La brioche marocchina all’anice e sesamo

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brioche marocchina all'anice e sesamo

“Non avrai mica intenzione di portarti dietro queste ciliegie?!?” mi ha supplicato sull’arco della porta mio marito mentre gli porgevo il sacchetto amorevolmente chiuso con un fiocchetto bianco.
“Ma dài… tanto stavolta non abbiamo bagagli…” ho minimizzato chiudendomi l’ascensore alle spalle senza far rumore.
“E dove pensi di mettertele, se parti solo con la borsa?”
“Io da nessuna parte… ma pensavo che tu avessi posto…” e ho abbassato lo sguardo sulla sua ventiquattr’ore.
“?!? … Scordatelo!!” mi ha sibilato sottovoce con il tono più arrabbiato di cui un essere umano possa disporre all’alba.

Ce ne siamo partiti così dalla città, sperando in tre giorni di sole, mare e abiti leggeri. Con un bagaglio ultra-slim perché “tanto oramai è praticamente estate, che bisogno c’è di portarsi dietro troppa roba…”. E con un’immotivata, generosa dose di ottimismo meteorologico, in barba a tutte le previsioni.

Mentre l’aereo decollava, gocce pesanti bagnavano il finestrino. Ma io avevo il cuore leggero: come il bagaglio… Stavo partendo senza nemmeno una giacca addosso, con un paio di sandali ai piedi e un chilo di ciliegie in una ventiquattr’ore: ero riuscita a convincere mio marito che in spiaggia sarebbero state l’unico pasto possibile, stesi al sole sulla sabbia dopo un inverno di risotti.

Un’ora e qualche centinaio di chilometri più tardi, un maestrale dispettoso mi scompigliava i capelli mentre cercavo tra le pozzanghere un posto dove posare i miei sandali. “Sarà questione di mezza giornata…” mi dicevo mentre spalancavo le finestre sulla piazza. “Qui basta che cambi il vento per far cambiare una stagione”. Ma i gabbiani volavano bassi e prudenti, lontani dalle palme che ondeggiavano rabbiose. E il piumone sul letto abbiamo preferito tenercelo, mentre sprofondavamo nel sonno facendo programmi pieni di sole.

La mattina dopo, il rosso delle ciliegie creava un delizioso contrasto con il grigio piombo al di là dei vetri. Io le guardavo e passavo in rassegna le nuvole: senza speranza. Ma non mi sono rassegnata a chiuder le persiane mentre la grandine bussava impertinente alle finestre. Mi sono limitata ad accendere il forno. E ho messo da parte i miei sandali per un paio di mocassini: color rosso ciliegia, perché in fondo è pur sempre quasi estate… Le pozzanghere hanno continuato ad andare e venire: come le nuvole e il freddo. Stabile, invece, il colore dei miei piedi: irrimediabilmente sfumati di rosso-mocassino-bagnato… E la temperatura della cucina: perché non mi decidevo a spegnere il forno.

Sono volati questi tre giorni lontano dalla metropoli: spazzati via dal maestrale come i fiori di lavanda in terrazzo, i miei sogni di abbronzatura e la panna montata di una sfortunata pavlova (questa è una storia divertente, ve la racconterò…). Ma neanche i venti più dispettosi riescono a prendersi tutto: e infatti le mie ciliegie sono di nuovo in un sacchetto chiuso da un fiocchetto bianco. Ridotte a meno della metà e (devo ammettere) non più così fragranti: però reggono ancora, e io con loro. Sono il simbolo della mia resistenza alle intemperie…

“Non me le hai fatte mangiare in spiaggia? E io me le riporto in città: a costo di farci il minestrone…” dico arrabbiata nera al dio dei venti, mentre a fatica richiudo le persiane. Però glielo dico sottovoce: non vorrei mi sentisse mio marito… Perché stamattina abbasserò lo sguardo sulla sua ventiquattr’ore tenendo un sacchetto per mano: non solo quel che resta delle mie ciliegie, ma pure una metà della brioche che vedete qui sopra. D’altronde, non è mica colpa mia se con questo tempaccio non si poteva far altro che accendere il forno..

Perciò scusate, ma adesso vi saluto e scappo via. Devo fare un po’ di training autogeno: anche a quelli con la faccia tosta serve un po’ di concentrazione per risultare convincenti…

LA BRIOCHE MAROCCHINA ALL’ANICE E SESAMO

INGREDIENTI

farina Manitoba: 400 gr
farina bianca 00: 150 gr
latte: 200 ml
uova: 2 (medie)
olio di semi di girasole (o di mais): 3 cucchiai
miele: 2 cucchiai
semi di sesamo: 4 cucchiai (2 per l’impasto e 2 per la copertura)
semi d’anice: 1 cucchiaio
acqua di fior d’arancio: 1 cucchiaio e mezzo
lievito di birra: 25 gr (un cubetto)
sale: 1 pizzico

Sbriciolate il lievito di birra nel latte tiepido nel quale avrete sciolto il miele (per la temperatura del latte vale la solita regola: dovete intingerci un dito e quasi non avvertire la differenza). Mescolate energicamente con un cucchiaio e lasciate riposare per 15 minuti in luogo riparato.

Mescolate in una grande ciotola le farine, il sale, 1 cucchiaio di semi d’anice e 2 cucchiai di semi di sesamo. A parte sbattete le uova e tenetene da parte un paio di cucchiaiate per la spennellatura finale.

Quando il lievito avrà formato una schiuma compatta mescolatelo ancora vigorosamente con il cucchiaio poi rovesciatelo nella ciotola con le farine e, sempre continuando a sbattere come se doveste fare una frittata (serve a incorporare aria..), aggiungete le uova, l’olio e l’acqua di fior d’arancio.

Utilizzate il cucchiaio finché ci riuscite, poi rovesciate l’impasto sul piano di lavoro e mettetevi all’opera con la tecnica per impasti morbidi (illustrata nel filmato in fondo a questa pagina). Vale a dire: prendetelo con due mani, sollevatelo e facendolo sventolare davanti a voi, sbattetelo sul piano di lavoro, poi allungandolo verso di voi tiratelo e richiudetelo su sé stesso verso l’esterno. Giratelo di 90° e ripetete l’operazione: almeno un centinaio di volte (non storcete il naso… ho forse scritto da qualche parte che questo è un lavoro rapido?).

Man mano che lo lavorate l’impasto si farà setoso e omogeneo… una meraviglia. Quando avrete finito, rimettetelo nella ciotola pulita appena unta d’olio, sigillate con della pellicola e mettete a lievitare per un’ora-un’ora e mezza.

Quando sarà raddoppiato di volume, rovesciate l’impasto sul piano e – senza rilavorarlo – dividetelo in tre parti e ricavatene una treccia: non stringetela troppo, altrimenti non avrà modo di espandersi bene durante la seconda lievitazione.

Mettete la treccia su una teglia da biscotti rivestita di carta forno e fatela lievitare ancora, scoperta ma al riparo da correnti. Ci vorranno una quarantina di minuti perché raggiunga la dimensione definitiva (che tanto per intenderci è quella della foto). Dopodiché è pronta per essere spennellata con il resto dell’uovo (che avrete diluito con un po’ di latte) e spolverizzata con un paio di cucchiai di semi di sesamo.

Cuocetela a 220° per i primi 10 minuti, e poi a 200° per altri quindici circa, o finché non avrà preso un bel colore ambrato.

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Il pane marocchino e le friulane di velluto verde bosco
Questa è una ricetta di Nadjia, la babysitter marocchina di Principessa quando lei era piccola piccola. Fervente devota di telenovelas, passava buona parte della giornata sul divano piangendo a calde lacrime davanti ad appassionanti scene d’amore, sulle quali puntualmente mi aggiornava al mio ritorno a casa. Principessa era una bambina bravissima, che non saltava una dormita: e Nadjia una bravissima babysitter, che non saltava una puntata… Le perdonai persino l’usucapione di un paio di mie friulane di velluto verde bosco: quando mi accorsi che le piaceva mettersele, semplicemente gliele regalai. E lei capì benissimo… Il giorno dopo arrivò con questa brioche meravigliosa, che suggellò un nostro patto senza bisogno di parole: niente più incursioni nella mia scarpiera…

Le bizze di Blogger (1)
Dopo il terremoto, lo sciame sismico. Non bastava la giornata nera del 12 maggio, con la parziale cancellazione dei vostri commenti e i successivi problemi di connessione: il dio Blogger non ha ancora placato la sua ira. Non sempre riesco a caricare post, né a rispondere o a postare commenti miei… Insomma: abbiate pazienza, pare non ci sia altro da fare. Se non – forse – prendere in considerazione una migrazione di massa verso altri – meno perigliosi – lidi… Qualcuno ha suggerimenti da dare? Perché io mi starei stufando di perdere tanto tempo…

Le bizze di Blogger (2)
Scusate, ancora una comunicazione di servizio… anzi: di disservizio. Forse qualcuno di voi si sarà accorto che la ricerca interna al blog (in alto a destra “Cerca in Fragole a merenda”) da qualche giorno non funziona. Ho provato a contattare Blogger, ma non si riesce ad avere alcuna informazione, se non che il problema è comune ad altri blog. Anche qui, se qualcuno ha dei suggerimenti è il benvenuto (e verrà compensato con pani e brioches…)
Mi spiace molto, perché so che in questo modo faticherete a trovare quel che vi serve: perciò vi consiglio di consultare l’indice delle ricette oppure di usare la ricerca per etichette (sempre colonna di destra, poco più sotto) che sto aggiornando un po’ alla volta con tutti gli ingredienti.