Sondaggi, castagnole e coriandoli di neve

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castagnole di Carnevale

Ci sono cose che uno non ha mai fatto in vita sua. Poi si sveglia una mattina, si sente in ritardo sul mondo, e allora decide che è giunto il momento di colmare la lacuna. Oggi per me è stata la volta delle castagnole: mai fatte prima. Mangiate sì, e con un certo piacere (me le faceva una vecchia domestica quand’ero bambina ed erano buonissime…), ma non mi ero mai avventurata oltre. Anche perché detesto friggere, detesto l’odore del fritto, non ho una cappa e neppure una padella adatta allo scopo (vi piace questo outing?).

E invece sono qui, praticamente all’alba, con un piatto di palline fritte appena cosparse di zucchero e le finestre spalancate mentre fuori nevica. E tutto perché ho un dubbio in testa e avrei bisogno del vostro parere.

Si dà il caso, da queste mie parti, che ci sia nuovamente odore di ristrutturazioni. Tranquilli: stavolta niente traslochi, né falegnami, né imbianchini. E se bastassero cera e trementina me la sarei già cavata da sola (ve li ricordate – vero? – certi vecchi post al profumo di acquaragia…). Sono invece alle prese con una “rinfrescatina” di questa cucina che da più di tre anni è anche un po’ vostra: roba da poco (non ho intenzione di stravolgere un bel niente), ma è un genere di cose che io davvero non so fare. Esattamente come i fritti…

Questo piccolo blog ha funzionato fino ad oggi come uno dei miei tanti lavori da appassionata bricoleuse: con la stessa incoscienza con la quale mi arrampico sulla scala armata di pennelli e latte di vernice (e ogni tanto inciampo e casco…) ho creato quello che nei miei piani doveva essere un archivio di ricette prevalentemente ad uso della sottoscritta.
Non avevo alcuna idea di come andassero fatte le cose e, a dir la verità, quand’anche ce l’avessi avuta non avrei saputo fare nulla di diverso. Non chiedetemi come, ma – per usare una metafora adeguata al contesto – fin qui questi scaffali hanno retto. Adesso però ci sono qua e là cosette che andrebbero aggiustate. Mi piacerebbe che questa cucina continuasse ad essere accogliente, ma avrei bisogno di una credenza perché le mensole non bastano più… Così ho deciso di farmi dare una mano: perché io le mensole le so attaccare (non ci crederete, ma ho un trapano tutto mio e lo so usare meglio delle fruste elettriche), ma di mettersi a costruire credenze non se ne parla. Quasi come per i fritti…

Non essendo tipo da affidare l’appartamento a un progettista, tornare a lavori finiti e trasferirci le mie cose (non potrei mai… mi sembrerebbe di vivere in albergo), ho capito subito che non sarebbe stato diverso per questo blog: che per me è davvero come una stanza di casa. Con la differenza che ci siete pure voi e che vorrei poteste continuare a starci bene.

Ho perso il conto di quante cucine ho avuto in vita mia. Ma ogni volta, mentre le pensavo, cercavo di immaginare quelli che sarebbero stati i nostri piccoli gesti quotidiani. Gli spazi hanno funzionato, e ce le ricordiamo ancora tutte come se fossero una sola grande cucina che ci tiriamo dietro da sempre.

Vedrò di fare il possibile anche stavolta. E magari vi sottoporrò qualche quesito a fini progettuali (lo faccio regolarmente anche in famiglia: continuo a credere che una certa dose di partecipazione sia utile a tenere insieme le persone). Per esempio, il tema di questi giorni è se passare da Blogger a WordPress: mi consentirebbe una grande libertà, soprattutto nel gestire archivi di ricette, e questo mi sta molto a cuore (è la famosa credenza di cui sopra…). Ma, per contro, obbligherebbe chi ha voglia di lasciare un commento a digitare ogni volta nome e indirizzo mail. Io non mi sono mai arresa nemmeno a quei terrificanti captcha (e infatti cancello a mano centinaia di messaggi di spam…) perché mi sembrava di essere poco ospitale: capirete quanto la cosa mi turbi. Però – mi dico – il blog sarà più facilmente navigabile…

Insomma, non mi sono ancora data una risposta. Al punto che questa mattina ho deciso di coinvolgere anche voi. Così mi sono alzata all’alba, ho cercato in tutta fretta una ricetta di Carnevale che si potesse fare in non più di un quarto d’ora, e ho preparato le castagnole da offrirvi assieme al mio quesito (graditissima risposta, risultati elaborazioni sondaggio disponibili a fine consultazione).

neve sui tetti di città

Adesso sono qui, con un cappuccino bollente in mano, tra due finestre spalancate nel tentativo di far svanire l’odore di fritto. Unica traccia delbricolage culinario mattutino: quel mezzo piatto di palline cosparse di zucchero a velo. E fiocchi di neve che danzano nel cielo gelido e si posano sul mio piccolo tavolo, come granelli di zucchero. O come coriandoli…

Saluti e baci (gioiosamente fritti),

S.

Postilla
Il micidiale odore di fritto a corollario delle graziose castagnole ha abbandonato la mia piccola cucina solo a notte inoltrata. Decisivi per la soluzione del problema i suffumigi di chiodi di garofano, arricchiti via via con bucce di limone e fiori d’anice stellato. L’antidoto è tanto strepitoso da riuscire a confondere i sensi, e far saltare le coordinate temporali anche in soggetti di provato equilibrio. 
Monsieur d’Aubergine, rincasando, ha temuto di essere tornato indietro di un paio di mesi: “Ma… non dirmi che stai facendo altre gelatine di Natale! Abbiamo il frigo pieno…”

LE CASTAGNOLE DI CARNEVALE

INGREDIENTI

farina bianca oo: 120 gr
fecola di patate: 30 gr
zucchero semolato: 50 gr
uova: 2
olio extra-vergine di oliva: 2 cucchiai
succo di limone: 2 cucchiai
la buccia grattugiata di 1 limone non trattato
olio per friggere
zucchero vanigliato

Lavate e asciugate il limone, e grattugiatene la buccia.

Lavorate le uova con le fruste elettriche per 30 secondi. Poi aggiungete lo zucchero e lavorate ancora per un minuto (devono essere quasi montate).

Aggiungete l’olio, il succo e la buccia grattugiata di limone, e da ultimo la farina e la fecola, e continuate a sbattere.

Sappiatelo: l’impasto si avvinghierà alle fruste, verrà risucchiato verso l’alto e avrete l’impressione che finisca inghiottito dal motore… almeno, io quest’impressione ce l’ho avuta. Però non è successo. Ho continuato a lavorare, fermandomi ogni tanto per staccarlo con una spatola e dopo un paio di minuti me lo sono ritrovato pronto, omogeneo e senza grumi.

Comunque, tornando alle castagnole: mettete sul fuoco una padella con parecchio olio (io ho usato quello di arachide, ma non faccio testo, non friggendo mai…) e, quando è caldo al punto giusto, gettatevi delle cucchiaiate di impasto (se vi aiutate con due cucchiai è molto più semplice). Non mettetene troppe contemporaneamente, perché crescono in cottura.

Rigirate le vostre castagnole con il mestolo forato e poi, quando sono dorate, scolatele dell’olio, asciugatele bene con la carta assorbente, e spolverizzatele di zucchero a velo.

Vanno mangiate subito: non necessariamente con il cappuccino della colazione. E possibilmente non a finestre spalancate, mentre fuori infuria la tormenta…

POSTILLE

Castagnole per ritardatari (o per distratti)
Esistono tante ricette di castagnole, e sicuramente ce ne sono almeno un paio in fondo alla mia teiera di latta. Questa è ispirata a quella di Ada Boni (“Ricette regionali Italiane”): non prevede la presenza di lievito, ma la prossima volta una puntina ce ne metterò. Ha il vantaggio di richiedere pochissimo tempo, perciò è perfetta per i ritardatari che si accorgono del Carnevale a metà giornata, quando è ormai tardi per qualunque lievitato che si rispetti. Sono austere (io ho sostituito il liquore con il succo di limone), e tutto sommato poco ricche se siete disposti a dimenticarvi che sono pur sempre fritte. Ma Carnevale vale una fritturina… e una tempesta in cucina che si porti via l’odore!

La neve di febbraio
Grazie ad un commento, mi sono accorta che giusto un anno fa scrivevo un altro post che aveva come co-protagonista la neve: assieme al cioccolato, però…
– neve e cioccolata

Blogger vs WordPress
Grazie a tutti quelli mi faranno sapere cosa pensano in proposito: io fatico molto su temi del genere, mi sento sempre un po’ marziana (e non nel senso di uno travestito da marziano a Carnevale…)