Cake al radicchio, pere e noci

Cake al radicchio, pere e nociCake al radicchio, pere e noci http://www.fragoleamerenda.it/author/sabrine/

Cake al radicchio, pere e noci

Mi sto riconciliando con l’idea dell’autunno. Mentre i pomeriggi si fanno inesorabilmente più brevi, i colori mi avvolgono vibranti nell’aria fresca. Passeggiare tra i banchi del mercato è come il regalo inaspettato di una tavolozza con dei pennelli nuovi.

Così mi lascio guidare dal senso del colore e non importa se devo mischiare frutta e verdura, dolce e salato. Non è certo una novità, ma io sono una persona un po’ noiosa, un tipo prudente in cucina. Però, quando mi offrono delle pere Angelica piccole, stortignaccole e croccanti non so resistere: oggi si parte da qui, il resto si vedrà…

Il resto è presto detto: due banchi più in là, capitolo davanti a una cassetta di radicchio di un sensualissimo violetto (d’altronde, non sono in fase aubergine conclamata della mia vita?).

Giallo e viola sono un azzardo cromatico sfacciato e bellissimo sul piano di marmo della cucina, che neanche l’umiltà delle noci riesce a scalfire. Quasi mi dispiace prendere in mano il coltello e iniziare a sbucciare, affettare, tritare. E mentre son lì che sbuccio, affetto e trito col Nabucco in sottofondo mi chiedo: ma come si definisce una cucina che nasce da due lampi di colore al mercato?

Un’ora dopo esce dal forno questo cake, che è buono se vi piace il sapore amarognolo del radicchio (lo zucchero di canna lo smorza appena e le pere fanno un piacevole contrasto).

Noi ce lo siamo mangiato con qualche fetta di culatello, un’insalata e un bicchiere di vino rosso. E una candela a tavola.

Buon inizio di settimana a tutti,

S.

CAKE AL RADICCHIO, PERE E NOCI

INGREDIENTI
(per uno stampo da 25 x 10 cm)

farina bianca 00: 120 gr
farina integrale: 50 gr
grana padano grattugiato: 50 gr
uova: 3
radicchio: un cespo
scalogni: 1
pere non troppo dolci: 2-4 (vi servono 150 gr di polpa pulita)
noci sgusciate: 40 gr
latte: 4 cucchiai
olio di semi di mais: 4 cucchiai
zucchero di canna: 2 cucchiai
lievito istantaneo per torte salate: 1 bustina
olio extra vergine di oliva: 1 cucchiaio
granulare vegetale
sale e pepe macinato al momento

Accendete il forno a 180° e foderate con carta forno uno stampo rettangolare da cake.

Mondate e lavate il radicchio e tagliatelo a striscioline di 1 cm. Fate andare in una padella antiaderente lo scalogno affettato sottilmente con 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva; quando sarà trasparente gettatevi il radicchio e mescolate per non farlo attaccare (l’olio è poco: attenzione). Fate appassire un po’, poi aggiungete mezzo cucchiaino di granulare vegetale con un cucchiaio d’acqua e portate a fine cottura (cinque minuti saranno sufficienti). Aggiustate di sale e pepe, e pesatene 100 grammi.

Nel bicchierone del minipimer lavorate il radicchio con il latte, l’olio di semi di mais e lo zucchero di canna, finché non otterrete una crema omogenea.

Sbucciate le pere, tagliatele a fette di mezzo centimetro e poi a cubetti e pesatene 150 gr. Spezzate i gherigli di noce con le mani, cercando di non sbriciolarli ma di ridurli a pezzetti regolari.

In una ciotola lavorate le uova con una forchetta (o con lo sbattitore elettrico) per montarle molto bene: non smettete finché non le vedete gonfiarsi un po’. A questo punto aggiungete le farine (setacciate la bianca) e continuate a sbattere con forza.

Versate nel composto la crema di radicchio, sempre con movimenti dall’alto in basso per non smontarlo. Aggiungete poi il formaggio grattugiato, le pere e le noci e aggiustate di sale e pepe. Il lievito setacciato aggiungetelo per ultimo, ricordandovi di mescolare molto bene.

Rovesciate l’impasto nello stampo, livellate senza troppa precisione e infornate per 45 minuti (controllate che sia ben cotto al centro inserendovi uno stecchino: se esce dall’impasto ben caldo, vuol dire che la cottura è ultimata). Servite tiepido o freddo.

———————————–

Del mio coltello preferito
In tempi non sospetti sarebbe passato inosservato: un coltello un po’ malmesso c’è in ogni cucina, magari dimenticato in fondo a un cassetto. Ma questo no. Questo – anzi, quello… della foto – non è un vecchio coltello qualsiasi, ma il mio utensile di cucina preferito. Ereditato dalla prozia Gaetana una ventina d’anni fa, rientra a pieno titolo nel novero delle carabattole che porto a nuova vita – salvandole da un destino certo e inglorioso in fondo alla pattumiera – e alle quali mi affeziono.
Nella fattispecie, trattasi di coltello con lama affilata ma non troppo, non appuntito e molto vissuto. Ha una naturale inclinazione alla ruggine che si manifesta quando non lo si lava subito dopo l’uso o se si lascia ad asciugare, sicché è causa di regolari discussioni in famiglia su come andrebbe trattato, dal momento che ha lasciato tracce indelebili su tutti i nostri strofinacci.
Ormai da anni nessuno osa più suggerire di mandarlo in pensione: sanno tutti che senza di lui sarei tristissima in cucina. Hanno provato a regalarmi coltelli splendidi, di design, funzionali, uno per ogni tipo di taglio. Mi hanno spiegato che nel frattempo è stato inventato l’acciaio inossidabile e che ormai le lame si fanno persino di ceramica.
Io non defletto e mi ostino a colmar di attenzioni questa mia “spada nella roccia” che nelle mani di nessun altro si rivela tanto docile e servizievole (è l’unico coltello con il quale non mi taglio le dita). E a tollerare quelle macchie di ruggine sugli strofinacci di casa: d’altronde – mi dico – i tipi con personalità bisogna pure che si esprimano in qualche modo!
Con questa scusa continuo ad usarlo, lavarlo, asciugarlo con maniacale passione. Anche in tempi come questi, di gourmet modaioli e di cuochi televisivi superaccessoriati.

Raccolta di cakes salati
Aderisco con questa ricetta alla “Raccolta di cakes salati” del Criceto goloso. Grazie a Micaela per l’idea.