Merendine ai fiocchi d’orzo e cioccolato

http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

merendinecioccolato

“Quest’anno avrei un’idea per delle merendine al cioccolato: io te la spiego e tu le fai, va bene?”
“Perfetto. Mettiamo a punto una ricetta a quattro mani come l’estate scorsa…”
“Ma tu poi la metti nel blog?”
“Se è buona e può piacere ad altri bambini, certo che sì…”

E’ cominciata così la mia estate in spiaggia: sull’onda del ricordo di quella torta allo yogurt con le gocce di cioccolato di cui il mio amico bambino va fierissimo. E della quale è incredibilmente goloso…

Peccato che la sua idea di merendina al cioccolato – alla quale dev’essersi applicato con tutta la concentrazione di cui è capace – fosse del tutto impraticabile: un concentrato non tanto e non solo di ingredienti, ma di stati di materia in evidente e sfacciatissimo contrasto con le leggi della Fisica. Perché il modello architettato prevedeva un nucleo liquido di cioccolato fuso, racchiuso in un involucro di gelato alla crema a sua volta ricoperto da una sfera di Pan di Spagna, tenuto assieme da una crosta di cioccolato fondente.
Una dichiarazione di guerra totale alle regole, su più fronti: Fisica, Chimica, Scienza dell’Alimentazione. E una dichiarazione d’amore all’ingrediente che più di ogni altro popola i suoi arditi sogni culinari: il cioccolato.

Così, complice il pochissimo tempo per sperimentare in cucina (causa imminente trasloco) ho tentato di ricondurlo a più miti consigli: ho fatto dei digestive ai fiocchi d’orzo, e li ho accoppiati con del cioccolato fuso. E’ una merenda che preparavo anni addietro, quando in casa mia c’erano ancora dei bambini e le porzioni erano a misura loro (adesso mi serve almeno una crostata per sfamare gli amici di mia figlia…). Ma ho commesso qualche errorino qua e là: e lui se n’è accorto.

Non ho il robot, in questa cucina, e ho tritato i fiocchi d’orzo con il minipimer: non provateci, non è la stessa cosa. Dopodiché, ho utilizzato del cioccolato che stava lì da un po’ e ho pure risposto al telefono mentre fondeva a bagnomaria: dev’essere successo qualcosa nel frattempo, perché è diventato granuloso e pastoso. Così per renderlo più fluido ci ho aggiunto un po’ di latte, ben sapendo che non si sarebbe mai più rappreso.

Insomma: le merendine avevano un ripieno che col caldo in spiaggia non era il massimo, e i pezzetti di fiocchi d’orzo erano rimasti troppo grandi. Ci sarebbe voluto un bel bicchiere di latte freddo e il tutto sarebbe parso quasi perfetto… quasi: perché lui ha un palato che neanche un critico gastronomico di quelli titolati. Così mi ha dato otto: un voto niente male, ma che dato il suo standard vuol dire “brava, ma puoi dare di più”.

E allora gliele rifarò, queste merendine che invece a me piacciono tanto (perché non crederete che le facessi solo per i miei figli, vero?). Magari in un pomeriggio d’autunno, col fresco che non fa sciogliere il cioccolato e con del cioccolato fresco (perdonate il bisticcio di parole).

E stavolta i fiocchi d’orzo me li porterò in aereo, già passati al robot e della consistenza giusta: perché è un po’ che non viaggio con sacchetti di farina nel bagaglio a mano e non vorrei che il mio amico finanziere dell’aeroporto mi avesse cancellata dalla lista dei viaggiatori da tenere sotto controllo. Va bene che sono una signora, ma ci tengo tanto a quella riga nel curriculum: “spacciatrice part-time di polverine non meglio identificate”…
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MERENDINE AI FIOCCHI D’ORZO E CIOCCOLATO

INGREDIENTI

per i biscotti:
fiocchi d’orzo: 75 gr
farina di grano integrale: 75 gr
farina d’avena: 50 gr
zucchero grezzo di canna: 75 gr
burro salato: 100 gr (a temperatura ambiente)
latte: un paio di cucchiai (solo se serve per impastare)
lievito per dolci: 1 cucchiaino
bicarbonato: 1/2 cucchiaino

per il ripieno:
cioccolato fondente: 120-150 gr (dipende da quanto siete golosi…)

tempo di preparazione: 75 minuti

Tirate fuori il burro dal frigo mezz’ora prima di cominciare.

Mettete nel mixer i fiocchi d’orzo e accendetelo due-tre volte per pochissimi secondi: non dovete trasformare i fiocchi in farina (perché non sarebbero digestive senza quei pezzettini di cereali croccanti…), ma solo sminuzzarli.

Aggiungete poi gli altri ingredienti “asciutti” (compresi lievito e bicarbonato setacciati) e lavorate ancora qualche secondo. Infine aggiungete il burro a pezzetti e fate andare il mixer finché l’impasto non diventa una palla (se è troppo duro aggiungeteci uno-due cucchiai di latte): lavoratelo il meno possibile. Mettetelo in frigo (in un recipiente sigillato) per un quarto d’ora, o di più se vi fa comodo.

Accendete il forno a 170°. Stendete l’impasto con il matterello, tra due fogli di carta forno, fino a uno spessore di 3-4 mm, e tagliatelo della forma che volete. Mettete i biscotti in una teglia ricoperta di carta forno e cuoceteli 7-10 minuti per lato (o finché non li vedete appena dorati). Fateli raffreddare su una gratella da pasticciere.

Fate fondere il cioccolato a bagnomaria (dopo aver staccato il telefono…) e utilizzatelo per accoppiare i biscotti. Aspettate che si solidifichi, poi chiamate a raccolta tutti i bambini che conoscete e cercate di farli fuori al più presto: altrimenti il rischio è che ve li mangiate voi…

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Merende e merendine…
Io non amo i talebani del cibo sano, inflitto al prossimo e a sé stessi come fosse una punizione divina. Ma certo non ho piacere di mangiare porcherie, e ho il più possibile evitato di darle ai miei figli. Così in casa nostra le merende sono sempre state un pasto vero, preparato con cura e atteso con trepidazione al ritorno da scuola.
Cose semplici, mica capolavori di pasticceria… ma capaci di far sognare i bambini. Qualche merendina di quelle industriali ci scappava, di tanto in tanto, e senza troppi sensi di colpa. Ma il profumo di quelle fatte in casa è tutta un’altra cosa.
Qualcuno storcerà il naso al pensiero che queste hanno un contenuto di burro e di cioccolato che non le rende propriamente light. Ma sapete che vi dico? Che basta mangiarne una sola, con un bel bicchiere di latte accanto.
Bisogna masticarle per benino per via dei fiocchi d’orzo: non si mandano giù in un nanosecondo come quei dolcetti implasticati che si trangugiano a tre a tre perché son così leggeri che pare di non aver mangiato nulla. I bambini devono masticare, con calma: e poi possibilmente andare a correre e a giocare, e non sdraiarsi sul divano davanti alla tivù…