Pain d’épices

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In genere il pain d’épices inizio a farlo un po’ prima di Natale: è una di quelle ricette che hanno la capacità di creare un’atmosfera, e il profumo di spezie e di miele che si spande per la casa mi induce una piacevolissima regressione.

Ma datosi che è appena ottobre, che non fa affatto freddo, e che all’atmosfera natalizia sono ben lungi dal pensarci (anzi, rimpiango ancora le giornate di mare…) non si capisce come mai ieri mi sia venuta voglia di sfornarne uno. Non me ne sono neanche accorta: ci vuole talmente poco a farlo, che ci ho ragionato su soltanto quando ho iniziato a sentirne l’inconfondibile profumo.

Un piatto fuori stagione mi fa in genere l’effetto delle luminarie a febbraio: un che di sciatteria, qualcosa che ci si è dimenticati di fare per bene. Ma la cucina non è solo figlia delle stagioni: ci sono i moti dell’anima, i desideri improvvisi, la voglia di qualche cosa e l’indulgenza che ci consente di assecondarla…

E quindi ero lì, che mi interrogavo sul perché di quel dolce particolare in una giornata di sole, con la mente che vagava a ritroso pescando ricordi natalizi pregressi, quando è squillato il telefono. “Signora, le confermiamo che il nostro tecnico sarà da lei domani alle 13.30”.

Ho capito tutto all’istante. C’era un anfratto recondito del mio cervello nel quale avevo occultato l’appuntamento con il tecnico della caldaia, un energumeno che a ottobre si presenta e in un’ora devasta la cucina. Uno che una volta ha sparato l’aria compressa non so dove e una nube di fuliggine nera ha avvolto tutto che pareva di stare a Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio. Uno che ogni volta si dimentica un qualche arnese in magazzino e deve tornare il giorno dopo. Uno che per un’ora che ti sta in casa te ne genera ventiquattro di lavoro per rimettere in ordine.

Un incubo si stava materializzando all’orizzonte. Io avevo fatto di tutto per proteggermi – dimenticando – ma qualche informazione fuoriuscita dall’anfratto mi era comunque arrivata: “Energumeno in arrivo. Stress assicurato. Garantirsi un po’ di benessere preventivo per meglio affrontare lo sconquasso.” E io avevo infornato un pain d’épices…

Ne è rimasto un bel pezzo, che mi servirà per affrontare questa giornata sulle barricate: io contro l’energumeno. Pan di spezie e té al gelsomino saranno i miei generi di conforto (ma può uno presentarsi all’ora di pranzo?). So di poter contare sulla vostra solidarietà.

Buona giornata a tutti

PAIN D’ÉPICES

INGREDIENTI

farina integrale: 200 gr
farina bianca 00: 100 gr
miele liquido: 250 gr
latte: 130 ml
yogurt: 2 cucchiai
uova: 1
miscela di spezie: 2 cucchiai rasi
semi di anice: 1 cucchiaino
sale: un pizzico
lievito vanigliato: 1 bustina

Accendete il forno a 170°. Foderate con carta forno uno stampo da cake (il mio è da 25 x 10 cm).

Scaldate il latte, scioglietevi il miele fate raffreddare. Setacciate le farine, il lievito, il sale e le spezie e versate tutto nel mixer. Poi aggiungete il latte con il miele, lo yogurt e l’uovo e lavorate per una ventina di secondi.

Rovesciate l’impasto nello stampo e infornate per 40-45 minuti.

Si mantiene per diversi giorni, meglio se avvolto in carta d’alluminio.

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Un vero pain d’épices…
dovrebbe esser fatto soltanto di farina di segale, miele e spezie: niente burro, né uova. Questo mio un ovetto ce l’ha, ma funziona così bene (ed è più morbido) che io continuo a farlo così. Mi raccomando: non lo dite in giro…

Quali spezie?
La tradizione vorrebbe la cosiddetta “miscela 4 spezie”, un mix di aromi molto diffuso la cui composizione può variare a seconda della latitudine. La “4 spezie” francese comprende in genere pepe nero, noce moscata, cannella e chiodi di garofano, ma vi si può trovare anche lo zenzero.
Io, che quanto a spezie non sono una purista, mi accontento di una bustina con su scritto “Droga La Saporita” con dentro coriandolo, cannella, semi carvi, chiodi di garofano, noce moscata e anice stellato, a cui aggiungo un po’ di “Cannella Goa Indonesia”. Dimenticavo: entrambe marca “Via delle Indie“, con stabilimento in provincia di Aosta… non c’è che dire, la rotta è cambiata dai tempi degli esploratori portoghesi…
P.S.: come ogni Compagnia delle Indie che si rispetti, anche questa valdostana spedisce per posta tutto quel che volete…

Grazie a Isa…
… assidua sperimentatrice delle mie ricette, che mi ha indicato un errore nel testo. A riprova del fatto che questa non è affatto una cucina virtuale ma una cucina vera, in cui le ricette non si raccontano e basta ma si provano, si commentano, si criticano, si emendano… e poi – magari – si trasformano anche in qualcosa di buono da mangiare! (la correzione suggerita da Isa è stata apportata il 26.04.2012)