Tartufini di cioccolato al peperoncino

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Tartufini di cioccolato al peperoncino

No, no… non ho alcuna intenzione di raccontarvi che a casa mia i tartufi di cioccolato cadono dai rami spogli insieme alle gocce di cristallo per lampadari… è solo che – un po’ per necessità e un po’ per oziosa sventatezza – ho cercato di fare più cose contemporaneamente. E questa foto ne è la conseguenza.
Se ne sono andati tutti da qui, e sono rimasta solo io: a togliere gli addobbi di Natale dalle finestre, a far resuscitare un vecchio lampadario scovato in una delle mie ultime scorribande tra le pulci, e a tenere a bada un paio di muratori che picconano di là dal muro (non chiedetemi nulla, vi prego…).

Così, in una giornata di luce grigia e in una casa improvvisamente senza voci, me la son presa comoda e mi sono concessa il lusso di passare da una cosa all’altra, senza un ordine preciso. A un ritmo lento, che non è quello consueto ma quello che il mio personale bilancio energetico m’impone: perché le risorse scarseggiano da queste parti, dopo il nostro trasloco senza fine (che infatti è ancora incompiuto…)
Nel giro di un paio d’ore il mio tavolo da pranzo è diventato un guazzabuglio: i rami che stavano sui davanzali, attorno ai quali intreccio ogni Natale le ghirlande di luci, insieme alle pampilles da riattaccare una ad una al lampadario, e a quella scatola di confettini argentati che ci hanno regalato… in più, una manciata di tartufi al cioccolato (la mia riserva di energia nei momenti di stanchezza) finiti chissà come in un vecchio stampino da madeleine.

Un meraviglioso alternarsi di gesti diversi, con la testa tra le nuvole e quel po’ di nostalgia che provo sempre quando sono tutti lontani: infilo una goccia di cristallo, sistemo una fascina di rami, riavvolgo le lucine… e pesco un tartufo dallo stampo. Così… volutamente svagata per una mattinata intera, mentre le mani lavorano lente e pensieri e progetti si rincorrono veloci solo nella mia testa.
Finché l’ultimo accrocchio di rami non precipita sulla scatola dei confetti e sui miei tartufi al cioccolato: il tavolo diventa un caleidoscopio di materiali e si illumina persino, in questa giornata grigia… Mi pare una meraviglia, questa luce d’inverno che pare uscita dal nulla, e anziché prendere uno straccio e una spugna prendo la macchina fotografica.

Dopo un quarto d’ora sono ancora lì, corpo a corpo con quell’intreccio che non so nemmeno io come ho fatto. Mi pare di essere una goccia di cristallo, ma anche un confetto d’argento e forse persino un tartufo al cioccolato… e se non fosse che sono secchi, vorrei anche somigliare a uno di quei rami che fino a poco fa guardavano la piazza.
Sarà il momento di magia, o la stanchezza che a me fa un effetto allucinogeno, fatto sta che non mi accorgo di quel che succede alle mie spalle: dall’altra parte della via, ma tanto vicini da sembrare nella stanza a fianco, due bambini col naso spiaccicato alla finestra si godono lo spettacolo dall’appartamento di fronte, ridendo come matti. Me li ritrovo riflessi nello specchio, insieme alla mia immagine: pancia sul tavolo e gambe per aria… una goduria per chiunque.

Non so bene cosa dovrebbe fare una signora per cavarsi d’impaccio in una situazione simile: è la prima volta che mi capita di rotolarmi su un tavolo da pranzo tra fascine di rami secchi, pezzi di lampadario e tartufi di cioccolata. Così non trovo di meglio che il mio repertorio di facce buffe – quelle che piacevano ai ragazzi da piccoli – intanto che scendo e riacquisto la posizione eretta, con una fascina di rami attaccata a un pantalone (perché ci metto il fil di ferro, io, per fissarle bene alle persiane…) e la maglietta a chiazze di cacao. Chiudo lo show con un salutino e tiro la tenda: anni di reputazione rovinati.

Mi consolo pescando nello stampo da madeleine: ad occhi chiusi, per niente svagata e con tutta la concentrazione possibile. E mentre la panna e il cioccolato mi si sciolgono in bocca, mi dico che in fondo la vita è come uno dei miei tartufi: ci vuole sempre un pizzico di peperoncino. E io sono a posto per almeno una settimana…

Saluti e baci,

S.

TARTUFINI DI CIOCCOLATO AL PEPERONCINO

INGREDIENTI

cioccolato fondente: 200 gr (il migliore che trovate, al 70% di cacao)
panna liquida da montare: 120 gr (freschissima e che sia panna vera…)
sale fino: un pizzico “gentile”
rhum: due cucchiaini
peperoncino: un pizzico (più o meno gentile, dipende da voi)
cacao amaro in polvere: 3 cucchiai (circa)

Fate il cioccolato a pezzetti con le mani (diciamo più piccoli che potete, ma senza esagerare) e mettetelo in una ciotola.

Scaldate la panna in un pentolino e spegnete il fornello appena inizia a bollire.

Rovesciate la panna bollente sul cioccolato e mescolate con un cucchiaio finché non si è sciolto completamente. All’inizio vi sembrerà che il composto sia troppo liquido, poi che dei pezzetti non riescano a dissolversi, ma abbiate fede: continuate a mescolare finché non ottenete una crema densa e lucente.

A questo punto, la tentazione di intingere un dito nel cioccolato sarà fortissima e voi starete già pensando che (purtroppo) queste non sono cose da fare, in cucina. Almeno: non in una cucina da blogger, che per definizione non è al riparo da occhi indiscreti… E invece no.

Perché un dito nel cioccolato ce lo dovete mettere, anzi più d’uno per la precisione, se non volete che la situazione vi sfugga di mano causa peperoncino. Perciò iniziate con un pizzico (un pizzichino gentile, non di quelli che mettereste sugli spaghetti…), mescolate e assaggiate: se il cioccolato sa ancora “solo di cioccolato” aggiungete altro peperoncino e sarete autorizzati ad intingervi nuovamente un dito (possibilmente non quello di prima). Non approfittatene, o vi troverete con dei tartufi di peperoncino al cioccolato, che non è esattamente quel che vi auguro…

Mettete la ciotola in freezer per 20-30 minuti, mescolando di tanto in tanto, finché il composto panna-cioccolato non avrà la consistenza giusta per essere manipolato (fate attenzione a non farlo solidificare troppo perché è molto stabile, e una volta che si è indurito non si scioglie più).

Autandovi con un cucchiaio staccatene dei pezzetti e lavorateli con la punta delle dita per farne delle palline di 2 cm di diametro. Il calore delle mani scioglie il cioccolato: perciò bagnatevele con acqua fredda (però asciugatele…) e siate più rapidi che potete. In ogni caso, preparatevi a ritrovarvi con le mani sporche di cioccolata e a resistere alla tentazione… ci siamo capiti. Pulitevele invece con della carta da cucina e continuate a confezionare tartufini.

Mettete i tartufi un paio alla volta in una ciotolina con il cacao e fateli rotolare finché si ricoprono in superficie.

Disponeteli su un piatto (se volete potete usare anche dei pirottini mignon) e conservateli fuori dal frigo. Durano qualche giorno… se sapete resistere.

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Queste non sono delle dosi…
…ma un semplice rapporto tra cioccolato e panna: cinque parti di cioccolato e tre di panna. Tutto qui, niente di più facile. Perciò potete dosare le quantità a seconda del cioccolato che avete in casa: lo pesate, dividete per cinque e moltiplicate per tre e ottenete la quantità di panna necessaria. Tutto il resto è questione di gusto, perciò sperimentate voi…

E questa è solo la formula basic
Perché i tartufi di cioccolato si possono declinare in tantissimi modi, tenendo buono solo il rapporto cioccolato-panna. I miei preferiti? Con mezzo gheriglio di noce al centro. Ma la noce può diventare una nocciola e la nocciola finire in granella, al posto del cacao, oppure… beh, insomma: non li volete altri post con dei tartufi al cioccolato?