Limonata al miele, lavanda e rosmarino

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Limonata al miele lavanda e rosmarino

Qui cucina di Fragole a Merenda. Siamo tutti vivi e vegeti: sopravvissuti alle vacanze, alle zanzare, all’andirivieni da una città all’altra e all’ennesima banda di operai squinternati (tenetevi forte: sta per riaprirsi un capitolo di quelli in perfetto stile para-edile…).

Abbiamo retto persino alla scomparsa della spiaggia: quel lembo di sabbia tanto amato se l’è ingoiato il mare a primavera, il poco che è rimasto ce lo siamo diviso con i soliti amici. E per fortuna che son cari e – quindi – pochi, perché c’era a malapena lo spazio per apparecchiare certi nostri meravigliosi spuntini dai quali giusto uno tsunami potrebbe farci desistere. Ho preparato innumerevoli torte allo yogurt con le gocce di cioccolato, quelle che se non ne porto una al giorno per i bambini della spiaggia restano tutti delusi (… genitori compresi). Quest’anno ne abbiamo sperimentato varianti alla ricotta, alla panna fresca e persino al burro salato. Una volta le gocce sono rimaste tutte in superficie, due volte sono sprofondate spiaccicandosi sul fondo. Ma non ne è mai avanzato un pezzetto dentro il cestino di smalto bianco e blu che infilavo ogni mattina nella mia sacca a righe.

Ho anche sfornato meravigliosi panini e persino qualche brioche: non so cosa mi sia preso, ma un istinto irrefrenabile ad accendere il forno – nonostante le temperature non esattamente polari – ha avuto la meglio su qualsiasi considerazione razionale: E sulle proteste – giustificate (ma voi non diteglielo…) – di mio marito.
“E’ mai possibile che con questo caldo si debba stare tutte le mattine con il forno acceso?” si lamentava transitando per la cucina. Ma era più forte di me: mentre facevo colazione e leggevo i giornali c’era già qualcosa a lievitare. Così lui emigrava dal fruttivendolo e io mi divertivo a sfornare treccine, nodini, e sfilatini mignon, che più tardi Principessa avrebbe provveduto a spalmare di burro e marmellata per iniziare bene la giornata.

Ci sono state meravigliose giornate d’ozio e impegnative giornate di lavoro: anche se ufficialmente era vacanza. Ma a casa nostra i confini tra mondi diversi non sono mai stati segnati dal filo spinato…

E adesso che si ritorna in città e il ritmo delle giornate gradatamente accelera, sto facendo fuori quel che resta della mia dispensa estiva (per la verità già falcidiata da un’invasione di microscopici esserini neri e filiformi). E di tutte quelle derrate alimentari che in una casa normale stanno in cucina e che io invece dissemino qua e là in bella mostra: come i limoni.

Limonata al miele, lavanda e rosmarino

Ne ho ancora tre alzatine piene. Sono come le mele d’inverno: li compero a chili perché mi mettono allegria. E costano sempre meno di quei velenosi profumatori per ambienti che basta passargli accanto e ti tossiscono in faccia una nuvoletta chimica di dubbia provenienza… In genere, dopo mesi di onorata carriera finiscono mummificati: rinsecchiti e leggeri come zucche ornamentali. E prendono senza scorciatoie la strada della pattumiera. Ma quest’anno devo avere esagerato con i limoni come con le sfornate mattutine: ne ho comprati tanti al mercatino biologico del sabato mattina. E non ho alcuna intenzione di buttarli.

Così, da giorni, sontuose brocche di limonata trovano ospitalità nel nostro frigo. E l’afa, che nemmeno i primi poderosi temporali sono riusciti a stemperare, pare svanire al primo sorso: un’autentica meraviglia… Le bollicine arrivano al naso insieme al profumo di rosmarino e di lavanda. Il sapore viene dopo… una specie di lemonsoda di quando eravamo piccoli.

Rivedo la bottiglietta di vetro con tre cannucce a righe. Tre bambini con la testa china sulla stessa bibita, perché una intera faceva venire il mal di pancia (… sarà stato vero?), in ginocchio sulle sedie di tela pesante sbiadita dalla salsedine sotto il chiosco del bagnino. Altri tempi: nessuno sapeva niente dei coloranti e le litanie anti-obesità non erano ancora necessarie.

Adesso che potrei scolarmi tutte le bibite che voglio, non ne compero mai: a casa nostra non piacciono a nessuno. Ma la mia limonata casalinga… beh, quella è un’altra cosa! Compare in frigo ai primi caldi e ci rimane tutta l’estate: a volte anche oltre (le alzatine piene di limoni non hanno stagione…)

Limonata al miele, lavanda e rosmarino

La ricetta è la stessa da anni (direi tratta da una qualche rivista “franscese” che poteva essere Elle o giù di lì), solo gli accessori cambiano a seconda dell’umore. Così l’altro giorno ho tirato via dal vaso in cui tengo le erbe aromatiche i rami più belli di rosmarino e li ho tuffati in due bicchieri di limonata: mi sembrava un’idea carina, al ritorno dal fruttivendolo, per farmi perdonare l’ennesima sfornata di panini e i quaranta gradi in cucina.

Me lo sono visto arrivare con il bicchiere in mano e l’aria trafelata di chi si accinge a scongiurare una catastrofe: “Non avrai mica dato il concime al rosmarino?!? Guarda che lo sto buttando: perché non ci vorrai fare la focaccia…”

Ho contato fino a dieci. Un minuto dopo, gioiosi cubetti di ghiaccio si tuffavano nei bicchieri. Dal forno uscivano panini ai semi di zucca e folate d’aria bollente. Sudati come minatori abbiamo brindato alla salute del fruttivendolo: le pesche e l’uva avevano un profumo irresistibile…

LIMONATA AL MIELE, LAVANDA E ROSMARINO

INGREDIENTI

limoni: 4 o 5 (non trattati)
miele: 2 cucchiai (più o meno…)
rosmarino: 3 o 4 rametti
fiori di lavanda essiccati: 1 cucchiaino
acqua minerale gassata: 1,5 litri

Lavate bene i limoni, spremeteli, passate il succo al setaccio fine e pesatene 200 grammi.

Mettete il succo di limone in un pentolino con il miele, il rosmarino lavato e asciugato, e la scorza di un limone. Fate scaldare mescolando per far dissolvere il miele e lasciate bollire a fuoco dolce per 3 minuti.

Spegnete il fuoco, aggiungete nel pentolino i fiori di lavanda, mescolate e coprite con un coperchio o un piattino per non far disperdere gli aromi (avreste un meraviglioso deodorante per ambienti, ma una limonata molto meno profumata… e, credetemi, sarebbe un vero peccato).

Lasciate raffreddare completamente, passate nuovamente al setaccio e aggiungete l’acqua minerale (farà un bel po’ di bolle ma abbiate fede: questa non è la ricetta di un bagnoschiuma alla lavanda…).

Conservate la limonata in una bottiglia a chiusura ermetica (le bollicine, si sa, sono errabonde…), rigorosamente in frigorifero. Servitela con ghiaccio e rametti di rosmarino, se avete un fidanzato incline a certe scicchettose frivolezze. Altrimenti limitatevi a una classica fettina di limone: fa un po’ bar di provincia, ma è sempre meglio che essere scambiati per degli spacciatori di concime…