Graham crackers

Graham crackers: i biscotti che servono a fare la cheesecakeGraham crackers: i biscotti che servono a fare la cheesecake http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Graham crackers: i biscotti che servono a fare la cheesecake

“Scusi, ma l’ha poi aggiustata la serratura del portone?” chiedo al manutentore del palazzo.
“Hmm… sì, diciamo che l’abbiamo aggiustata al cinquanta per cento” fa lui con un aria sussiegosa.
“Ah… davvero? Allora sappia che l’altro cinquanta per cento mi si è rivoltato contro e mi ha lasciato fuori di casa ieri sera a mezzanotte.”

Sono furibonda. Tre mesi per una riparazione lasciata a metà con la scusa che il portone è antico: pare che il pezzo da sostituire sia una rarità degna di un’asta di Sotheby’s.

In un condominio quasi tutto di uffici, basta che un volonteroso un po’ più abile degli altri riesca a trovare il punto d’incastro giusto per la chiave, in orario d’apertura la mattina, per garantire a tutti l’ingresso in giornata.
Peccato che ogni tanto in questo posto ci venga anch’io. Che ci abito e pretendo persino di andare fuori a cena e di rincasare quando voglio: possibilmente senza passare mezz’ora scuotendo un portone alto cinque metri aggrappata a un pomolo traballante, nel tentativo di far girare la chiave nella toppa. Se si aggiunge che il palazzo in questione è ubicato in una piazza piuttosto frequentata, va da sé che a sere alterne io venga soccorsa da premurosi passanti oppure dalla volante che staziona all’angolo.

Oramai mi conoscono tutti: dai baristi ai poliziotti, nessuno sospetta più che per la città si aggiri una maldestra scassinatrice di portoni. Ma l’altra sera ho rischiato di dover chiedere una camera all’albergo più vicino: il che, in un posto di provincia un filino incline alle chiacchiere, avrebbe comportato il mio ingresso trionfale nel palinsesto dei pettegolezzi estivi, condotti con mirabile maestria al riparo di alcuni noti ombrelloni. Molto meglio far aggiustare il portone, confidando sulle mie sole forze…

Perciò adesso potete chiedermi tutto di infissi e serramenti d’epoca: mi sono fatta una cultura. So cos’è una cerniera, una cembrana, un bussolotto. Distinguo una vite per ferro da una per legno. E so persino che i pezzi di ricambio per serrature d’antan non è necessario aggiudicarseli da Sotheby’s: basta andare dal ferramenta due piazze più in là.

Nella vita si può apprendere di tutto, a patto di avere il maestro giusto. Il mio era un signore che ripara portoni da quando aveva quindici anni. E’ venuto mandato da un amico – uno dei due che la sera prima mi avevano aiutato a scassinare la serratura – e si è preso a cuore il caso: adesso il portone ubbidisce mansueto alla sua chiave. Quando gli ho chiesto se l’aveva riparato al cento per cento mi ha guardato stralunato: “Ma se non si ripara al cento per cento vuol dire che non funziona!”.

Beata incoscienza… come poteva sapere quanti rientri serali al cardiopalma può avere all’attivo una signora?

 

GRAHAM CRACKERS

INGREDIENTI

farina OO: 150 gr
farina integrale: 30 gr
zucchero grezzo di canna: 70 gr
burro: 40 gr (freddo di frigorifero)
melassa: 3 cucchiai (sono circa 50 gr)
latte: 5 cucchiai
bicarbonato: 1/2 cucchiaino
sale fino: 1/2 cucchiaino
cannella: meno di un pizzico (non sono mica biscotti di Natale…)

Mettete nel mixer le farine, lo zucchero di canna, il bicarbonato, il sale e la cannella e fare andare per un secondo a bassa velocità.

Poi aggiungete il burro a cubetti e la melassa e fate andare qualche secondo finchè non si formano delle briciole di impasto. A questo punto aggiungete 3 cucchiai di latte, lavorate ancora un po’ e cercate di capire se ne serve dell’altro: il composto non dev’essere troppo molle, ma deve “stare insieme”, cioè dovreste riuscire a farne una palla. Aggiungete eventualmente il resto del latte un cucchiaio alla volta.

Prendete l’impasto tra le mani, dategli la forma di una palla schiacciata (ma non lavoratelo troppo, manipolatelo il meno possibile…), mettetelo in una ciotola, sigillate con pellicola e tenetelo in frigo almeno un’ora (o di più, se vi fa comodo).

Quando decidete di procedere accendete il forno a 200° (ma se li faccio in quello elettrico me ne bastano 180), tirate fuori l’impasto dal frigo, aspettate cinque minuti e poi tiratelo con il matterello in una sfoglia di 4 mm: sarà un po’ appiccicoso, perciò non lesinate la farina mentre lo stendete, direttamente sul piano di marmo (… ne avete uno?) oppure tra due fogli di carta forno. Tagliate i vostri Graham crackers, posateli su una teglia per biscotti foderata di carta forno e metteteli in frigo per un quarto d’ora.

Cuoceteli per 10-15 minuti, poi girateli e infornateli altri 5 minuti. A questo punto dovete vedere voi se sono cotti: il colore non vi aiuterà (sono biscotti “abbronzati” in partenza, grazie alla melassa) e nemmeno la consistenza (se li toccate caldi saranno sempre un po’ molli). Perciò tirateli tranquillamente fuori dal forno, aspettate che si raffreddino un po’, assaggiatene uno e agite di conseguenza.

Lasciateli raffreddare su una gratella da pasticciere e se dovete conservarli utilizzate la solita scatole di latta (… ne avete una?).

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Dei buchi sui biscotti o dei biscotti con i buchi
Dalle ciambelle ai biscotti fino ai timballi, l’arte di far buchi in cucina va coltivata con metodo e passione. Se per ciambelle e timballi lo stampo aiuta (e la maestria sta tutta nel gesto di sformare), nel caso dei biscotti si ricorre in genere ai rebbi di una forchetta.
Ma a me questo sistema non aggrada: perché i buchi sono troppo ravvicinati e non riesco a centrarli bene rispetto alla superficie del biscotto.
Perciò ho sviluppato un metodo tutto mio: il “metodo vermicello”. Tranquilli, non tengo un bruco scavatore in un barattolo in dispensa… Trattasi invece di uno spaghetto di Gragnano, cottura 12 minuti, che con un po’ di pazienza e molto divertimento conficco a intervalli regolari nei miei biscotti. Regala buchi meravigliosamente tondi e di profondità regolabile.
Passerete un po’ per stravaganti, ma fidatevi: funziona. Al cento per cento…

Graham crackers vs digestive biscuits
Sia i Graham crackers che i digestive possono essere utilizzati come base per la cheesecake: io preferisco i secondi, perché mi piace il gusto dell’avena e quell’inconfondibile consistenza croccante. Ma in definitiva: fate voi. Da parte mia, non potendo regalarvi una ricetta di cheesecake (eppure ce l’ho da qualche parte…), posso solo passarvene un paio di digestive:
digestive biscuits al farro
corn digestive biscuits (con farina di mais)