Marmellata di fragole allo zucchero scappato

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MArmellata di ragole allo zucchero scappato

Confesso: appartengo alla confraternita degli adepti del Fruttapec. Storcano pure il naso i talebani dell’ortodossia in cucina, ma io a questa polverina non ci rinuncio.

Primo: perché la frutta cuoce pochissimo, non si disfa e non cambia colore. Secondo: perchè si fa in un attimo. Terzo: perchè da quando esiste il Fruttapec 2:1 basta la metà dello zucchero che si usava prima.

E io ne metto ancora meno. A me le confetture dolci non piacciono e così la mia pratica marmellatesca è stata un cammino verso la progressiva diminuzione della quantità di zucchero. Quanto alla qualità, uso quello grezzo di canna o la cassonade invece del semolato bianco.

Il risultato è una ricetta semplicissima, che sta tutta nel rapporto tra peso della frutta, zucchero e pectina. Adesso sapete anche voi perché a casa nostra questa è la “marmellata allo zucchero scappato”…

 

MARMELLATA DI FRAGOLE ALLO ZUCCHERO SCAPPATO

INGREDIENTI

fragole: 1,3 kg
zucchero di canna: 300 gr
fruttapec 2:1: 1 busta
il succo di un limone

Lavate velocemente le fragole sotto l’acqua corrente e mettetele a sgocciolare in un colapasta. Pulitele e pesatene circa 1,3 kg (tenendo presente che 50 grammi in più o in meno non fanno differenza).

Fatele a pezzi non troppo piccoli, aggiungete lo zucchero e il succo di limone, sigillate bene con la pellicola e tenete in frigo per almeno un’ora (questo passaggio serve a diminuire il tempo di cottura).

Bollite per almeno 10 minuti i vasetti precedentemente lavati.

Miscelatele a freddo le fragole con il Fruttapec e poi, mescolando in continuazione, fate bollire a fuoco vivace per 5 minuti al massimo (mettetene un cucchiaino su un piatto, fate raffreddare e se la consistenza è quella giusta spegnete). Mescolate ancora un po’ e togliete la schiuma.

Estraete i vasetti dall’acqua bollente e fateli scolare su un panno pulito. Immergete nella stessa pentola anche i tappi, scolateli e asciugateli. Riempite subito i vasetti di marmellata fino all’orlo richiudendoli per bene. Metteteli a testa in giù fino al giorno dopo.

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Non vi sarà sfuggita l’attenzione – maniacale? – per gli aspetti “igienici” della preparazione: temo un po’ le conserve casalinghe, soprattutto quelle con coperchi dell’ante-guerra. In questo caso, con dosi tanto ridotte di zucchero i vasetti dovrebbero avere una durata inferiore, che non so indicarvi perché a casa nostra il problema non si pone….