Polpette di pollo alle mandorle e limone

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Cosa fare di quel pollo in frigo da un paio di giorni che se partiamo per il weekend finisce nella pattumiera? Polpette, ça va sans dire!

E siccome l’odorino del pollo da solo non mi fa impazzire, passo in rassegna le opzioni possibili con la mia dispensa ancora a mezzo servizio e decido che mandorle, salvia e limone possono andare. Arrostisco, tosto, trito, impasto e alla fine mi ritrovo con un piatto di polpette profumate che decido di immortalare nonostante sian già le sette di sera. Unico set fotografico disponibile a quest’ora – la luce naturale scarseggia in questa metropoli… – il davanzale della cucina con finestra spalancata.

Son lì, che faccio contorsionismi da circo cercando di acchiappare l’ultima luce, quando uno scroscio d’acqua dal ballatoio di sopra finisce sulla ringhiera, rimbalza con arco perfetto sul davanzale e si abbatte sulle polpette. I signori del quarto piano hanno deciso che le loro piante patiscono la sete e, incerti sul da farsi, hanno optato ancora una volta per una soluzione radicale e democratica: diluvio per tutti!

Con un diavolo per capello (diavoli bagnati, s’intende) chiudo la finestra, asciugo la mia macchinetta digitale e guardo furente le chiazze di terriccio che si allargano sul verde tenero della mia salsa alla salvia. “In fondo erano scatti di prova, per fortuna di polpette ce ne sono ancora… domattina con la luce mi faccio le foto con calma”. E me ne vado a sbollire la rabbia in pizzeria.

Se non che, come in tutte le congiure degne di tale nome, i congiurati si nascondono anche tra le persone più insospettabili…

Di ritorno dalla pizzeria, al momento di mettere le polpette in frigo, le suddette non si trovano: scomparse, svanite nel nulla senza lasciare traccia… anzi una traccia c’è: il piatto che le conteneva, perfettamente lavato, messo ad asciugare accanto al lavello. Solo quando mia figlia invita a cena quel buongustaio del suo ragazzo, è così gentile da rimettere in ordine la cucina…

POLPETTE DI POLLO ALLE MANDORLE E LIMONE

INGREDIENTI
(per 3 persone)

pollo (cosce o sovracosce): 250 gr (al netto di pelle e ossa)
latte: 750 ml circa
mandorle intere pelate: 30 circa
ricotta: 250 gr
pane raffermo: 2 fette
uova: 1
limoni: 2
cipollotti: 3
salvia: una decina di foglie
maizena: un cucchiaino
granulare per brodo vegetale: mezzo cucchiaino
olio extra-vergine di oliva
sale e pepe

Disossate i pezzi di pollo, appiattiteli con un batticarne e metteteli in una padella antiaderente senza olio. A cottura ultimata (dovranno essere ben coloriti da entrambi i lati) salateli, fateli raffreddare e tagliateli a dadini.

Tostate le mandorle a fuoco medio. Mettete a bagno nel latte le fette di pane.

Lavorate nel mixer il pollo e le mandorle finché non ottenete una specie di…. segatura (non è bello, ma l’aspetto è proprio quello lì). Aggiungete le fette di pane strizzate e lavorate ancora qualche secondo. Poi mettete tutto in una ciotola con la ricotta (tranne due cucchiaiate che terrete da parte), l’uovo, la scorza grattugiata di un limone, sale e pepe e mescolate con un cucchiaio (se continuate con il mixer rischiate l’effetto “omogeneizzato di pollo” e non siete più in età…). Se ce ne fosse bisogno, ammorbidite il composto con un po’ di latte e ricavatene delle polpettine.

Mettete in padella i cipollotti a fettine con due cucchiai d’olio; quando avranno preso colore aggiungete le polpette e fatele andare finché non si forma una leggera crosticina (giratele con cura perché l’impasto è morbido). A questo punto copritele di latte, aggiungete il granulare e lasciate cuocere per 10 minuti con il coperchio.

Quando saranno cotte, estraetele dalla pentola e frullate il fondo di cottura con i due cucchiai di ricotta rimasti, le foglie di salvia, il succo di mezzo limone, sale, pepe e un cucchiaino raso di maizena (dovrete ottenere almeno 500 ml di sugo, se non ce li avete allungate con acqua o latte).

Al momento di servire, fate addensare la crema sul fuoco per un paio di minuti e usatela per accompagnare le polpette. La scorza grattugiata di un limone servirà a dare un tocco di colore e di profumo.

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Petto o coscia?
Il dilemma attanaglia da sempre le donne in cucina (e gli uomini al bar). Io trovo che il petto dia una consistenza un po’ stopposa a questo tipo di impasti e preferisco la carne della coscia (o sovracoscia): certo bisogna spellarla e disossarla, ma ne vale la pena. A meno che non abbiate avanzi di pollo arrosto (o lesso) da smaltire e allora in quel caso… tutto fa brodo! Quanto ai signori, temo che continueranno a dibattere la questione ancora a lungo…

La salsa della foto…
… non è come dovrebbe essere. Causa inaspettata e anticipata ingestione delle polpette, non ho infatti avuto modo di farla rapprendere con la maizena. Tanto per farvi capire: le polpette dovrebbero essere cosparse di morbida crema e non galleggiare in una triste pozzangheretta verde…