La torta di pere allo zafferano

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Torta di pere e zafferano

E’ un po’ di tempo che al supermercato sotto casa non si fa che parlar di zafferano: da quando l’hanno spostato negli scaffali vicini alle casse (perché pare che lo rubino a man bassa), fioriscono sul suo conto leggende metropolitane. C’è chi sostiene che lo spostamento sia dovuto ai “furti dei barboni” e chi lo imputa all’odore troppo forte perché si tratterebbe di zafferano cinese. La settimana scorsa un’anziana signora ha persino rivelato che, diluito in acqua, avrebbe effetti allucinogeni.

Ora, ci sarebbe da chiedersi cosa se ne facciano i barboni dello zafferano, visto che in genere non cucinano. E anche se risponda a verità che ormai pure lo zafferano arriva – tutto e solo – dalla Cina. Certo è che, da quando la signora ha seminato il sospetto, chiunque voglia farsi un risotto alla milanese si sente osservato come se stesse organizzando un festino psichedelico all’LSD.

Io ero riuscita a tenermi alla larga dai commenti sul tema, finché l’altro giorno tutto è precipitato nel breve volgere di un passaggio alla cassa. Mentre posavo la spesa sul nastro mi è andato l’occhio su una confezione di zafferano mai vista prima, e siccome erano le due del pomeriggio (cioè un momento di calma assoluta) mi è sembrato gentile scambiar due parole con la cassiera.

“Nuovo?”
“….Ehm… (colpetto di tosse) … sì.”
“Interessante… Certo che adesso col fresco inizierà la stagione dei furti…”
“Beh… se è per questo, sapesse quanti ne vendiamo d’estate!” e mi osserva da sopra gli occhiali.
“D’estate?!? Col caldo che fa qua? Guardi, io lo uso tanto, a casa mia c’è sempre, ci faccio di tutto… ma col caldo non posso proprio!”
Il nastro rallenta e noto un furtivo scambio di sguardi con il cassiere della postazione accanto: “Sa com’è signora, c’è gente di tutti i tipi…”
“Senta… – continuo, incapace di concepire che si possa mangiare risotto allo zafferano in certe giornate bollenti – va bene tutto, ma ci vuole anche un po’ di fantasia: io per esempio vario molto a seconda della stagione, il che fa anche bene alla salute!”
Distolgo per un attimo lo sguardo dalle bustine nuove che tanto mi attirano e mi sembra che dietro di lei altri due cassieri mi osservino.
Torno alle bustine: “Comunque lei ha ragione: ognuno ha i suoi gusti! Ma io intanto me ne prendo un paio, così non rischio di rimanere senza: adesso mi verrà voglia di farlo più spesso…” e stacco due confezioni dall’espositore.

E’ stato in quell’istante – non so per quale imperscrutabile traiettoria degli occhi e del pensiero – che ho posato lo sguardo dieci centimetri più su… e l’ho visto. Giusto all’altezza dei miei occhi, in una fila di pacchetti ammiccanti, un anello che pare un robot di Toy Story prometteva prestazioni amatorie fuori dall’ordinario. In un nanosecondo mi è stato tutto chiarissimo: avrei voluto che il pavimento mi inghiottisse.

Ma dico io, proprio lì me li dovevano mettere? Ci piazzino un cartello almeno, così uno si regola! Tornando verso casa ridevo per conto mio pensando ai siparietti che vedrò alle casse nei prossimi giorni: magari anche questi li rubano i barboni. O hanno un odore troppo forte perché li fanno in Cina. In ogni caso, darei qualunque cosa per esserci quando li scoprirà la signora dello zafferano allucinogeno….

Saluti e baci (casti…),

S.

TORTA DI PERE ALLO ZAFFERANO

INGREDIENTI

pasta sfoglia già pronta: 1 rotolo
pere: 4-5 (sode e non troppo mature)
zucchero integrale di canna: 3 cucchiai
burro salato: 30 gr
zafferano: 1 bustina
pepe macinato fresco

Accendete il forno a 180°. Foderate con la pasta sfoglia una teglia (io ne ho usata una da 24 cm di diametro), bucherellate il fondo con una forchetta e mettetela in frigo.

Lavate le pere, sbucciatele, fatele a spicchi e poi a fettine non troppo sottili (diciamo 3-4 mm).

Togliete dal frigo la teglia, cospargete il fondo di pasta sfoglia con due cucchiai di zucchero di canna e disponetevi le fettine di pera. Guarnite con il burro a fiocchetti, un po’ di pepe macinato fresco e il restante zucchero a cui avrete aggiunto lo zafferano.

Cuocete per 40 minuti (o finché non la vedete dorata). Servitela tiepida.

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Perché non pensiate che è solo una scusa per passare alle casse…
La ricetta di questa torta l’ho letta sull’ultimo numeo di Coté Paris. Mi ha colpito perché somiglia a quella della mia Torta semplice di fichi e ho voluto provarla. Lo zafferano le conferisce un colore stupendo – che la mia foto non rende assolutamente – ma il gusto non è che cambi moltissimo: è una buona torta, che sa di pere.
Io ho seguito pedissequamente le istruzioni e ho usato una pasta sfoglia, ma penso che la prossima volta la proverò con una pasta brisée, che in genere preferisco perché rimane più morbida.
Quanto allo zafferano, vedrò di farne incetta in una vecchia bottega del centro storico, una drogheria come quelle di una volta che vende di tutto, dai legumi alle cere per mobili. Lì, l’ultima volta, era in vetrina tra due ceri da cimitero, l’ammoniaca per dolci e una confezione di veleno per topi.