che formino delle polpette appiccicose…). Fate una fossetta al centro e versateci l’uovo che avrete sbattuto a parte.

Fate fondere in un pentolino a fuoco dolcissimo il burro con il miele, mescolate finché non si dissolvono completamente poi aggiungete il malto. Togliete dal fuoco e versateci la birra, mescolando in continuazione (si creerà un bel po’ di schiuma con concomitante effetto “eruzione vulcanica”: non scappate, anzi continuate a mescolare e vincerete voi… la schiuma tornerà docile al suo posto).

Rovesciate il mix di ingredienti liquidi nella ciotola, mescolate con forza (l’impasto è molto sostenuto) ma con garbo, se volete che i pezzetti di prugna non diventino delle striature di marmellata.

Disponete il composto nello stampo, incidetelo con un coltello per tutta la lunghezza (a meno che non vogliate una gobba tipo madeleines) e infornate.

Cuocete il vostro pane per 40-45 minuti (c’è bisogno di ricordare che ogni forno è diverso?). Dev’essere di colore ambrato, con una crosticina croccante e ben cotto al centro (se volete potete infilarci uno stecchino, anche se io lo estraggo dallo stampo, gli dò una bussatina con le nocche delle dita, e se fa un toc toc da pagnotta so che è cotto… ma voi non provate a chiedermi com’è un toc toc da pagnotta, perché mi servirebbe un altro post…)

Fatelo raffreddare su una griglia da pasticciere prima di tagliarlo a fette. Quanto all’uso, non avete che da fare andare la fantasia.

POSTILLE

Grazie a The British Larder (anche fuori stagione…)
Questa ricetta qui, se da voi c’è il sole e ve ne state andando al mare, mettetela da parte. Se invece siete altrove, magari sotto una pioggerella che pare un autunno senza fine, accendete pure il forno: può tornarvi utile a merenda o a colazione. Non è una torta: troppo rude per spacciarla come dolce. Ma solo degli inglesi potrebbero chiamarla “pane”. E infatti, grammo più grammo meno, è da The British Larder che proviene. Non riesco a smettere di farla, sia con il miele, sia con il golden syrup che la versione originale prevede. E sarei curiosa di sapere come la preferite voi…

Pane alla birra, miele e prugne secche: istruzioni per l’uso
Appena sfornato è buono liscio, con una tazza di té o con un piatto di uova strapazzate (avete capito bene, e non è una spiritosaggine…). Ma se ve lo potete permettere, nulla eguaglierà il sapore di un velo di burro salato che si scioglie al calore della fetta, con o senza marmellata sopra. Se poi volete sentirvi ancora più british, tirate fuori quel barattolo di golden syrup che avevate comprato per il pane di ceci, ma andateci con moderazione (è buono a dosi minime…).
Infine, se – come auspicabile – non ve lo finite tutto, potete avvolgerlo in un foglio d’alluminio e conservarlo per un paio di giorni: basterà tostare appena le fette perché il profumo del malto e della birra torni a circolare per la vostra cucina. E a sollevarvi l’umore… Last but not least: se volete, potete surgelarlo a fette, da passare in forno (non nel microonde, please) finché non sono tenere dentro e croccanti fuori.