Bûche de Noël: sfida di Natale

Tronchetto di Natale (buche de noel)Tronchetto di Natale (buche de noel) http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Tronchetto di Natale (buche de Noel) di FRAGOLE A MERENDA

Va bene, è Natale e un tocco di magia ci vuole. Diciamo persino che se non ci fosse sarebbe il caso d’inventarselo. Ma nemmeno con la mia più fervida immaginazione sarei riuscita a inventarne uno così…
Da due mesi in questa piccola cucina arriva una corrente ininterrotta di energia. Se fosse elettricità, sarebbe in grado di illuminarla a giorno 24 ore su 24, aiutando la sottoscritta a restare sveglia mentre risponde a messaggi, commenti, mail. Leggo parole bellissime, scelte con affetto sincero. E guardo foto che m’inteneriscono, mi divertono, mi fanno compagnia. Ho scoperto che “Fragole a merenda” lo leggono le nonne e le ragazze, i signori in doppiopetto e le signore dal parrucchiere, e… perfino i gatti! C’è chi lo tiene in cucina e chi sul comodino, chi lo legge alla scrivania e chi sul divano.

Si segnalano numerose copie già posizionate sotto frondosi e luccicanti abeti, e molte altre sono in viaggio, destinate a trasformarsi in doni la notte di Natale. Le consegne sono affidate a personale altamente specializzato e della massima esperienza (chi potrebbe mai dubitare della professionalità di Gesù Bambino o di Babbo Natale?), ma la distribuzione è un lavoro complesso, per cui non bastano slitte volanti e schiere di elfi. La magia delle magie, quando si tratta di consegnare libri, si chiama Amazon: stilate la vostra lista dei desideri, inviate l’ordine con un clic, e qualche giorno e un driiiìn! più tardi vi trovate davanti il fattorino del corriere in carne e ossa… ok, parcheggia il furgone in seconda fila e non indossa una divisa rossa bordata di pelliccia, ma voi vi ritrovate con il libro che volevate, senza esservi mossi da casa: esattamente come chiederlo a Babbo Natale…

Questa della consegna dei desideri – perché cos’è un dono se non un desiderio esaudito? – è una questione serissima: e infatti nessuno si sogna di sgarrare sulle date. Certo, la precisione del trasporto in slitta è inarrivabile (a mezzanotte del 24 dicembre, non un minuto più tardi), ma bisogna riconoscere che anche ad Amazon non scherzano: fanno tutto in pochissimi giorni, anche senza l’ausilio delle renne.

Perciò mi sono preoccupata, quando ho visto che i tempi di consegna stimati per il mio libro erano di alcune settimane, un’era geologica se paragonata ai pochi giorni richiesti di consueto.
Alla casa editrice hanno fatto l’impossibile per capire cosa stesse succedendo: tra i tanti libri in catalogo, solo “Fragole a merenda” veniva dato con tempi di consegna tanto lunghi. C’è voluto qualche giorno, ma quando la spiegazione è arrivata, ho spalancato gli occhi e mi son detta: “Non ci posso credere…”.

Abbiamo ingannato l’algoritmo di Amazon. Il portentoso, mirabolante, inarrivabile algoritmo che regola la vita del più grande negozio virtuale di libri esistente al mondo. Il complesso sistema di calcoli in base al quale si riescono a prevedere persino gli andamenti delle vendite, e ad approvvigionarsi di conseguenza. Noi l’abbiamo mandato fuori strada: i suoi sofisticati calcoli non avevano previsto un avvio delle vendite tanto positivo, e le copie disponibili sono andate subito esaurite. E anche se sono state prontamente rifornite, l’algoritmo – timoroso di restare nuovamente senza – ha continuato a fare stime molto prudenti circa i tempi di consegna. Detto in altre parole: Amazon non pensava di vendere tante copie già nelle prime settimane.

Una ciotola nella cucina di FRAGOLE A MERENDA

Così ho scoperto che “Fragole a merenda”, partito da questa piccola cucina con un po’ di incoscienza e molto senso dell’avventura, ha trovato ospitalità in tante case diverse. E ho rivalutato gli algoritmi, scoprendo che hanno un lato umano: anche loro si lasciano ingannare.

Qualche giorno dopo, seduta davanti a una tazza fumante per decidere quale sarebbe stata la mia sfida di Natale, quest’anno, ho pensato che non ce ne potesse essere un’altra: ne avevo già vinta una, e senza nemmeno sapere di averla affrontata. La mia dose di magia me l’aveva regalata un algoritmo (e poi dicono che i numeri non hanno un’anima…) E allora l’ho presa alla leggera. “Vorrà dire che quest’anno sarà una sfida semplice…” mi son detta, e ho messo assieme le ricette che avevo per il bûche de Noël, un semplice tronchetto di Natale.
“In fondo è un Pan di Spagna con un po’ di crema spalmata sopra: in un’ora me la cavo”.
Mai previsione fu più errata: avevo sottovalutato quell’impresa, solo perché aveva allegre, soffici, giocose sembianze. Esattamente come l’algoritmo di Amazon con “Fragole a merenda”…

Uova nella cucina di FRAGOLE A MERENDA
Lamponi, pistacchi e mascarpone
Tronchetto di Natale (buche de Noel)

L’ho fatto tre volte. La prima il Pan di Spagna era perfetto, soffice come da manuale, ma troppo spesso perché non avevo osato stenderlo fino ai bordi della teglia: il tronchetto era una trave, roba da cantiere più che da garbata tavola natalizia. La seconda l’ho fatto raffreddare troppo a lungo: al momento di arrotolarlo, profonde crepe si sono aperte sotto le mie mani… pareva che su quel povero tronco si fosse avventato a colpi d’ascia un boscaiolo ammattito.
La terza volta conoscevo tutti i miei punti deboli: e ho fatto leva su quelli dell’avversario. Ho steso l’impasto in uno strato sottile, ho fatto intiepidire il Pan di Spagna, e ho steso il mascarpone velocemente. Ho persino disposto i lamponi con regolarità, perché volevo vederli in sezione al momento del taglio delle fette.

Tronchetto di Natale (buche de noel)

E mentre lo zucchero a velo scendeva silenzioso come neve dalla pinza per il té (funziona meglio del colino, in certe occasioni) pensavo che ce l’avevo fatta anche stavolta. Fa niente se la cucina era ridotta a una foresta di tronchi e con quel mio passatempo da taglialegna se n’era andato l’intero pomeriggio. E se dopo tre acquisti in quattro ore la mia reputazione presso il fruttivendolo era seriamente compromessa (“Ma cosa ci fa con tutti questi lamponi: la marmellata a rate?”). In fondo era proprio quel tronchetto la mia vera sfida di Natale: combattuta sapendo di doverla combattere. E – compatibilmente con le circostanze – vincere.

Quando Principessa l’ha visto mi ha detto: “Mamma, è bellissimo!” e i suoi amici non hanno avuto bisogno di parole. Forse ho un futuro da costruttrice di tronchetti. E da ingannatrice di algoritmi…

Saluti e baci (prenatalizi)

S.

BUCHE DE NOEL (TRONCHETTO DI NATALE)

INGREDIENTI

uova: 4 (medie)
zucchero semolato: 120 gr
farina bianca 00: 100 gr
sale fino: un pizzichino (…ino)
mascarpone: 250 gr (freschissimo!)
panna: 4-5 cucchiai (di quella fresca, da montare)
lamponi: 220 gr (sceglieteli belli sodi)
pistacchi: 50 gr (sgusciati e non salati)
zucchero a velo: 2 cucchiai
frutti rossi a piacere: un po’, solo per guarnire

Accendete il forno a 170-180° e rivestite dio carta forno una teglia per biscotti (fissate bene i bordi con delle mollette da bucato, perché la carta forno dovrà stare ben ferma quando rovescerete l’impasto).

Spezzettate i pistacchi, senza ridurli a una poltiglia (coltello e pestacarne – esattamente in quest’ordine – sono il tandem perfetto, in questi casi!). Sciacquate rapidamente i lamponi sotto l’acqua corrente e metteteli ad asciugare su un pezzo di carta assorbente.

Rompete le uova separando tuorli e albumi (fate in modo che negli albumi non finisca la minima traccia di tuorlo).

Iniziate a montare gli albumi, e appena vedete che si forma un po’ di schiuma bianca aggiungete un cucchiaio di zucchero: continuate a lavorar di fruste finché non avrete davanti una montagna di neve soffice e compatta.

Montate i tuorli con il resto dello zucchero: lavorateli per 2-3 minuti con le fruste elettriche (iniziate a bassa velocità e non superate la media: i tuorli strapazzati non danno il meglio di sé). Se le fruste elettriche non ce le avete, usate un cucchiaio di legno ma preparatevi a lavorare un paio di minuti in più. Fermatevi quando il composto è cremoso, gonfio, e quasi bianco.

A questo punto dovete aggiungere la farina e gli albumi montati al composto di tuorli e zucchero. Sarà meglio che lo facciate con la massima attenzione: questa è una torta senza lievito e dunque l’aria che mettete in forno è proporzionale all’aria che ne tirate fuori. Tradotto: non smontate il composto se non volete sfornare un cracker dolce anziché un sottile ma sofficissimo strato di Pan di Spagna.

Dicevamo: aggiungete la farina, un paio di cucchiai alla volta, facendola scendere direttamente da un colino e mescolate con movimenti ampi dal basso verso l’alto (dovete catturare più aria possibile). Quando avrete aggiunto circa un quarto della farina, passate agli albumi: anche in questo caso, un quarto alla volta e mescolando con la stessa tecnica, per non smontare il tutto. Continuate alternando le aggiunte di farina a quelle di albumi, finché non avrete un composto della consistenza della schiuma da barba (commestibile, però…).

Rovesciatelo nella teglia e stendetelo delicatamente fino ad arrivare ai bordi: lo strato dev’essere il più uniforme possibile, alto circa 1 centimetro o poco più (se lo fate troppo spesso, scordatevi di riuscire ad arrotolarlo senza romperlo…). Infornate e restate nei dintorni: il Pan di Pagna deve cuocere 7-12 minuti (a seconda del forno di casa vostra). E’ pronto quando è appena dorato, perciò accendete la lampadina del forno, mettete il timer, non rispondete al telefono e non distraetevi con letture avvincenti: non perdetelo d’occhio, un minuto in più basta a renderlo meno “arrotolabile”… io ve l’ho detto.

Nel frattempo lavorate il mascarpone con la panna (e un cucchiaio di miele, se vi piace).

Quando il Pan di Spagna è pronto, sfornatelo e fatelo intiepidire su una griglia da pasticcere (se non ne avete una, fatevi una passeggiata per casa tenendolo per i lembi di carta forno). Questo è un altro passaggio cruciale: se si raffredda troppo perde elasticità, ma se è ancora caldo scioglie il mascarpone. Perciò regolatevi: appena capite che la vostra base può reggere una bella spalmata senza conseguente scioglimento, trasferitela sul piano di lavoro e procedete.

Stendete il mascarpone con delicatezza, per evitare che la base si sbricioli: arrivate fino a un paio di centimetri dai bordi. Poi distribuite i pistacchi tritati e i lamponi.

Adesso tirate un bel sospiro, perché siete alla curva finale. Arrotolate il Pan di Spagna su sé stesso partendo dal lato corto del rettangolo. Iniziate tirandovi dietro anche la carta forno (sarà molto più facile) e staccatela con delicatezza solo quando non riuscite a procedere con l’arrotolamento (non so se si dica, ma ci siamo capiti…). Fate in modo che il rotolo sia ben serrato per tutta la lunghezza, prima di procedere ad arrotolarlo ulteriormente.

Sigillate il vostro tronchetto di Natale con la pellicola (piatto da portata compreso) e infilatelo in frigo per qualche ora.

Al momento di servirlo, tagliate le due estremità con un coltello affilato e spolverizzatelo di zucchero a velo. Guarnitelo con i frutti rossi che più vi piacciono: sciacquateli, asciugateli e fategli fare un po’ di capriole nello zucchero semolato… sembreranno piccole bacche con dei cristalli di neve. Fa niente se in casa ci sono venti gradi: è la magia del Natale…

POSTILLE

La sfida
Grazie ad A. R., che da tre anni impasta con me, a cucine unificate, anche se a centinaia di chilometri di distanza – in questa occasione. Lei è rimasta colpita da un certo post (che rileggo sempre con un po’ di fatica) io dalla sua voglia di condividere. Quest’anno ha fatto l’impossibile per riuscirci. Entrambe adoriamo il Natale.

Fonti
La ricetta del Bûche de Noël (o tronchetto di Natale o Swiss roll, a seconda della latitudine a cui lo preparate) è ispirata da Elle à table, e da varie ricette raccolte nel corso degli anni.

Le foto: siamo un magnifico club…
Cresce la board Pinterest dedicata alle foto dei lettori in compagnia di “Fragole a merenda”: me ne arrivano tante (via Facebook, Instagram e mail), abbiate pazienza le caricherò tutte. Voi non immaginate che effetto mi faccia vederle: è come se fossi lì con voi e tutti insieme formassimo un esclusivo club di simpatici squinternati. E siccome in questa cucina amiamo divertirci… osate pure, con ironia! Grazie!