Frolla di segale con albicocche

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Crostata di segale con albicocche

“Mamma, O. è geloso della sua ex-fidanzata…” mi dice mia figlia l’altro giorno.
“Perché: l’ha lasciato per un altro?” faccio io.
“Ma no… E’ perché tu le hai preparato quella crostata per il mercatino di beneficenza. Sai, lui ci tiene ad essere il tuo assaggiatore privilegiato…”

Questo mio assaggiatore privilegiato è un ragazzo delizioso, che frequenta casa nostra con una certa assiduità nel ruolo di amico del cuore di mia figlia. Poiché sa far la spesa e cucinare come pochi alla sua età, quando viene capita che si discorra di cucina, io e lui: è curioso, aperto, e a me non pare vero di poter parlare di sughi e di pagnotte con un ragazzo poco più che ventenne.

Questo lo pone ai miei occhi in una posizione del tutto particolare: ben sapendo che è lui a cucinare in casa mia quando io sono fuori, lo considero a tutti gli effetti destinatario di una serie di messaggi e raccomandazioni per interposta persona. “Se O. ha bisogno delle olive, digli che ho comprato queste… Dì a O. che il pentolino piccolo non è nello scaffale degli stampi per dolci…” e così via.

Insomma, gli affido la mia cucina quando parto. Per dirla tutta, è l’unico al quale consenta di lasciare vistose tracce del suo operato sui miei fornelli, sovente sotto forma di chiazze d’unto difficilmente camuffabili: e chi mi conosce sa che non è cosa da poco…

Che ci posso fare? Ho un debole per lui ed è ormai cosa nota in famiglia. Perché non solo cucina, ma assaggia volentieri – con un aplomb degno di un gentiluomo d’altri tempi – anche certe mie sperimentazioni culinarie piuttosto ardite, come i baccelli di fave stufati al limone (ricetta scozzese: c’è di meglio…).

Perciò, quando preparo un pane o dei biscotti e li lascio in cucina in posizione diversa dal solito mi sento chiedere: “Si possono mangiare?”, perché potrebbe darsi che siano destinati a lui.

Sulla mia scrivania c’è un foglio di quaderno con una scritta a pennarello: “Signora S., i suoi biscotti sono buonissimi! Complimenti vivissimi dal suo assaggiatore!!!” e una faccia stilizzata come firma.

Ora ditemi voi: con siffatte premesse, avrei potuto permettere che si struggesse di gelosia per una crostata? Non ci ho pensato un attimo e gliel’ho rifatta: in versione merendine monoporzione, la notte prima della mia ultima partenza. Pare abbia gradito…

Il problema è che ormai questa frolla gli appartiene, nel senso che viene bene solo quando la preparo per lui. Ne sanno qualcosa gli amici ai quali l’ho propinata ieri sera: non solo non avevo più farina di segale, ma lo zucchero era poco per le albicocche aspre che mi avevano rifilato. E per la fretta ho pure steso la frolla negli stampini appena lavati e non asciutti… ci avete mai provato? Beh… vi dico io cosa succede: non si stacca più.

Perciò con i miei amici (che per malaugurata sorte sono gli stessi del crumble al peperoncino) vedrò di rimediare quanto prima, magari attingendo a qualche altro foglietto del mio archivio. E questa crostata, caro O., resterà la tua, anche se replicata in versione benefica per i mercatini delle ex-fidanzate.

Una sola richiesta: in caso di mia prolungata assenza da casa, potresti, per favore tenere al riparo da certi vostri sughi il mio cucchiaio di legno per le creme? L’ultima volta l’ho dovuto far bollire un quarto d’ora… pareva che in quell’acqua ci avessi cotto un cotechino…

FROLLA DI SEGALE CON ALBICOCCHE

INGREDIENTI

farina integrale di segale: 120 gr
farina di grano 00: 60 gr
farina di riso: 60 gr
zucchero grezzo di canna: 80 gr
burro: 120 gr
farina di mandorle: qualche cucchiaio
uova: 1
sale: un pizzico

per la farcitura:
albicocche: 500 gr
zucchero semolato fine: 4-5 cucchiai
limone: 1/2

Mescolate in una ciotola le farine, lo zucchero e il sale. Aggiungete l’uovo e il burro freddo a cubetti e impastate velocemente fino ad ottenere un composto granuloso e non troppo omogeneo (manipolatelo il meno possibile per far sì che la frolla abbia una consistenza “ruvida”, non troppo raffinata). Fatene una palla, schiacciatela un po’ con le mani e mettetela in frigo, in un contenitore sigillato con della pellicola, per almeno un’ora (ma potete prepararla con due o tre giorni di anticipo, se vi fa comodo…).

Lavate le albicocche, privatele del nocciolo e mettetele a grossi pezzi in un pentolino con il succo di mezzo limone e 4-5 cucchiai di zucchero (la quantità di zucchero dipende dai vostri gusti: io non amo i dolci dolci per cui tendo a non esagerare…). Cuocetele a fuoco vivace per 5 minuti, mescolando per non farle attaccare: devono essere appena morbide, finiranno di cuocersi in forno.

Tirate fuori dal frigo la frolla. Accendete il forno a 180 gradi. Foderate con carta forno il fondo di uno stampo da crostata di 22 cm di diametro.

Stendete la frolla con le mani direttamente nello stampo, premetela bene lungo le scanalature del perimetro e passate un mattarello sui bordi per rifilarla. Spolverizzate il fondo con qualche cucchiaio di farina di mandorle (che poi sarebbero delle mandorle tritate finemente…), poi rovesciatevi le albicocche.

Cuocete la crostata per circa 30-40 minuti (dipende dal vostro forno): dev’essere un po più che dorata, perché la farina integrale di segale la rende più scura di una normale frolla. Fatela raffreddare nello stampo prima di estrarla.