Digestive biscuits al farro

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Biscotti, che passione. Nelle giornate fredde la scusa è che mi sedano le turbe meteoropatiche. Quando ho ragazzi per casa mi dico che li faccio per loro. E se è domenica… beh, vogliamo farci mancare dei veri biscotti nel dì di festa?

Peccato che oggi me ne stia qui in perfetta solitudine, che la giornata sia di quelle azzurre e limpide che pensavo ormai appartenenti a un’altra era geologica e che, per giunta, sia lunedì. “Fa niente…” mi son detta stamattina, quando ho scostato la tenda e finalmente è entrato il sole “vorrà dire che stavolta accenderò il forno per eccesso di gioia!”. E così è stato.

Ma di prima mattina di lunedì non è che ci si possa mettere a far gli spiritosi in cucina, a preparar cose non dico complicate ma che solo necessitino del poco spazio disponibile come piano di lavoro: a meno di non voler incorrere nei mugugni e nelle affettuose gomitate di gente appena sveglia, che non si è ancora infilata sotto la doccia ma viaggia già a ritmi da giornata di lavoro.

Così ci ho messo un istante a scegliere lo spartito per la mia ouverture da risveglio con cielo azzurro: i digestive della mia amica londinese, ai quali io aggiungo sempre un po’ di farro.

Due minuti per preparare l’impasto, quindici di riposo in frigo, altrettanti per ritagliare le forme, venti di cottura: insomma, in meno di un’ora si fa tutto. Soprattutto se dopo il toast di mezzanotte con marmellata di arance vi siete dimenticati il burro fuori dal frigo…

Buon lunedì a tutti!

DIGESTIVE BISCUITS AL FARRO

INGREDIENTI

fiocchi d’avena: 100 gr
farina di grano integrale: 50 gr
farina di farro: 50 gr
zucchero demerara: 50 gr
burro salato: 100 gr (a temperatura ambiente)
latte: 2 cucchiai
lievito per dolci: 1 cucchiaino
bicarbonato: 1/2 cucchiaino

tempo di preparazione: 50 minuti

Tirate fuori il burro dal frigo con almeno mezz’ora d’anticipo: dev’essere morbido.

Mettete nel mixer i fiocchi d’avena e accendetelo due-tre volte per pochissimi secondi: non dovete trasformare i fiocchi in polvere (sennò vi perdete la consistenza tipica di questi biscotti, cioè i pezzettini di avena da masticare dopo che tutto il resto vi si è sciolto in bocca…), ma solo ridurne un po’ la dimensione.

Dopodiché schiaffate nel bicchierone tutti gli altri ingredienti “asciutti” (lievito e bicarbonato setacciati, please…) e lavorate ancora due secondi per miscelarli. Infine aggiungete il burro morbido e il latte e fate andare il mixer quel tanto che basta a trasformare l’impasto in una palla unica, che metterete a riposare in frigo (in un recipiente accuratamente sigillato) per almeno un quarto d’ora.

Accendete il forno a 170°. Rovesciate l’impasto tra due fogli di carta forno e stendetelo con il matterello a uno spessore di 3-4 mm. Mettete i biscotti in una teglia ricoperta di carta forno e cuoceteli una decina di minuti per lato (o finché li vedete appena dorati). Attenzione, scuriscono facilmente: per cui evitate di telefonare all’amica in crisi proprio adesso…

Fateli asciugare su una gratella da pasticciere e, quando si saranno completamente raffreddati, conservateli in una scatola di latta. O mangiateveli subito, in compagnia di quella povera ragazza giù di morale che aspetta ancora la vostra telefonata…

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Dello zucchero demerara e della passione che merita
Non amando i dolci dolci (non è un errore: il primo è un sostantivo, il secondo un aggettivo…) può capitare che nella mia dispensa manchi lo zucchero raffinato, quello bianco comune per intenderci: ma mai uno zucchero di canna.
Tra quelli per me “irrinunciabili” c’è il demerara, uno zucchero grezzo a cristalli piuttosto grandi, di color giallo oro. Io lo uso per biscotti e crostate, ai quali conferisce una croccantezza unica. Ma anche per alcuni muffins, e in genere per le preparazioni con farina integrale: cioè in tutti quei casi in cui il colore dell’impasto tende già di suo al marroncino e la grana non dev’essere finissima. Tanto per esser chiari: non ci farei mai le meringhe o il pan di spagna, perché non funziona. Va invece benissimo nel té e nelle tisane, perché il calore esalta il suo aroma.
Da non confondere con il London demerara, che è invece uno zucchero raffinato con un’aggiunta di melassa, e non uno zucchero grezzo: simile nell’aspetto all’altro, ma con un sapore meno complesso e aromatico.

Di chi sono questi biscotti?
La cara amica inglese alla quale devo questa ricetta, me l’ha passata come nota opera di Gary Rhodes: non ho motivo per non crederle, ma io non possiedo suoi libri e non ho modo di verificarlo.
Però, siccome non ci tengo affatto a passare per una scopiazzatrice di biscotti né per una divulgatrice di attività fraudolente in cucina, vi preciso quanto segue: la ricetta originale prevede l’uso di 100 grammi di farina integrale e niente farina di farro. Per cui: se decidete per la sola farina di grano integrale ringraziate la mia amica e Gary Rhodes. Se invece optate per quei 50 grammi di farina di farro che sostituiscono metà di quella integrale ringraziate sempre il caro Rhodes – che, biscotti o no, se lo merita in ogni caso – e pensate con un sorriso anche a madame d’Aubergine