Fragole & peperoni dip

Fragole e peperoni dipFragole e peperoni dip http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Un dip di fragole e peperoni per i crostini

Ammettiamolo: c’è uno smodato interesse per il cibo e la cucina, di questi tempi. Tutto ciò che ricade nella categoria “food” è diventato terribilmente di moda. Cuochi e food writers hanno preso il posto dei grandi sarti di una volta: osannati, coccolati, imitati. Spesso anche “patinati”: nel senso che passano più tempo sulle pagine dei giornali che con le padelle in mano…

Assurti al ruolo di star planetarie del terzo millennio, dispensano al loro pubblico di fans – organizzati in cenacoli di adepti – pillole di saggezza, diffuse via etere dagli schermi tv o elegantemente distillate in raffinati volumi da collezione. Così ricette, tecniche, vocaboli (e talvolta anche qualche insulso manierismo…) viaggiano senza conoscere confini: perché al giorno d’oggi se un food guru parla, parla al mondo.

La globalizzazione in cucina ha tra i suoi effetti la proliferazione di categorie concettuali nuove: un’effervescenza filosofica senza precedenti nell’ambito dell’arte culinaria.

Pensiamo alla fortuna del finger food. Un tempo esistevano semplicemente gli antipasti (e tutti seduti a tavola). Poi c’è stata l’era dei buffet (e per anni non c’è stato verso di farsi invitare a una cena placée). Infine sono arrivati gli aperitivi e, in un paio di stagioni, dalle ceneri delle patatine&noccioline (che era effettivamente ora di mandare in pensione) è nato il finger food: tutto ciò che si può – anzi si deve – mangiare con le mani. Messo giù così è un concetto tanto ampio da comprendere di tutto: dalle tartine al pesce fritto. Tanto che ormai ci spacciano per finger foodpure la trippa, il baccalà o i fagiolicon le cotiche: purché graziosamente accomodati in fichissimi cucchiai monodose…

Lo stesso dicasi per il dip, composto cremoso che serve a condire i cibi non “ricoprendoli” (perché allora sarebbe una salsa) ma “accogliendoli”. In poche parole, se una salsa avvolge le vostre polpette (e difatti è semi-liquida), un dip aspetta che voi ce le intingiate (ed è perciò più cremoso). Diciamo che la prima ha una vocazione all’azione, mentre il secondo è per sua natura attendista. Verdure, polpette, bastoncini di formaggio, crackers: tutto si può intingere in un dip, che non a caso è l’accompagnamento del finger food per eccellenza.

Ma attenzione alla questione della consistenza, che non è affatto barbina. Perché se vi sfugge la mano e il composto vi esce fuori un po’ più denso, il vostro dip si trasformerà inesorabilmente in uno spread: cioè qualcosa che dovrete necessariamente “spalmare” sul vostro cracker. Dunque, se la differenza tra salsa e dip sta nel fatto che la prima è mobile e il secondo è lì fermo ad aspettare, quella tra dip e spread è sottile come la lama di un coltello: se dovete servirvene non ci son santi… trattasi di spread.

Per vostra tranquillità, sappiate che il passaggio non è irreversibile: basterà un po’ di liquido per ammorbidirlo e farlo tornare dip. Che era il composto che volevate. E che forse potremmo semplicemente chiamare “intingolo”… come avrebbe fatto mia nonna.

Saluti e baci,

S.

FRAGOLE & PEPERONI DIP

INGREDIENTI

fragole: 500 gr (ve ne serviranno 400 gr pulite)
peperoni rossi: 1 grande (ok, non è una misura… la prossima volta li peso)
cipolle bianche fresche: 1
aceto balsamico: 2-3 cucchiaini
sale fino
pepe (se vi piace)

Accendete il forno a 180-200° e preparate una larga pirofila rivestita di carta forno.

Mondate le fragole, sciacquatele velocemente sotto l’acqua, asciugatele e pesatene 400 gr. Lavate il peperone, asciugatelo e tagliatelo in quattro spicchi.

Disponete le fragole tagliate a metà e le falde di peperone nella pirofila (devono starci ben comode, cercate di non sovrapporle). Infornate e fate cuocere senza mescolare per 30-40 minuti: le fragole devono perdere il loro succo senza disfarsi, e il peperone dev’essere appena tenero. Fate raffreddare e private il peperone della pelle.

Mentre le fragole e i peperoni sono in forno, pulite la cipolla, tagliatela a metà e tenetela a bagno in acqua fredda: poi asciugatela e fatela a cubetti più fini che potete (veri cubetti… voglio dire: non tritatela, perché perderebbe tutto il succo e diventerebbe una poltiglia).

Mettete le fragole con il loro succo nel bicchierone del minipimer, aggiungete il peperone spellato a pezzetti, un pizzico di sale e lavorate per pochi secondi (non dovete fare un omogeneizzato per la prima infanzia…). Poi aggiungete un paio di cucchiai di cubetti di cipolla e lavorate ancora un paio di secondi.

Aggiungete l’aceto balsamico, mescolate e mettete a riposare in frigo (in un contenitore sigillato) per almeno una notte.

Potete accompagnare il dip di fragole e peperoni a quel che volete voi. Le mie preferenze sono, nell’ordine: verdure crude (sedano e ravanelli in testa alla classifica), bastoncini di pane tostato e spennellato d’olio, crackers e biscotti salati, formaggio. Detto tra noi, potete anche mangiarvelo a cucchiaiate o perfino intingerci il dito, tra un ravanello e l’altro: ma dovete assolutamente essere soli in casa. E avere l’ultima trouvaille su Amazon da finire di leggere…

POSTILLE

Un dip non è un modo per riciclare fondi di frigorifero
Come per tutte le preparazioni semplici, l’impiego di ingredienti di qualità e essenziale. Scegliete fragole e verdure freschissime e croccanti: la scusa che tanto finiscono in forno e sotto le lame del minipimer non regge. Rovesciando la prospettiva: non sognatevi di smaltire in questo modo quel cestino di fragole mollicce rimasto in fondo al frigo. Né l’ultimo peperone esanime…

Sale solo a rate
Non è uno scioglilingua: voglio solo ricordarvi che il sale, in questo genere di creme preparate a freddo, si scioglie con il tempo. Cioè voi lo mettete, lui ci mette una notte a dissolversi, e solo il giorno dopo capite di avere esagerato. Perciò fate attenzione: salate un po’ meno di quel che vi sembra necessario. Per aggiustare il tiro c’è sempre tempo.

Peperoni
Infilarli nella pirofila con le fragole non è solo un sistema per risparmiare tempo: vi garantisce che escano dal forno senza il minimo accenno di bruciacchiatura. Scordatevi quel colorino ambrato dei peperoni caramellati in forno: qui non serve.

Dip = concetto a dosi variabili
Questa è una di quelle non-ricette che piacciono a me: perché ha un potenziale di democrazia culinaria di tutto rispetto. Cioè, l’idea è di mettere insieme questi ingredienti preparati in questo modo. Ma quanto all’equilibrio tra sapori, dovete vedervela voi: dipende da quanto profumano le vostre fragole, da quanto è denso il vostro aceto balsamico, da quanto amate la cipolla… (ogni resoconto delle vostre sperimentazioni è benvenuto).

Questo non è il vostro dip? Non arrendetevi!
Qui ne abbiamo una lista a disposizione. Che potrebbe trasformarsi nel menu del vostro prossimo dip dinner party
chutney di fichi all’aceto balsamico
tapenade di olive nere e fichi secchi
“la vie en rose” dip
fave & pecorino dip
clorofilla dip
hummus no-problem
crema di peperoni con pomodori secchi
tzatziki
crema alla senape
caviale di melanzane e cicorino

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Infine: faccio outing…
Confesso: l’ho fatto. Cosa? Accettare di partecipare a uno “show coking”
Non è una parolaccia: vuol dire che c’è un grande chef che cucina – su un palco e davanti alle telecamere – mentre qualcun altro gli fa delle domande, scatta delle foto, chiacchiera un po’ con lui.
Non avevo mai detto sì a una cosa del genere: la mia naturale riservatezza mi ha sempre indotto a fare un passo indietro in certe occasioni. Stavolta invece ho deciso che era ora di metterci piede in questo mondo “food” al quale mi affaccio sempre e solo dalla mia blogfinestra. In tutta sincerità, non ci avrei scommesso neppure una crostata bruciacchiata: invece mi sono persino divertita. Pensiero serale: “Ogni tanto una passeggiata oltre lo schermo del computer si può anche fare. A piccole dosi…”. Questo il film che è andato in onda:

Lombino d’agnello glassato ai primi fiori, asparago di Mezzago, viole e crumble di nocciole e uvetta
Interpretato da: Giancarlo Morelli (Osteria del Pomiroeu)
Attori non protagonisti: Sabrine d’Aubergine (Fragole a merenda), Sarah Brunella (Fragole e limone)
Girato a: Tuttofood – Milano World Food Exhibition
Regia: FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi
Segreteria di produzione: Francesca Martinengo

Non ho foto: ero di corsa e la reflex l’avevo lasciata a casa. Però potete andarvene a vedere un po’ sul post di Sarah. Di mio ci sono solo quattro dita della mano sinistra: la mia riservatezza ne è uscita salva anche stavolta…
Un grazie a Giancarlo Morelli (che brilla non solo per la sua stella Michelin), e alla FIPE per l’invito. E un saluto a Sarah, che mi ha fatto piacere conoscere.