So this is Christmas…

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And so this is Christmas...

E così ce l’ho fatta. Ci sono arrivata trafelata, dopo tre notti praticamente insonni e giorni di febbrile attività, ma ci sono riuscita: queste quattro mura sono di nuovo “una casa”.

Fa niente se non è tutto sistemato a perfezione, se l’imbianchino ha dato forfait e abbiamo ancora una camera da letto un po’ naif: l’atmosfera – che è ciò che veramente conta in certe occasioni – è quella di sempre. Non potrei mai rinunciarci, a Natale…

Ho preso l’ultimo aereo con il mio solito bagaglio a mano: ma stavolta c’erano anche un completo da sera, un paio di tacchi 10 con fiocco di raso, e una ghirlanda comperata al mercato, alla quale non avevo saputo resistere. Sembrava un’impresa impossibile (“Non penserai di partire con quella roba di foglie e bacche, vero?!?” mi ha supplicato mio marito in aeroporto) e invece in certe occasioni persino le magie riescono: basta crederci…

Ho riaperto le mie finestre sulla piazza, e tra mille cose da fare la più urgente mi è sembrata arrampicarmi sul soppalco e tirar fuori quelle fascine di rami che ogni anno faticosamente vi ripongo. Non è che attorcigliare ghirlande di lucine a dei rami secchi sia uno di quei lavori che le mani ti chiedono di fare, con quattro gradi fuori… e infatti ce le ho tutte tagliuzzate. Ma quando a sera le accendo, beh… è come se mi si accendesse pure il cuore.

E scusate se vi sembrerò un tantino sdolcinata: ma non c’è niente di male a sentirsi bene dentro, a lasciarsi pervadere da quel senso di gioia e gratitudine che mi fa dire: “Un altro Natale è qui… e noi pure”. A casa nostra i regali passano in secondo (diciamo pure in terzo…) piano: contano i pacchetti fatti uno a uno, tutti uguali tra loro ma diversi ogni anno, e i biglietti con quelle parole che a voce ci vergogneremmo un po’ a dire (chissà perché, poi…). Contano le cose che si fanno insieme (tra cui tanti biscotti), le candele, la musica. Il sentirsi insieme anche se c’è sempre qualcuno altrove…

E allora poco importa se il tempo per raccontarvi tutto con delle foto stavolta non ce l’ho. D’altronde non ho nemmeno una vera ricetta di Natale, perché questo di oggi è poco più che un gioco: un meraviglioso, emozionante, casalingo passatempo natalizio. In forma commestibile, però… Lo so, colgo l’incongruenza: vi racconto che non ho tempo per scrivere dei posts come vorrei e poi passo il tempo a disegnare cristalli di neve. Ma non c’è niente di più benefico – credetemi – di un’ora alle prese con fruste, zucchero e albumi per sentirsi in armonia con il Natale. La vita non può essere solo una nuvola di calce: ci vuole anche un soffio di zucchero a velo…

And so this is Christmas...
And so this is Christmas...

L’idea non è mia, ma di quel genio di Sweet Paul. Io ho soltanto ridotto le dosi di zucchero e verificato che funzioni: e funziona a puntino, se siete disposti a lavorare di sac à poche finché il polso non vi duole (l’impasto è un po’ duretto, sappiatelo). Così adesso la mia cucina è ricoperta da cristalli di neve fatti di zucchero. Principessa ha spalancato i suoi occhi pieni di meraviglia: “Sono bellissimi, mamma…”. E ho sentito che il senso di festa, così come i colori, è di chi guarda e sa vedere: viene da dentro… Perciò datemi retta, provateci: con i bambini, il fidanzato, gli amici, la nonna… o con chi volete voi. Disegnare cristalli di zucchero richiede impegno e leggerezza: come ogni frangente della vita.

E adesso, con le luci ancora accese sul davanzale e questa notte che – mentre tutti oramai dormono – meravigliosamente scivola via, vi devo salutare: una mamma non si può svegliare con gli occhi pesti la mattina di Natale.

Dovunque e con chiunque voi siate, sotto i cieli luccicanti di questo piccolo vecchio mondo, siate felici.

Buon Natale,

S.

CRISTALLI DI NEVE (FATTI DI ZUCCHERO…)

INGREDIENTI

zucchero semolato fine: 400 gr
albumi: 2

Dotatevi di un paio di fruste elettriche (se ve lo dico io, che monto sempre gli albumi a mano, dovete credermi…) e di un bel po’ di carta forno. Disegnate su un foglio un fiocco di neve (io ho scaricato un template da Internet…) e fissatelo al piano di lavoro con del nastro adesivo.

Iniziate a montare gli albumi a velocità media. Quando vedete che iniziano a formare un po’ di schiuma aggiungete i primi 200 gr di zucchero e continuate a lavorarli, aumentando la velocità al massimo, finché non diventano come panna montata (cioé bianchi e fermi, ma non fermissimi).

A questo punto aggiungetene altri 100 gr continuando a sbattere e – quando saranno perfettamente incorporati nel composto – versateci gli ultimi 100, sapendo che persino le fruste elettriche arrancheranno perché l’impasto è molto pesante.

Quando vedete che i granelli di zucchero sono indistinguibili dal resto e la glassa è lucida e gonfia, deponete le fruste e imbracciate la sac à poche: riempitela e usatela per ricalcare da sopra il foglio di carta forno le sagome dei cristalli che avete disegnato. Ci vuole un po’ d’impegno, perché se non vi sbrigate il composto inizia ad asciugare.

Quando avrete finito, spolverate i cristalli di neve con zucchero a velo e, se vi piacciono i luccichii, con degli zuccherini d’oro o d’argento.

Lasciateli asciugare per almeno 24 ore, dopo di che potete staccarli delicatamente dalla carta e… farci quel che volete voi! Potete mangiarveli (sanno di zucchero…), metterli in una scatolina e regalarli ad un amico, decorarci la tavola delle feste, o appenderli all’albero con un filo di nylon (fate attenzione: sono fragilissimi).

Durano quanto le vacanze di Natale, se li tenete in un luogo asciutto.

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Non sarebbe Natale senza un grazie speciale…
… a una persona che due mesi fa, dopo aver letto un mio vecchio post, mi ha scritto un messaggio bellissimo: “So che non ci conosciamo, che non abbiamo nulla in comune se non qualche sprazzo di vita condivisa su internet, ma volevo farti sapere che questo Natale faro’ anche io il tuo pandoro, a mano, per festeggiare insieme a te…”.
Non ce l’abbiamo fatta a impastarlo in contemporanea, com’era nei programmi, ma per nulla al mondo avrei mancato a questa promessa. Così mi sono ritrovata la notte prima della partenza con un impasto che avrebbe avuto bisogno di un altro giorno per maturare a dovere. Il panettone si è un po’ afflosciato in forno e – detto tra noi – non sapeva nemmeno tanto di panettone. La foto è pure bruttarella. Ma ci tenevo a far sapere ad A.R. che la sua partecipazione ha reso più ricco il mio Natale…

Home-made panettone