La bublanina di mirtilli

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bublanina di mirtilli

Lo so… non sarebbe aria da accendere il forno con questa cappa d’afa che pesa sulla città. Perfino le cornacchie gracchiano stanche, sul tetto di fronte alla mia lillipuziana scrivania da bistrot. Ma non ho saputo resistere al mio ultimo (e assolutamente non definitivo) innamoramento d’estate: i mirtilli surgelati. Mi perdonerete se vi paio un po’ noiosa, magari vi aspettavate qualcosa di più osé… vi capisco. Ma io sono una che della normalità ha fatto la sua trasgressione: e ultimamente sono i mirtilli surgelati a darmi i brividi.

Intanto perché sono… “surgelati”, ed è un piacere prenderli a piccole manciate dal sacchetto, guardarli solo un istante mentre la brina che li avvolge si scioglie, e mangiarseli così… nient’altro che piccole caramelle violette diventate di ghiaccio.

Poi perché hanno un colore meraviglioso: e bisogna riconoscere che non è da tutti avere una bella cera dopo una permanenza al chiuso in un bustone di plastica a qualche grado sotto zero. Certo, freschi sono un’altra cosa, con quella patina di blu opaco che li rende tanto scicchettosi. Ma provate voi a comprarne un chilo dal fruttivendolo, e se ne trovate uno a prezzi ragionevoli passatemi l’indirizzo: perché il mio me li vende, i mirtilli freschi, ma a cifre da mutuo.

Così mi sono rassegnata ad andarmeli a cercare al negozio di surgelati più vicino. Ed è stata la mia prima volta: in un negozio di cibi ibernati, voglio dire… Non ci crederete: persino io, militante indefessa del partito-del-tutto-fresco, mi sono divertita. Ho visto cose che non mangerei mai, ma mi sono addirittura comprata una borsetta termica per trasportare i miei mirtilli fino a casa. Perciò ho salutato la commessa con un certo trasporto e un sincero arrivederci: dovrò pur ammortizzare un euro e cinquanta di investimento…

I mirtilli sono finiti in una crostata, e subito dopo in questa bublanina. Non è uno scioglilingua: è un dolce ceco, che si fa di solito con le ciliegie ma che nessuno vieta di preparare con dei mirtilli surgelati (soprattutto se trasportati in una elegantissima borsettina con chiusura a scatto…)

Bublanina di mirtilli

E’ meravigliosamente creativo il gesto di seminare mirtilli mezzo sciolti sulla superficie dell’impasto: frutti e gocce violette come un disegno che sprigiona energia, prima ancora che colore. C’è di che sentirsi Jackson Pollock… tracce di succo di mirtillo sul piano di marmo della cucina, sulle piastrelle bianche, sui miei pantaloni (sigh! … però che belli).

E la bublanina uscita dal forno – parte in uno stampo grande e parte in porzioni monodose – era semplicemente buonissima: da sollevar l’umore persino a una cornacchia pesta.

Solo mio marito, appena mi ha visto, si è allarmato: ha preso a girare per casa come se cercasse qualcosa.
“Non dirmi che hai dipinto di nero mirtillo qualche altro mobile!!”
“Di nero mirtillo?!? Ma guarda che c’è solo il bianco latte in quei barattoli in salone…”
“… e allora come mai hai una mano con le unghie tutte blu?”

Non so come rimedierò all’inconveniente di una mano destra che sembra quella di un tuareg: unghie e dita blu anche dopo innumerevoli lavaggi. Ma il piacere di sentirmi Jackson Pollock mentre disegnavo coi mirtilli sull’impasto di bublanina è stato indescrivibile. Voi, però, datemi retta: mettetevi i guanti…

Saluti e baci,

S.

LA BUBLANINA DI MIRTILLI

INGREDIENTI

farina bianca 00: 200 gr
fecola di patate: 50 gr
zucchero semolato: 150 gr
burro: 100 gr
uova: 4
latte: qualche cucchiaio
lievito vanigliato: 1 bustina
sale fino: un pizzico
mirtilli surgelati: 500 gr (più o meno…)

Accendete il forno a 180° e imburrate una tortiera (non chiedetemi “quale?” e date invece un’occhiatina alla nota qui sotto, prima di cominciare…).

Lavorate il burro e lo zucchero con il mixer (o le fruste elettriche: direi di evitare le mani, una volta tanto…), finché il composto non è ben gonfio.

Aggiungete le uova, una a una, e poi – sempre continuando a sbattere – la farina, la fecola e il sale. Se l’impasto vi sembra troppo sostenuto, aggiungeteci due-tre cucchiai di latte (dovete regolarvi voi: la consistenza dev’essere quella di un impasto da torta un po’ morbido). Aggiungete il lievito setacciato solo alla fine.

Rovesciate il composto nella tortiera in uno strato non più spesso di 3-4 cm (anche meno se usate degli stampini individuali, ma vale sempre la nota qui sotto…), distribuite i lamponi ancora surgelati sulla superficie e infornate per una ventina di minuti. Fate attenzione ai tempi di cottura: dipendono da quanto è grande il contenitore della vostra bublanina… che deve uscire dal forno appena dorata e sofficissima. Insomma: non fatela asciugare troppo.
Servitela direttamente nel contenitore di cottura, generosamente spolverata di zucchero a velo.

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Quanto è grande una bublanina?
Dipende da voi: cioè dal contenitore che scegliete per farla cuocere. Mi spiego: l’impasto va steso in uno strato sottile, diciamo 3-4 centimetri se usate un contenitore grande a bordi alti (va bene una pirofila o la teglia delle lasagne). Ma potete anche tenerla a meno di un centimetro, se – come me – la fate cuocere negli stampini individuali per crostate.
Ovviamente, attenzione ai tempi di cottura, che variano a seconda di dove l’avete messa, questa vostra bublanina: quindici-venti minuti per una grande, meno di dieci per quelle piccole. E in ogni caso vale “la regola del neonato cagionevole”: non perdetela d’occhio!

Una vera bublanina
… non ha fecola nell’impasto e ha meno lievito: ma questa è semplicemente quella di casa mia. A me piace che la pasta che avvolge la frutta sia sofficissima. Una nuvola… come uno di quegli scialli all’uncinetto che fa la mamma della mia amica. E siccome pare che “bublanina” voglia dire “piena di bolle”, cioè soffice… io esagero!

Nota di colore
Giusto per restare in ambito “artistico” dopo la citazione di Pollock, la storia della pittura nero mirtillo che ci ha funestato l’esistenza per un paio di settimane è davvero divertente. Al punto che meriterebbe forse un post… magari insieme a una seconda busta di mirtilli surgelati (ve l’ho detto che devo ammortizzare la borsetta termica, no?)
Perciò nel frattempo accontentatevi di sapere che è quella con la quale ho dipinto il tavolo-seppia, che con l’occasione vi presento: è quello delle foto e tinge di nero chiunque gli si avvicini. Ma è solo timidezza: lo domerò…

Perché me ne sto ancora sulla mia scrivania da bistrot?
La verità è che ci sarebbe uno studio, in questa casa. Ma non c’è verso di far funzionare fastweb in quella stanza: pare che l’impulso non ci arrivi. Ora, poiché mi guardo bene dal rivelare all’antennista che abbiamo un fantasma dispettoso che alloggia da noi, sarebbe meraviglioso se tra i beneamati lettori di questo blog ci fosse qualcuno in grado di rivelarmi l’esistenza di un prodigioso marchingegno in grado di farmi collegare alla rete anche se sono distante dalla scatola fastweb. E se la casa ha dei muri tanto spessi che persino un fantasma li attraversa a fatica…

E… last but not least: come farei senza di voi? (13.07, ore 18.15)
Succede di finir di scrivere un post alle tre del mattino, di svegliarsi quattro ore dopo pensando di avere finalmente una giornata tranquilla a disposizione e di ritrovarsi due ore più tardi in aeroporto, con un biglietto fatto al volo per telefono. Di arrivare a destinazione e non avere neanche il tempo di bersi un caffé, e di ricevere una telefonata a pomeriggio inoltrato da un marito trafelato.
“Guarda che la tua ricetta di bublanina è sbagliata!…”
“Impossibile: l’ho fatta ieri, è quella che vi ho lasciato in bella vista in cucina…”
“E invece è sbagliata: se n’è accorto Gambetto. Tra gli ingredienti hai scritto lamponi invece di mirtilli…”
Ha un tono che tradisce un lieve accenno di soddisfazione. Ma non sa che io sono più soddisfatta di lui… Perché mi legge di nascosto (e regolarmente si tradisce). E perché, una volta di più, mi dico: ma come farei senza questi affezionati e impagabili lettori? Perciò: grazie Mario! Che poi sarebbe quel Gambetto di cui sopra… dal quale, adesso, mi aspetto come minimo una bublanina di lamponi. Magari in uno stampo da crostata…